Bergamo. I numeri sono positivi, ma per la vera svolta del settore serviranno risposte celeri e funzionali ad alcune incognite che al momento lo attanagliano. Spinta da incentivi e bonus fiscali, l’edilizia bergamasca viaggia a ritmo sostenuto e se già il 2021 faceva segnare un +24% sul 2020 e +14% sul 2019, i primi tre mesi di quest’anno sono andati in archivio con una crescita del 6,9% della massa salari rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Un andamento che Ance Bergamo, guidata dalla presidente Vanessa Pesenti, osserva e analizza con attenzione, per intercettare tendenze e opportunità di cui il mercato è ricco: lo farà anche nel pomeriggio di giovedì 26 maggio, nell’assemblea pubblica alla presenza del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.
Pesenti, qual è oggi lo stato di salute dell’edilizia bergamasca?
Il 2021 è andato bene e l’intero Paese ha saputo reagire anche grazie al nostro settore, che nonostante le difficoltà legate principalmente alla tragedia della guerra e all’emergenza legata al caro materiali è riuscito a partire bene anche nel 2022. Tutti i dati sono positivi e questo lo dobbiamo principalmente a tre fattori: gli incentivi fiscali potenziati, col superbonus a farla da padrone, una nuova stagione di opere pubbliche e, peculiarità tutta bergamasca, la vivace dinamica della produzione edilizia non residenziale. Elementi che hanno determinato una crescita degli investimenti e una stima del +21% riguardo la produzione.
Un contesto positivo, ma nel quale permane qualche incognita…
Continuiamo a fare fatica a fare previsioni per i prossimi mesi, per una serie di motivi: la guerra, la tensione inflattiva peggiorata, lo sbilanciamento tra un’offerta ridotta e una domanda invece euforica che sta saturando il mercato. Aggiungiamoci che il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita dell’Eurozona…
Ha parlato di domanda euforica e mercato quasi saturo: ci sono aziende che si trovano anche nella paradossale situazione di dover rinunciare a delle commesse. Questione di mancanza di personale?
Le rinunce arrivano quando l’azienda si rende conto di aver raggiunto la sua massima capacità produttiva. Sul loro lavoro gravitano anche incognite come il caro materiale e l’incertezza dei tempi di consegna dello stesso. Siamo andati ad analizzare i dati del superbonus in provincia di Bergamo: nel 2021 ha portato investimenti per 1,4 milioni di euro, l’84% di tutti quelli di manutenzione straordinaria sul patrimonio abitativo provinciale. Il suo duplice obiettivo è stato raggiunto: rilanciare il settore e ammodernare il patrimonio edilizio dal punto di vista energetico e della sicurezza sismica.
E quali ripercussioni ha avuto sul lato occupazionale?
Il superbonus ha portato al lavoro 21mila persone, 14mila nelle costruzioni e altri 7mila nell’indotto: significa rispettivamente due e un addetto per settore ogni duecentomila euro di investimento.
Non è stato comunque tutto rose e fiori…
Si sono generate alcune criticità e ce ne sono ancora. Prima tra tutte il blocco della cessione del credito nei mesi scorsi: ora che la questione si è smossa speriamo che le banche si riattivino celermente per riaprire questi meccanismi. Anche perchè abbiamo famiglie che hanno investito e ora sono bloccate, o aziende che hanno lavorato senza aver più incassato.
Le risorse in arrivo dal Pnrr sono la svolta attesa?
In Lombardia stanno per arrivare 14 miliardi, dei quali 689 milioni finiranno in provincia di Bergamo: tra questi, 400 milioni sono legati alla missione ‘Rivoluzione verde’ e transizione ecologico. Secondo le nostre previsioni, però, anche qui ci sono dei problemi: il 60% delle opere candidate o finanziate non ha ancora un progetto esecutivo, il 50% ha un costo costruito solamente su stime e nel 72% dei casi addirittura i prezzi non sono nemmeno quelli aggiornati agli ultimi dodici mesi. Ma è comunque una grande opportunità, perchè nella nostra provincia queste risorse serviranno per fare opere nuove o per completarne di molto importanti.
Una mano ve la possono dare anche alcune modifiche al cosiddetto Decreto Aiuti.
Sono state inserite due norme: una prevede l’obbligo dell’aggiornamento dei prezzari regionali entro luglio e auspichiamo che la Regione lo faccia celermente. Poi è stato inserito un meccanismo di compensazione automatica per le imprese per lavori fatti quest’anno ma con offerte risalenti allo scorso. La misura c’è, poi servono i decreti attuativi che devono arrivare velocemente.
Anche negli ultimi mesi le cronache locali hanno riportato di infortuni, in alcuni casi mortali, che hanno colpito il mondo dell’edilizia. Voi come associazione siete sempre stati attenti e promotori di una formazione che vada anche oltre quella obbligatoria.
Sicurezza e rispetto delle regole sono due priorità per Ance Bergamo. E quando parlo di regole intendo anche a livello di una contrattualistica adeguata: sono i pilastri sui quali devono poggiare le nostre aziende. A questo proposito siamo felici di aver ottenuto una norma sulla qualificazione delle imprese che lavorano soprattutto con questi bonus fiscali: dal prossimo anno i lavori sopra una certa soglia di costo dovranno essere svolti da aziende che abbiano determinate caratteristiche, con certificazione SOA per importi superiori ai 500.000 euro. Questo è un primo risultato positivo, che tutela tutti, cliente finale compreso: affidare i lavori a imprese che hanno una determinata storia, competenze e che fanno parte di un sistema regolare, controllato, con una formazione continua, è sicuramente un elemento che mette al riparo da spiacevoli evoluzioni. Anche di abusi e truffe, che per fortuna non hanno riguardato il nostro territorio, ma che comunque hanno inquinato il settore.
Cosa può essere la spinta decisiva per proiettare il settore in un futuro senza crisi o criticità?
Come Ance abbiamo chiesto, in particolare, che i bonus fiscali siano resi strutturali: anche con incentivi più bassi, ma che consentano di programmare gli interventi di ammodernamento. L’averli concentrati in tempi così stretti, non neghiamolo, ha lasciato spazio anche a qualche speculazione. Se riuscissimo ad avere più tempo, entro il 2030 potremmo davvero arrivare a un efficientamento energetico di tutto il nostro patrimonio abitativo: non rischieremmo di avere gare pubbliche andate deserte, con prezzi talvolta inadeguati, e potremmo allargare la platea dei beneficiari.
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Source: bergamonews.it
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