Gli edifici di culto sono un patrimonio di inestimabile valore per il paese e la loro conservazione passa per i fondi gestiti dal Ministero dell’interno attraverso il FEC (Fondo Edifici Culto). Abbiamo ricostruito la storia e le vicissitudini giudiziarie e amministrative del fondo degli ultimi anni senza aver trovato sui siti istituzionali un’informazione chiara e completa riguardante però l’attuale patrimonio del Fondo e quanto è stato speso fino ad oggi. Così il 28 giugno abbiamo scritto via mail all’ufficio del FEC senza ottenere riscontri.
Vista la necessità di avere informazioni aggiornate abbiamo telefonato al loro ufficio stampa che ci ha rindirizzato presso il Ministero dell’interno. Inviata la mail al Ministero dell’Interno non abbiamo ottenuto risposta alcuna. Per sollecitare abbiamo chiamato il Ministero quattro volte nell’arco di una settimana e ci siamo sentiti rispondere in data 2 luglio che la persona che si occupa del FEC, non era reperibile e la stavano cercando senza successo da giorni e che ci avrebbero ricontattato.
In data 5 luglio abbiamo inviato un’altra mail ma le nostre domande non hanno ancora ottenuto risposta.
Sembra assurdo dover rincorrere gli uffici ministeriali che si occupano di un fondo che viene finanziato ogni anno con circa 1 milione e 700mila euro di fondi pubblici, che è solo una piccola parte del denaro impiegato per la manutenzione e la valorizzazione delle proprietà che ricordiamo non riguarda solo chiese ed abbazie ma anche terreni, caserme e immobili produttivi di rendite (appartamenti, negozi, caserme, cascine aree boschive) e fondi urbani. È stato invece molto più semplice avere dati dal Cei (Conferenza Episcopale Italiana) che sul loro sito hanno in costante aggiornamento, i progetti e il denaro impiegato degli ultimi venti anni per gli edifici di culto.
La collettività paga inoltre per la conservazione dei beni del FEC anche attraverso il 5xmille. Infatti in una circolare del Ministero dell’interno del 2020 che abbiamo trovato riporta: “Anche per il 2020 è possibile donare il 5 per mille IRPEF al Fondo Edifici di Culto, nell’ambito dell’IRPEF destinato, a scelta del contribuente, al finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali.
Negli ultimi 5 anni sono stati finanziati interventi di manutenzione e restauro per oltre 34 milioni di euro. Ciò grazie ai proventi derivanti dalla gestione del patrimonio fruttifero e con il contributo annuale dello Stato attualmente pari ad € 1.679.723,00.”Quindi secondo la nostra caccia al tesoro nella pubblica amministrazione sono 34 i milioni spesi in cinque anni ma quanti sono dall’istituzione del fondo? Ossia in 36 anni quanto è stato speso e quali sono le entrate derivanti dalle proprietà? Inoltre nel Recovery Plan tra i quasi 7 miliardi di euro previsti per la cultura ci sono 800 milioni per il Fondo Edifici di Culto. “Conservation Project800 milioni di euroProgramma di prevenzione antisismica per chiese, campanili e torri e interventi di restauro delle chiese del Fondo Edifici di Culto (FEC).Creazione del Centro per il controllo e il monitoraggio dei Beni culturali per la sicurezza dei siti culturali italiani.”
Le informazioni trovate purtroppo fino adesso sono ancora parziali e non danno un’idea precisa come abbiamo detto di quanto è stato speso, a quanto ammonta il patrimonio del FEC e soprattutto a che punto sia il censimento di tutte le proprietà del fondo dopo quasi 40 anni dalla sua istituzione che come osservato dalla Corte dei Conti è incompleto e lento. Ad aggiungersi a questo resta aperta la questione se ci siano ancora i conti bancari negli istituiti di credito dove sarebbero depositati i soldi del fondo nonostante le osservazioni contrarie della Corte dei Conti. Insomma dubbi su dubbi su una questione di interesse pubblico che faticano a trovare risposta. Di certo ci sono solo pochi dati e le varie contestazioni dI parte della politica e del mondo accademico sul fatto che i fondi per gli edifici di culto siano pochi ma nel dettaglio non è chiaro di come siano stati utilizzati dal 1985, compresi purtroppo i 10 milioni spariti dal fondo nel 2013. Dal FEC dipende la conservazione del patrimonio artistico e storico del Paese, ma come spesso accade sia ha la forte impressione di essere di fronte ad una gestione “made in Italy”.
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