di Chiara Sentimenti Demolire e ricostruire l’ex Inam sfruttando gli incentivi previsti dal Sismabonus del governo. Più volte negli anni si è palesata l’idea da parte dei proprietari, la società Intermesoli-Emiliani di abbattere il palazzone fatiscente di via Dante Alighieri, ma ora la prospettiva è decisamente più concreta perché si potrebbero utilizzare i fondi previsti dal governo per le riqualificazioni urbanistiche. Ma i tempi sono stretti, tanto che a gennaio la società, tramite un’azienda di smaltimento…
di Chiara Sentimenti
Demolire e ricostruire l’ex Inam sfruttando gli incentivi previsti dal Sismabonus del governo. Più volte negli anni si è palesata l’idea da parte dei proprietari, la società Intermesoli-Emiliani di abbattere il palazzone fatiscente di via Dante Alighieri, ma ora la prospettiva è decisamente più concreta perché si potrebbero utilizzare i fondi previsti dal governo per le riqualificazioni urbanistiche. Ma i tempi sono stretti, tanto che a gennaio la società, tramite un’azienda di smaltimento incaricata, ha già presentato all’Asur la richiesta di rimozione delle pavimentazioni che devono essere smaltite come rifiuti speciali, primo passo per poi chiedere al Comune tutti i permessi per la demolizione dell’edificio. L’Asur ha chiesto ulteriori documentazioni che sono state fornite dalla società la scorsa settimana e ora si è in attesa del parere definitivo. Altro passaggio burocratico si è compiuto, invece, in Provincia dove i dirigenti dell’ufficio Ambiente hanno stabilito che non è necessaria la Valutazione di impatto strategico (Vas), per la modifica al progetto iniziale, da cui è stato eliminato il sottopasso che avrebbe dovuto collegare il palazzo dell’ex Inam ai parcheggi interrati che si trovano dall’altra parte della strada, cioè sotto la Coop. Un intervento di cui i proprietari dell’edificio hanno deciso di fare a meno oramai da diverso tempo perché poco funzionale e perché avrebbe richiesto diversi mesi di lavori, in cui via Dante sarebbe dovuta rimanere chiusa al traffico. “C’è tutta la volontà di poter realizzare la struttura, non chiediamo né favori, né altro, ma solo che vengano eliminati gli intoppi burocratici”, spiegano dalla società. Nel palazzo, una volta demolito e ricostruito secondo le ultime regole antisismiche, troverebbero spazio strutture commerciali e attività di interesse pubblico, ma il cronoprogramma deve essere fatto in tempi rapidi, perché i benefici del Sismabonus, che nel frattempo è stato assorbito dal Superbonus 110%, scadono il 30 giugno 2022.
“Sarebbe un’occasione importante che speriamo di non perdere – commenta Domenico Intermesoli –, non come il recupero dell’ex convento delle Monachette (in via Berardi, ndr) che oggi sarebbe cosa fatta se, un mese dopo un incontro a cui partecipammo io, mio figlio Andrea, il nostro architetto Silvana Lisi, l’allora sindaco Carancini e l’assessore Ricotta in cui concordammo il progetto, il sindaco decise di non portarlo nemmeno in commissione perché, secondo lui, il privato voleva utilizzare a suo fine un bene pubblico. Il nostro intento era esattamente il contrario”.
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