Cosa nostra barcellonese e il business del 110%, il Superbonus, un rapporto consolidato. E dopo la prima puntata d’indagine degli anni scorsi, che aveva visto come figura centrale Mariano Foti, c’è da registrare la seconda tranche d’inchiesta della Procura di Messina diretta da Antonio D’Amato, che ha focalizzato la sua attenzione sul figlio di Foti, Salvatore, su un prestanome, Tindaro Pantè, e su una serie di imprenditori barcellonesi, che risultano indagati per concorso esterno all’associazione mafiosa.
Sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Messina, ieri mattina, ad eseguire l’ordinanza cautelare siglata dalla gip di Messina Simona Finocchiaro, dopo l’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio con i sostituti della Distrettuale antimafia Fabrizio Monaco, Francesco Massara e Antonella Fradà.
Globalmente sono otto gli indagati dell’inchiesta.
Si tratta di Mariano Calderone, di Milazzo; Salvatore Foti, di Milazzo, figlio di Mariano Foti; Fabio Gaipa, originario di Berna, in Svizzera,
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