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Milano, è «bici boom»: in sella diecimila ciclisti al giorno – Corriere Milano

Non c’è stato il baby boom. A Milano c’è stato il bici boom. Un dato che non può essere verificato con la stessa certezza delle nascite ma che ormai ha superato di molto la sola percezione delle strade trafficate dai ciclisti. Ne sanno qualcosa i cicloamatori che aspettano mesi per ottenere pezzi di ricambio e i negozianti che emettono più scontrini. Prima l’input sostenibile, la moda hipster e la promozione di una mobilità dolce hanno favorito nuovi adepti al mondo delle due ruote. Poi la pandemia ha invogliato le persone ad abbandonare i mezzi pubblici e preferire un trasporto indipendente. Per accelerare il tutto è arrivato il bonus bici. A confermarlo anche il report 2021 della Confederazione delle industrie europee di biciclette, e-bike, componenti e accessori (Conebi), che segna un massimo storico con un incremento del 40 per cento sulle vendite rispetto al 2019. L’Italia è al quarto posto con più di due milioni di vendite per biciclette (muscolari ed elettriche) e ancora più su nella classifica per quanto riguarda la produzione di parti e accessori in Europa (al secondo posto). Nell’anno record sono cresciute del 14 per cento le tradizionali mentre quelle a pedalata assistita, che in cinque anni hanno quintuplicato i dati di vendita, impennano con un + 44 per cento (per 280 mila pezzi).

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«Siamo bravi a fare le bici per gli altri, abbiamo una competenza più che centenaria: ogni anno esportiamo tre milioni di bici solo in Europa», spiega Piero Nigrelli, direttore settore ciclo dell’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori. «Milano è una città virtuosa per numero di ciclisti, basti pensare che nel nuovo tratto di ciclabile tra corso Buenos Aires e viale Tunisia si è registrato un incremento del 122 per cento di passaggi». Il mercato lombardo, trainato da Milano che ha già raggiunto i 300 chilometri di piste per circa 10 mila ciclisti giornalieri, pesa circa il 20 per cento sul valore nazionale.


«Una vera esplosione della filiera delle due ruote, che da maggio 2020 ha dato soddisfazioni incredibili. Una sorta di revenge spending che ha portato le persone compresse in casa per mesi a comprare quello che le appassionava», commenta Paolo Magri, ad di Eicma (a Fiera Milano dal 23 al 28 novembre): «Non fatevi fregare le bici perché non ne trovate più», il consiglio. «Se fino a dieci anni fa i rivenditori storici e le officine in centro si contavano su due mani al momento le realtà (compresi locali o spazi ibridi, ndr) superano le centinaia», dice Davide Maggi di La Stazione delle Biciclette. Da luglio la città ha ricevuto anche il riconoscimento della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (Fiab) che attesta il grado di ciclabilità dei comuni italiani in base alla mobilità urbana e la promozione del cicloturismo. Nella rete ci sono anche Segrate, San Donato Milanese, Cernusco sul Naviglio, Cassina de’ Pecchi, Gaggiano e Rescaldina. «Un’auto equivale a dieci biciclette. Prima di farne una questione green è importante capire che è un fattore di spazio», dice Alessandro Turci, presidente di Fiab Italia. «Milano ha invertito la tendenza in modo deciso e lo slancio di quest’ultimo anno e mezzo non può rallentare adesso. Stiamo parlando della stessa città dove per decenni è stato tollerato che il marciapiede venisse usato come parcheggio». Ora ci sono meno di seicento automobili per mille abitanti.

La nuova massa di ciclisti sta diventando sempre più influente. Non a caso le piste ciclabili sono argomento e sfida in campagna elettorale che è ormai entrata nel vivo. Galeotto (per ora) il dibattito sull’ampliamento di quelle di Buenos Aires fino a Loreto, proprio dove nel 1909 partì il primo Giro d’Italia. Oltre alle infrastrutture va considerata la sicurezza, imprescindibile per Guia Biscàro, presidente di Fiab Milano Ciclobby. «Attraverso un censimento in un tratto sui Navigli abbiamo visto un incremento di ciclisti in città (dal 2019 al 2020) pari al 110 percento — continua Biscàro —. Devono essere riequilibrati gli spazi urbani in preda alle auto, la bici potrebbe risolvere l’affollamento dei mezzi pubblici che ostacola la ripresa delle scuole. È anche fondamentale che torni la possibilità di portare le bici sui treni dei pendolari, fermata dai troppi riders che bloccavano il passaggio». Inclusiva, cittadina e non più solo ecologista, senza un identikit anagrafico (si inizia a pedalare a tre anni, non si finisce mai) a impatto positivo. La rivincita delle biciclette su strada, considerato che nel Pnrr sono stati stanziati 600 milioni per le piste ciclabili, 400 dei quali sarebbero destinati alle ciclovie turistiche (sommati ai 370 milioni degli anni precedenti) è ormai avviata.

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27 agosto 2021 | 07:50

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