“Sono deluso, amareggiato, preoccupato. Questo è un momento determinante per la ripresa e la crescita del paese. Le aziende stanno ricominciando ad avere fiducia, a programmare investimenti, ma combattono ancora con il problema della liquidità e con l’aumento vertiginoso del prezzo delle materie prime, che pesa sui conti. Questo cambio di rotta non ci voleva, è una batosta. Spero che il governo ci ripensi». Così Maurizio Marchesini, Vice Presidente di Confindustria per le Filiere e le medie imprese, in un’intervista al Sole 24 Ore, ha commentato la decisione della Ragioneria dello Stato di bloccare la norma, inserita del Dl Sostegni, che consente la cessione a terzi dei crediti fiscali per gli incentivi di Transizione 4.o e bonus mobili. Una disciplina già prevista per altri strumenti, come il super ecobonus e sisma bonus al 110%.
Secondo il Vicepresidente, in questo modo, “si mette a rischio un’impalcatura fondamentale. Già si cominciavano a vedere i risultati positivi del superbonus nel mondo dell’edilizia, con una ripresa di tutta la filiera. È troppo presto per vedere gli effetti di Transizione 4.0, ma abbiamo valutato che la possibilità di cedere il credito di imposta avrebbe dato un impulso molto forte agli investimenti, addirittura raddoppiandoli. Inoltre, non è comprensibile questo atteggiamento del governo, dal momento che il digitale è uno dei driver del PNRR, come ha indicato l’Unione Europea nelle linee guida del Recovery Plan”.
C’è l’impegno del governo a ridiscutere l’argomento quando il Dl Sostegni sarà votato, ma “noi saremo rassicurati – ha continuato Marchesini – solo quando la norma sarà ripristinata. Intanto questa marcia indietro non ci voleva perché crea incertezze in un momento molto delicato. La pandemia, nonostante la campagna vaccinale prosegua, non è ancora sconfitta e, sullo scenario internazionale, il rincaro abnorme delle materie prime fa lievitare i costi e ne rende più difficile la disponibilità”.
“Le aziende – ha sottolineato il Vice Presidente – hanno infatti aumentato il proprio debito per resistere in questa fase di emergenza. Si sta discutendo della proroga della moratoria, ma a quanto sembra non sarà automatica e non sarà per tutti. Poter cedere i crediti di imposta su Transizione 4.0 avrebbe rilanciato gli investimenti innovativi, su cui ultimamente c’era stato un rallentamento. Sto organizzando un road show per l’Italia, ne ho parlato anche con il Ministero dello Sviluppo economico, e sono certo che avrei trovato grande disponibilità tra le imprese, grazie anche alla possibilità della cessione del credito: poter acquistare un macchinario e pagarlo la metà è un vantaggio importante per l’imprenditore. Si traduce in una spinta forte all’innovazione dell’impresa e dà impulso alla crescita del paese. Per il fisco, tra l’altro, non cambia nulla, perché il soggetto terzo ammortizza il credito nello stesso tempo in cui lo farebbe il soggetto principale”.
Quindi, per le imprese, ha evidenziato Marchesini “quella del governo, è una posizione davvero incomprensibile. Abbiamo bisogno di queste misure e ne abbiamo bisogno ora. Le aziende devono trovare risorse per investire e crescere, ripagare il debito contratto tra il 2020 e il 2021. I prossimi mesi sono decisivi per superare la grande crisi dovuta alla pandemia. Tra un anno e mezzo, magari due, potremmo non averne un bisogno così cruciale come adesso. Tra l’altro, con gli investimenti e la crescita, aumenta l’occupazione. E la digitalizzazione, con le nuove tecnologie e i macchinari 4.0, apre le porte ad un maggiore impiego dei giovani, una delle categorie più penalizzate dal Covid. E proprio sulla cessione dei crediti di imposta avevamo insistito moltissimo durante la discussione della legge di Bilancio ed eravamo soddisfatti. Transizione 4.0 investe aspetti importanti, come gli incentivi alla formazione, l’innalzamento delle aliquote, l’ammortamento ridotto a tre anni. Ma se la cessione non viene ripristinata – ha concluso Marchesini – salta un elemento importante”.
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