Davide Zanga, assessore ad Albino e imprenditore edile: il peggiore è il prezziario della Regione, palesemente sottocosto
«Non è vero che i prezzi dei cantieri sono triplicati a causa del Superbonus. Le aziende applicano i prezziari e questi sono indietro sui costi reali dal 20 fino al 60%. Il problema delle amministrazioni pubbliche è che utilizzano questi listini per costruire gli appalti e li tagliano ulteriormente. Per questo poi quasi nessuno partecipa a quei bandi». Nel dibattito che vede contrapposti enti pubblici in difficoltà nell’assegnare gli appalti e ditte strette tra incertezza e rincari, Davide Zanga si trova contemporaneamente sui due lati della barricata. Da un lato è assessore al Bilancio ad Albino e dall’altro è imprenditore edile con l’azienda di famiglia. Dopo gli anni di vacche magre del patto di stabilità, gli enti locali hanno recuperato la capacità di spesa solo per barcamenarsi tra Superbonus del Governo che assorbe la gran parte delle imprese edili e la corsa dei prezzi che nel giro di pochi mesi ha fatto impazzire i costi. Proprio a favore del 110%, diventato la radice di tutti i mali, però Zanga spezza una lancia.
«Un amministratore comunale serio — dice — non può correre dietro a Draghi su questa materia. Non è vero che i prezzi sono triplicati a causa sua. Anche per questo lavoro dal 2020 e a inizio 2022 si sono applicati al massimo i prezzi di due listini: il “Dei” e quello delle Opere pubbliche di Regione Lombardia. Da febbraio 2022 in poi è possibile usare anche quello delle locali Camere di commercio. Il peggiore è quello della Regione, palesemente sottocosto, ma molto impiegato dalle nostre amministrazioni. Poi c’è il ”Dei”, che ha un calcolo della manodopera su base provinciale ma è poco dettagliato sulle singole opere. Il migliore è quello della nostra Camera di Commercio». Zanga porta la sua esperienza sul campo: «Personalmente ho fatto qualche 110%, che sono una vera rogna (mesi di lavoro prima di vedere l’accredito, centellinare le contabilità su una marea di interpretazioni con gli enti preposti) e sul comparto Sismabonus ho applicato sconti fino al 25%, mentre sull’Ecobonus mi sono fermato al 5% perché ho dovuto gestire da general contractor anche tutte le incombenze di terzi (pittori, serramentisti, idraulici), che rappresentano 80% del costo di un cantiere».
Altro mito da sfatare per Zanga è la scarsa attenzione delle aziende agli appalti pubblici. «Il problema — precisa — è che le amministrazioni utilizzano il listino della Regione, che è gratuito ma che rispetto a quello reale della Camera di commercio su molti prezzi è indietro del 20% e in alcuni casi arriva al 60% (tipo i casseri). Inoltre, alcune amministrazioni partono da quei prezzi e li tagliano di un ulteriore 20%, per poter rientrare nei costi di bilancio. Non mi meraviglia quindi che non si trovino aziende locali e spesso invece ne arrivano da altre regioni, ma sono meno solide economicamente. Poi sarebbe interessante vedere alla fine cosa costa l’appalto pubblico». L’assessore di Albino ricorda gli aumenti reali registrati come imprenditore edile: «Il vero problema oggi è l’elevato costo delle materie prime: in 4 mesi i laterizi sono aumentati del 245%, l’acciaio del 110%, calce e cemento del 50%, il legname del 100%. Costi che stanno trucidando le imprese e che forse troveranno aggiornamenti sui listini futuri».
11 maggio 2022 (modifica il 11 maggio 2022 | 16:13)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.
I commenti su questo articolo non dovranno contenere quesiti di natura tecnica.