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Manovra: così possono cambiare ancora tasse, bollette, cartelle e Superbonus – QuiFinanza

La Manovra che spacca i sindacati entra nel vivo. Una Manovra densissima, che ha incassato ben 6.300 proposte di emendamento. Pensioni, Superbonus 110%, bollette, Irpef, cartelle esattoriali, Reddito di cittadinanza e non solo: sono tanti i punti su cui Governo e maggioranza stanno cercando di trovare una quadra in questi giorni.

Obiettivo di Draghi e della sua squadra è trovare un punto di contatto, una sintesi, che porti a un elenco condiviso di emendamenti da presentare in Commissione Bilancio al Senato, a partire dalla valutazione di un massimo di 600 richieste, non di più, per cui a disposizione ci sono “appena” 600 milioni di euro, su una Manovra da 33 miliardi. Troppo pochi per fare tutto quello che chiedono i partiti.

Per il via libera finale il testo dovrebbe arrivare alla Camera il 21 dicembre, ma non è detto che si riesca a rispettare una tempistica così stretta. Intanto i sindacati hanno proclamato un nuovo sciopero generale per giovedì 16 dicembre e la scuola si ferma in tutta Italia venerdì 10.

Ma quali sono i nodi ancora da sciogliere?

Taglio delle tasse

Il taglio delle tasse è uno dei punti più caldi del dossier, per cui il Governo ha messo in campo 8 miliardi: 7 per per il taglio dell’Irpef e 1 per quello dell’Irap. Draghi aveva detto sin dall’inizio che l’obiettivo era intervenire sulle aliquote delle fasce di reddito medio, ma sono state diverse le critiche e le richieste di spostare l”aiuto” sui ceti bassi, sui lavoratori e pensionati, sulle imprese, a seconda dell’interessato.

La nuova Irpef presenta 4 aliquote (23%, 25%, 35% e 43%) e un meccanismo di detrazioni che punta a ridurre le tasse a chi guadagna tra i 35mila e i 50mila euro.

Intanto, Forza Italia insiste sull’abolizione dell’Irap per le persone fisiche e le società di persone. L’abolizione dell’imposta regionale sulle attività produttive per queste categorie a partire dal 1° gennaio 2022 avrebbe oneri stimati in 3 miliardi di euro.

Bollette

Il taglio dell’Irpef ha direttamente a che fare anche con il caro bollette: Draghi avrebbe voluto utilizzare i risparmi derivanti dall’Irpef per ridurre i costi delle bollette, ma è già stata cassata. Resta però la richiesta di trovare altre risorse per evitare un brusco rialzo dei costi attesi, stanziando più dei 2,8 miliardi già previsti.

500 milioni di questi 2,8 mld verrebbero recuperati dalle risorse non utilizzate nel 2022 dalla riforma Irpef e 300 bisognerebbe farli saltare fuori in altro modo.

Le votazioni sulle proposte di modifica dovrebbero iniziare non prima di martedì 14 dicembre per consentire il passaggio del provvedimento al Parlamento da domenica 19 dicembre.

Ma il clima è tesissimo, con il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli che addita il centrodestra come responsabile di aver fatto saltare questa possibilità stoppando la proposta del contributo di solidarietà sui redditi oltre 75mila euro proposto dal premier Draghi. Lega e Fi hanno chiesto di attingere alle risorse destinate al Reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza

E proprio sull’Rdc è scontro aperto tra M5s e Lega. Il primo lo difende a spada tratta, il secondo lo vorrebbe eliminare in seduta stante.

Ma i tempi stringono: il Senato, che ha ricevuto il ddl bilancio l’11 novembre, ha assegnato il provvedimento in commissione Bilancio il 16 ma ancora non ha iniziato l’esame. Ciò significa che il testo dovrebbe approdare in Senato il 19 dicembre e il 21 alla Camera, e considerando che il termine ultimo per il via libera definitivo è il 31 dicembre, il lavoro parlamentare si dovrà giocoforza concentrare in pochi giorni.

Pensioni

Pensioni anche sempre al centro del confronto politico: si cerca una soluzione per le pensioni. Dopo 3 anni addio a Quota 100, sì ma adesso che succede? Bocciata a gran voce l’ipotesi di Quota 102, è tutto da vedere.

Superbonus 110% e Bonus facciate

Altro tema scottante il Superbonus edilizio del 110%, con il tetto Isee a 2mila euro, che a quanto pare fa storcere il naso un po’ a tutti. Pd e M5s rispolverano anche il bonus facciate che tanto è piaciuto agli italiani, chiedendo di tenerlo al 90% anziché farlo scendere al 60%.

Cartelle fiscali

Il M5s torna a spingere anche sulla Rottamazione quater. Il tema delle cartelle fiscali torna centrale, dopo la sospensione Covid e poi la ripresa: si parla di una possibile ulteriore proroga oltre a quella del 14 dicembre, forse da 150 a 180 giorni.

Si parla anche di un’ipotesi di Saldo e stralcio e di una proroga di 2 mesi, al 31 gennaio, per l’Irap e per chi lo scorso anno ha goduto di un esonero non spettante.

Flat tax lavoratori autonomi

Il Movimento 5 Stelle rilancia poi su una “easy tax” per autonomi e partite Iva per uscire dalla Flat tax, la Lega in primis propone un innalzamento ad una soglia di fatturato di 100mila euro. “Ci sarà un confronto molto aspro nella maggioranza in sede di attuazione della delega fiscale, perché ci sono opinioni diverse”, ha fatto sapere la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra, a Rainews 24.

Portare il tetto della Flat tax a 100mila euro aumenterebbe ancora in modo molto significativo la distanza di tassazione a parità di reddito, dice, “credo sia inconcepibile”.

L’attuale sistema con soglia a 65mila euro non è in discussione, assicura, “è un sistema che ha dei pregi, perché semplifica l’applicazione dell’imposta, in particolare per quanto riguarda l’Iva, tuttavia, “non è molto giustificato sul piano dell’equità fiscale perché non c’è un particolare motivo per cui i redditi siano tassati in modo diverso a seconda della categoria di appartenenza”.

Il punto è che un lavoratore dipendente, un lavoratore autonomo, un pensionato, se prendono 20mila euro dovrebbero essere tassati nello stesso modo, ma nel nostro sistema ad oggi non è così: “E’ un sistema fortemente iniquo, ma questo tema sembra non interessare molto”, ha concluso.

Patent box

Possibili modifiche potrebbero arrivare anche in merito alla cosiddetta Patent box. Si tratta di un regime opzionale di tassazione agevolata per i redditi derivanti dall’utilizzo di software protetto da copyright, di brevetti industriali e marchi d’impresa.

Di fatto prevede la parziale detassazione dei proventi derivanti dallo sfruttamento dei beni immateriali a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione e dal settore produttivo di appartenenza, incluse le stabili organizzazioni in Italia di residenti in Paesi con i quali è in vigore un accordo per evitare la doppia imposizione e con i quali lo scambio di informazioni è effettivo (sono esclusi invece i contribuenti in regime forfettario, quelli appartenenti al tonnage tax, società agricole che calcolano il reddito su base catastale e altri, e le società assoggettate alle procedure di fallimento o liquidazione).

Riguardo alla riforma, si ipotizza un sistema con due opzioni alternative per le imprese: incentivi sulla sperimentazione o detrazione sull’utilizzo dei brevetti.

Source: quifinanza.it

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