Ha fornito la sua versione dei fatti, rispondendo alle domande che gli sono state poste dal gip Manuel Bianchi e dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli. Stefano Francioni (foto), 42 anni, il commercialista riminese travolto dalla maxi-inchiesta Free Credit della Guardia di Finanza, ieri mattina ha preso parte all’interrogatorio di garanzia, collegandosi in videoconferenza con il tribunale di Rimini. Francioni, che è detenuto nel carcere di Ferrara, è difeso dagli avvocati Moreno Maresi e Andrea Guidi. All’interrogatorio hanno preso parte anche gli altri tre arrestati riminesi: il ristoratore Nicola Bonfrate, 53 anni, difeso dall’avvocato Giancarlo Filippone, la moglie Imane Mounsiff, 35 anni, difesa dall’avvocato Francesco Maria Crociani, e l’albergatore Giuseppe Felice Guttadoro, 62 anni, difeso dall’avvocato Piero Venturi. Guttadoro, in particolar modo, ha voluto chiarire i suoi rapporti con Bonfrate e Francioni, riferendo di essersi limitato unicamente a metterli in contatti con l’imprenditore campano Sabatino Schiavino, interessato all’acquisto dei crediti di imposta per la sua azienda. Guttadoro ha aggiunto di non aver mai avuto dubbi sulla provenienza dei crediti, visto che le carte che si era trovato davanti erano perfettamente in regola. Dubbi che invece c’erano stati quando nell’affare erano spuntati anche dei crediti di imposta legati al Sismabonus. Ha poi spiegato che il denaro trovato in casa è frutto dei risparmi accumulati in anni e anni di lavoro.
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