Continua il periodo di espansione per il mercato immobiliare
relativo agli immobili a destinazione terziaria, commerciale e
produttiva.
Lo ha rilevato l’Agenzia delle Entrate nella
consueta pubblicazione con le Statistiche trimestrali Omi redatte
in collaborazione con Assilea (Associazione
Italiana Leasing) che fotografano l’andamento del mercato
immobiliare italiano nel’anno 2017 e che evidenziano come per il
secondo anno consecutivo la crescita riguarda i 3 comparti del non
residenziale: il mercato degli uffici cresce del 6,5%, quello di
negozi e laboratori del 6,9% e quello produttivo del 7,6%. Lieve
flessione per i contratti di leasing, che però aumentano del 7,2%
nel primo quadrimestre 2018.
Il mercato dei negozi – Seppure con un tasso
più che dimezzato rispetto allo scorso anno, il mercato dei negozi
continua a crescere (+6,9%), facendo registrare 28.115 unità
immobiliare scambiate. L’aumento riguarda tutte le macro aree
territoriali, a partire dal Centro, che cresce del 9,1%, fino alle
Isole, che incrementano le compravendite del 3,2%.
Tra le grandi città, Torino (+22,2%), Napoli (+19,5%) e Milano
(+16,6%) sono quelle che hanno registrato i rialzi più marcati,
mentre Catania, Bologna e Bari hanno chiuso il 2017 con il segno
meno.
Sul fronte quotazioni, prosegue la tendenza al ribasso: la
quotazione media nazionale è stata di 1.566 €/m2, in diminuzione
del 2,1% rispetto al 2016, e il calo più importante ha riguardato
le regioni Marche (-7,8%) e Lazio (-4,3%).
Il mercato degli uffici – Si conferma la
tendenza positiva anche per il mercato degli uffici che, con 10.354
transazioni registrate, cresce del 6,5%. Il segno positivo
interessa tutte le aree del Paese, dal Centro, che presenta il
tasso più alto (+15,1%), al Nord Ovest, che registra un aumento più
contenuto (+2,8%). Milano, Genova e Firenze sono, tra le grandi
città, quelle caratterizzate da un mercato più dinamico rispetto
allo stock, mentre quelle che hanno segnato una crescita maggiore
delle compravendite sono Torino (+35,5%), Bari (+31,3%), Genova
(+30,7%) e Napoli (+15,9%). Forte segno negativo per Verona, in
calo di quasi un terzo delle transazioni.
La quotazione media di vendita è stata pari a 1.380 €/m2, in
ulteriore diminuzione (-1,6%) dopo il calo già registrato nel 2016
(-3,6%); il valore medio più alto è stato quello della Liguria
(2.063 €/m2), mentre quello più basso si è registrato in Calabria
(874 €/m2).
Il mercato del settore produttivo – Continua
anche il trend positivo del mercato di capannoni e industrie, che
cresce del +7,6%, per un totale di 12.038 compravendite. Si tratta
però di una crescita più lenta rispetto al 2016, quando gli aumenti
erano stati del 22,1%. Oltre i due terzi del totale delle
transazioni hanno interessato le regioni settentrionali, con un
rialzo particolarmente significativo in Veneto (+27,5%), Piemonte
(+16,8%) ed Emilia-Romagna (+12,5%). Degno di nota il +27,4% della
Sicilia, una delle poche regioni del Sud (assieme a Basilicata e
Campania) a registrare un tasso di crescita positivo. La quotazione
media è stata pari a 493 €/m2, in calo di un ulteriore 2,4%
rispetto al 2016, dopo il 2% già perso l’anno precedente.
La stima del valore di scambio – Nel 2017 si
stima che il valore di scambio per i tre settori (negozi, uffici e
capannoni) ammonta complessivamente a 15,7 miliardi di euro, in
crescita rispetto all’anno precedente del 3,4% circa. Un incremento
che prosegue dal 2014, nonostante il risultato sia ancora lontano
dai valori osservati nel 2008, quando erano stati stimati quasi 26
miliardi di euro. Dei 15,7 miliardi, in particolare, 6,8 riguardano
gli immobili produttivi, 5,9 i negozi e poco più di 3 miliardi sono
quelli relativi agli uffici.
I contratti di leasing – Nel 2017 il leasing
immobiliare non residenziale ha chiuso in lieve calo, mostrando
però già segnali di ripresa, specie nel segmento “da costruire”
(+6,1%). Nel segmento “costruito” si è registrata una dinamica
positiva nella fascia di valore fra 0,5 e 2,5 milioni di euro,
mentre ha sofferto il taglio di valore superiore. Buon andamento
per gli immobili industriali, che rappresentano il 58,9% dello
stipulato, con un taglio medio che supera gli 1,8 milioni di euro,
seguiti dagli immobili commerciali, con il 23,7%. La penetrazione
del leasing nelle compravendite sfiora il 16%.
Un’analisi inedita del Rapporto esamina la gestione del
patrimonio degli immobili rivenienti, cioè provenienti da contratti
di leasing risolti. La ricollocazione avviene per il 63,9% con
vendita diretta, ma risulta in forte crescita la cessione a fondi
immobiliari, che raggiunge il 19,5%, mentre il 13,5% è destinato a
un nuovo contratto di leasing.
In allegato il rapporto completo.
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