I dati europei sul mercato dell’auto nel primo quadrimestre del 2021 fanno dell’Italia una “rivelazione”. In termini percentuali, secondo i dati dell’ACEA, l’associazione dei produttori di veicoli che opera nel Vecchio Continente, in nessuna nazione la ripresa è stata così accentuata come nel Belpaese. Non solo in aprile (+3.277%), ma anche da inizio anno (+68%). È anche vero che nel 2020 il mercato italiano è stato letteralmente affossato dalla pandemia e ha sofferto più di tutti. In qualche modo, insomma, era quasi inevitabile una crescita importante. Peraltro giudicata insufficiente dai principali sodalizi nazionali della filiera automotive (Anfia, Federauto e Unrae) che hanno definito come una “scelta incomprensibile” quella del governo di non rifinanziare gli incentivi per la sostituzione dei veicoli più vecchi e inquinati. Le associazioni hanno ribadito la “necessità di rifinanziare l’ecobonus per le auto, compresa la fascia 61-135 g/km, e per i veicoli commerciali”.
Le statistiche dell’ACEA, presieduta quest’anno dal numero uno di Bmw Oliver Zipse, dicono però un’altra cosa, assai meno scontata. E cioè che solo in Germania (83 milioni di abitanti) sono state immatricolate più auto che in Italia, in aprile come nel quadrimestre. Generalmente – come ad esempio dopo i primi quattro mesi del 2019, l’ultimo anno “normale” – dietro a quello tedesco ci sono i mercati del Regno Unito (poco meno di 67 milioni di abitanti) e della Francia (poco più di 67 milioni) e solo poi quello nazionale (60 milioni), che negli ultimi anni era stato avvicinato dalla Spagna, che fra l’altro è seconda in Europa per numero di auto prodotte.
Ad aprile 2021 gli equilibri sono variati: sono state targate in Italia poco più di 145.000 macchine contro le 229.650 della Germania, dove però le vetture aziendali valgono praticamente due terzi del mercato. Il Regno Unito (+3.177%) si è fermato a 141.583 e la Francia (“solo” +569%) a 140.426. La Spagna è rimasta poco sotto quota 78.600 (+1.788%). I dati del quadrimestre attribuiscono all’Italia 592.181 immatricolazioni contro le 886.102 della Germania (+7,8%), le 567.108 del Regno Unito (+16,2%) e le 582.217 della Francia (+51%). L’aria sembra destinata a cambiare, almeno secondo i dati anticipati da Anfia, Federauto e Unrae che stimano per maggio una flessione del 30% rispetto al 2019.
Da inizio anno ci sono anche paesi nei quali sono state registrate addirittura meno auto rispetto allo stesso periodo del 2020. Tipo in Romania (-14,5%), nei Paesi Bassi (-11,7%), in Lituania (-7,3%), in Portogallo (-4,5%) o in Slovacchia (-0,9%). Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.