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«Logistica vicina al collasso: chi costruirà le opere del Pnrr?» – Giornale di Brescia – NEWS110

Il trasporto merci su ferro è uno dei punti centrali della strategia del Governo per i prossimi dieci anni. Lo ha ribadito anche ieri il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile Enrico Franceschini: «Grazie al mare bonus e agli investimenti infrastrutturali abbiamo l’opportunità di fare quel famoso shift modale di cui parliamo da tempo».

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Un progetto ambizioso e sicuramente apprezzato anche dall’amministratore delegato del gruppo Germani, Mauro Ferrari. Basti pensare che a fine 2020 l’azienda di San Zeno Naviglio ha acquisito il controllo di una società emiliana specializzata nei trasporti intermodali. «In questo modo – aveva motivato allora l’operazione lo stesso Ferrari – copriremo tutta la filiera». Nel frattempo, il comparto nazionale dei trasporti su gomma, grazie al notevole sviluppo del commercio online, è stato protagonista di una significativa crescita sotto diversi punti di vista: sono aumentati i volumi d’affari, il traffico merci e pure il numero di imprese. «Ora, però, i rincari indiscriminati dei carburanti rischiano di portare al collasso tutto il nostro sistema della logistica, costringendoci anche ad abbandonare tutti i bei progetti inclusi nel Pnrr» lamenta l’a.d. della Germani.

Il punto

«In Italia – spiega l’imprenditore – abbiamo 81mila aziende di autotrasporto, di cui 21.573 con un solo veicolo, 32.776 con una flotta da 2 a 5 mezzi e 19.350 con un massimo di 20 camion. Ebbene, queste aziende, ossia il 91% del totale, corrisponde a piccole realtà, che spesso fanno capo a società familiari. Il caro carburanti le sta “uccidendo” – tuona Ferrari -, in quanto non hanno potere contrattuale e neppure strutture aziendali di supporto. Il Governo non può trascurare questo aspetto. Tra poco ci renderemo conto che con l’incremento spropositato dei costi anche le grandi opere previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza non saranno più finanziabili. Mi riferisco ad esempio ai piccoli autotrasportatori che non riusciranno più a garantire il prezzo concordato con appalti stipulati in precedenza. Se loro usciranno dal mercato chi costruirà le grandi infrastrutture di cui ha bisogno il Paese?».

I numeri

La Germani è la più grande azienda di trasporti della nostra provincia. «Abbiamo 390 mezzi motore di proprietà, 550 rimorchi, 500 container per l’intermodale e il supporto costante di 140 artigiani, i cosiddetti “padroncini” – illustra l’imprenditore -. Non le nascondo che ogni giorno consumiamo mediamente circa 70mila litri di gasolio, che negli ultimi due mesi ha subito un rincaro del 50% e addirittura del 107% in tredici mesi». Gli effetti (ovviamente indesiderati) si rifletteranno sul conto economico. «Questi rincari eroderanno totalmente la marginalità del nostro fatturato – ammette Ferrari – e ci costringerà a tagliare drasticamente gli investimenti previsti nei prossimi anni, anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale e dell’occupazione».

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