Il testo della Manovra 2022 non è stato ancora chiuso, che già il Governo a guida Mario Draghi sta procedendo a una parziale riscrittura. Sono ancora troppe e troppo alte, infatti, le tensioni interne ai partiti che compongono la maggioranza ecumenica. Con particolare riferimento a due vexatae quaestiones come i bonus per la casa e il Reddito di cittadinanza.
Le misure della Manovra 2022
Come già l’anno passato, anche la nuova Finanziaria, attesa in Parlamento il 20 ottobre, giungerà in Aula con qualche settimana di ritardo. Al punto che Luigi Marattin, presidente italovivo della Commissione Finanze di Montecitorio, ha denunciato l’esistenza di una «distorsione ormai strutturale».
In questo caso, però, non tutte le dilazioni vengono paradossalmente per nuocere. Benché infatti il disegno di Legge di Bilancio sia stato licenziato il mese scorso, l’esecutivo vi sta già apportando dei correttivi. E non è escluso nemmeno un ulteriore passaggio in CdM prima dell’approdo in Senato – presumibilmente venerdì, dopo la bollinatura della Ragioneria Generale dello Stato.
Tra i provvedimenti confermati spicca, tra l’altro, la riforma previdenziale, con il superamento di Quota 100 in favore di Quota 102. Si potrà cioè andare in pensione anticipata con almeno 64 anni d’età e 38 di contributi – ma solo per il 2022, poi chi vivrà vedrà. È stata prorogata anche la cosiddetta “Opzione Donna”, che ripristina il parametro dei 58 anni (59 per le lavoratrici autonome), due in meno dell’attuale regime.
Resta pure il taglio delle tasse, quantificato in 8 miliardi, destinati soprattutto alla riduzione del cuneo fiscale, dell’Irpef e dell’Iva. Lo stanziamento sale a 12 miliardi se si considerano la minor imposizione, il calmieramento del caro bollette e il rinvio di plastic e sugar tax.
Poi, naturalmente, ci sono i nodi del contendere – due su tutti: sui quali gli azionisti di maggioranza di SuperMario si stanno dando aspra battaglia.
I due nodi del contendere
Il primo è il RdC, rifinanziato con un miliardo secondo i desiderata grillini, ma per cui è già previsto un “tagliando” come chiedeva il Carroccio. O meglio, per citare Andrea Orlando, Ministro dem del Lavoro, una «razionalizzazione dell’istituto» che «preveda un meccanismo che spinga di più alla ricerca di lavoro».
Tale meccanismo si chiama décalage, che tradotto dal burocratese significa “decurtazione progressiva” dell’assegno per i percettori del Reddito di Cittadinanza che declineranno un’offerta occupazionale «congrua». Al secondo rifiuto, poi, scatterà la revoca del sussidio.
Poi ci sono i bonus edilizi, che stavolta vedono M5S e Lega curiosamente dalla stessa parte. Soprattutto in merito al Superbonus al 110% su villette e abitazioni unifamiliari, per cui a ottobre era stato introdotto un tetto di 25mila euro di Isee. Un tetto che il senatore Alberto Bagnai, responsabile economico di via Bellerio, ha bollato come «assurdo», trovando in questo caso la sponda del MoVimento. Con Agostino Santillo, vicecapogruppo pentastellato a Palazzo Madama, che ha definito il paletto «una discriminazione», malgrado il Mef nutra serie perplessità sulle coperture di un’eventuale liberalizzazione.
Le grandi manovre sulla Manovra 2022
Nessun dubbio invece sul rinnovo del tradizionale bonus ristrutturazione, dell’ecobonus per l’efficientamento energetico e del sismabonus. Per cui sarà possibile continuare a beneficiare di sconto in fattura e cessione del credito (a banche, aziende o anche a terzi). Contestualmente, verranno rafforzati anche qui i controlli preventivi anti-frode. «Quelli appena partiti hanno già rilevato abusi e, talvolta, lo sconfinamento nel riciclaggio di denaro sporco» ha spiegato Maria Cecilia Guerra, sottosegretario all’Economia.
Tutti, insomma, aspirano as usual a misure “su misura”. E le grandi manovre per la Manovra 2022 potrebbero essere, alla fine, solo questione di agevolazioni, con o senza limiti.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.