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Leambiente presenta il Rapporto Civico 5.0: il diritto a vivere in classe A • Legambiente – Legambiente

Oggi la presentazione dei risultati della campagna di Legambiente sullo stato di efficienza del patrimonio edilizio italiano: coinvolte 7 città in 5 Regioni. Edilizia popolare focus della 4ª edizione.

Legambiente: “Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, in Italia servono interventi di riqualificazione strutturale su 93 mila condomini e 900 mila abitazioni”.

Superbonus, 10 proposte per farne una politica improntata alla riduzione dei gas climalteranti, al contrasto alla povertà energetica, alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio.

Online l’evento “Scaldarsi bene, tutte e tutti! L’edilizia popolare al centro della rivoluzione energetica”

>> Risultati monitoraggi, le termografie di Legambiente

>> Versione integrale del rapporto “Il diritto di vivere in classe A”

La riqualificazione energetica del patrimonio edilizio quale chiave strategica per affrontare le principali emergenze al centro del dibattito pubblico, dalla crisi climatica a quella socioeconomica, dal perdurare dei conflitti al caro bollette: a patto che a beneficiarne, però, siano soprattutto le fasce più bisognose della popolazione e i quartieri marginali delle nostre città.

È la sfida che muove Civico 5.0, la campagna con cui Legambiente racconta e denuncia lo stato di inefficienza dell’edilizia in Italia: focus di questa quarta edizione, come lo scorso anno, è ancora una volta l’edilizia popolare. Oggi in programma, dalle 10.00, l’evento “Scaldarsi bene, tutte e tutti! L’edilizia popolare al centro della rivoluzione energetica”, durante cui sarà presentato il rapporto redatto a fine campagna, in diretta sui canali Facebook di Civico 5.0, YouTube di Energia Legambiente e LinkedIn di Legambiente.

I monitoraggi di Legambiente. I monitoraggi condotti dall’associazione attraverso termografie, in grado di rivelare il comportamento termico dei manufatti edilizi, hanno interessato cinque Regioni italiane, sette città e nove diversi quartieri che si aggiungono ai dieci della scorsa edizione, dalla Lombardia alla Sicilia: Corvetto a Milano, dove sono in atto processi di rigenerazione, l’Isolotto a Firenze, dalla seconda metà del ‘900 strutturato con un’attenta progettazione e uno studio degli spazi, San Giovanni a Teduccio a Napoli, dove è sorta la prima comunità energetica rinnovabile e solidale in Italia, il Quarticciolo, Casilino 23 e Villa dei Gordiani a Roma, Villaggio Kennedy a Piazza Armerina, Viale Autonomia a Caltagirone e Via Turati a Caltanisetta, dove gli interventi dell’ente gestore ancora latitano. Un viaggio da Nord a Sud che ancora una volta racconta di un’edilizia popolare vetusta, poco manutenuta e curata, cui si accompagnano dispersioni degli infissi, involucri poco coibentati e sistemi murari disperdenti.

Criticità che acuiscono le disuguaglianze già vissute prima dell’emergenza sanitaria e aggravate dal caro bollette post-pandemia che, secondo dati Arera, nel primo trimestre 2022 ha portato a un aumento del costo della bolletta luce del 131% rispetto all’anno precedente e del 94% di quella del gas. Con un incremento complessivo delle spese in bolletta per una famiglia-tipo di quasi mille euro da aprile 2021 a marzo 2022. Eppure, di fronte all’aumento delle bollette, che porterà la spesa energetica a incidere per il 20% delle spese complessive del 44% delle famiglie in Edilizia Residenziale Pubblica, con un reddito inferiore a 10 mila euro l’anno, nessuna politica strutturale è stata messa in campo in questi mesi, denuncia Legambiente.

Conoscere i territori, i quartieri e le loro problematicità è il primo passo per la loro transizione: chi si occupa dell’abitare nello spazio pubblico e privato ha una grande responsabilità, quella di ridefinire in maniera strutturale la politica energetica e abitativa di questo Paese, riducendo le asimmetrie e le disuguaglianze fra aree geografiche e persone — osserva Katiuscia Eroe, responsabile Energia di LegambienteEppure, nell’ultimo anno il Superbonus, l’incentivo più generoso al mondo, è stato mal gestito, attaccato e rimodulato, con una riduzione della platea e delle opportunità, mettendo a nudo l’inadeguatezza dell’intera filiera. Una misura che dovrebbe porsi l’obiettivo di riqualificare il patrimonio edilizio italiano, strumento utile alla riduzione dei gas climalteranti e di welfare per le famiglie, deve necessariamente guardare ai risultati di medio e lungo termine. La riqualificazione in chiave energetica unita alla rigenerazione urbana, all’elettrificazione dei consumi domestici e alla modifica degli stili di vita rappresenta una chiave fondamentale per affrontare le emergenze attuali, nonché un investimento senza pari per il futuro dell’Italia”.

Efficienza energetica, quali vantaggi. Il settore edilizio è tra i maggiori responsabili del cambiamento climatico: secondo il vecchio Piano nazionale integrato Energia e Clima, incide per il 17,4% sulle emissioni totali in atmosfera, non solo a causa dell’uso di fonti fossili, ma anche per via delle forti dispersioni di calore.

Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, Legambiente stima che occorrerebbe intervenire[1] in maniera strutturale per riqualificare oltre 93 mila condomini l’anno a partire dal 2022. Se a questa riconversione si aggiungesse anche quella degli altri alloggi, tra abitazioni unifamiliari e indipendenti stimabili in oltre 900 mila case, in otto anni si ridurrebbero ben 29,2 milioni di tonnellate di CO2 e 14,55 miliardi di mc di gas fossile, pari al 19,4% degli attuali consumi totali del Paese.

Senza dimenticare i vantaggi di cui, nello specifico, beneficerebbero i nuclei familiari dal vivere in abitazioni in classe A, a partire dalla riduzione dell’80% dei consumi rispetto a una Classe G. O, ancora, le opportunità per le imprese e per il Paese: basti pensare agli investimenti del settore smart building che nel 2020 in Italia ha fatto registrare un volume di affari di oltre 7,6 miliardi di euro.

Superbonus, le criticità da superare. Il Superbonus, osserva Legambiente, è di fatto l’unica politica di efficienza energetica esistente in Italia e, se non adeguatamente gestito, rischia di inasprire disparità territoriali e sociali. I dati di ENEA ci dicono che dal 2007 al 2019 l’Ecobonus ha incentivato circa 4 milioni d’interventi, di cui oltre la metà rappresentate da semplici sostituzioni di infissi, mentre nel 2020, a fronte di oltre 486mila interventi, appena 2.117 hanno riguardato riqualificazioni totali.  Nel 2021, primo anno di concreta applicazione del Superbonus, gli interventi asseverati sono stati invece 40.029, tra 5.218 condomini, 20.548 edifici unifamiliari e 14.263 unità immobiliari indipendenti.

Numeri importanti, commenta Legambiente, anche se non soddisfacenti per stare in linea con gli obiettivi climatici e sociali. Si rilevano inoltre disparità importanti, legate a reddito, condizione occupazionale, età e titolo di studio, nelle opportunità d’accesso al Superbonus che rischiano di aiutare e sostenere solo la fetta di popolazione che può permettersi tali interventi o in grado di gestire i complessi sistemi d’accesso. Basti pensare che, ad esempio, soltanto i detentori di un immobile o i percettori di un reddito possono accedere alle detrazioni fiscali del 50% per acquistare un pannello solare domestico, e che invece una persona disoccupata che vive in una casa popolare non ne ha diritto.

Serve una riforma sostanziale del sistema incentivante, che premi le soluzioni più efficaci e corregga le distorsioni. Paradossale che ad esempio, di fronte all’emergenza climatica e al caro bollette, si continui a spingere sulle fossili incentivando le caldaie a gas anziché sostenere le famiglie nell’optare su pompe di calore e pannelli solari”, dichiara il presidente nazionale di Legambiente, [1] Il numero di interventi necessari fa riferimento al numero di condomini e alloggi, definiti come in pessimo stato di conservazione, secondo l’ultimo censimento Istat 2011

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