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MLN DI ALBERI IN ITALIA CON IL BONUS VERDE – 9 colonne

Milioni di alberi saranno piantati in Italia grazie alla proroga del bonus verde prevista dalla manovra appena approvata che pone l’Italia all’avanguardia nel piano del G20 per combattere lo smog ed i cambiamenti climatici. E’ quanto afferma la Coldiretti in rifermento all’obiettivo di piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030 che sarà discusso e pianificato dai vertici del florovivaismo nazionale nell’appuntamento “Coltiviamo bellezza per produrre salute” in calendario a Giarre (Catania) dall’11 al 12 novembre, al termine della conferenza Onu Cop26 di Glasgow.
 Una manovra in linea con le strategie nazionali del PNRR dove – sottolinea la Coldiretti – sono stati stanziati 330 milioni di euro per la forestazione urbana che consentono di piantare 6,6 milioni di alberi attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi. Il bonus – ricorda la Coldiretti – prevede una detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. Un intervento strutturale che favorisce nelle città la diffusione del verde pubblico e privato considerato che – evidenzia la Coldiretti – una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante è in grado di catturare 20mila kg di anidride carbonica (CO2) all’anno.Ma l’Italia deve proteggere anche la superficie boschiva nazionale che è aumentata in 10 anni di circa 587.000 ettari per complessivi 11 milioni di ettari che si sono dimostrati pero’ molto vulnerabili al degrado e agli incendi perché – continua la Coldiretti – è mancata l’opera di prevenzione nei boschi che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili. Siamo di fronte – spiega la Coldiretti – all’inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza. Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni – rileva Coldiretti – affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. Un’opportunità può arrivare dall’aumento del prelievo del legname dai boschi con lo sviluppo di filiere se si considera che – precisa la Coldiretti – l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento.A preoccupare è pero’ anche la pesante crisi della frutteto italiano dove negli ultimi venti anni è sparita quasi una pianta da frutto su quattro, fra mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti con un gravissimo danno produttivo ed ambientale per il ruolo che svolgono nella mitigazione del clima anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri PM10. Il “frutteto italiano” ha visto un crollo netto del 23% nello spazio di un ventennio secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Un danno economico ed occupazionale rilevante per il Sistema Paese – continua Coldiretti – ma che colpisce anche l’ambiente, poiché con la scomparsa dei frutteti viene a mancare il prezioso ruolo di contrasto dell’inquinamento e del cambiamento climatico. Non a caso recenti studi hanno sottolineato il ruolo positivo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente – spiega Coldiretti – proprio per la capacità di catturare Co2, ruolo che potrebbe ulteriormente crescere con l’adozione di tecniche colturali finalizzate non solo alla produzione di frutta ma anche alla lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico. Non a caso – conclude la Coldiretti – la differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi, secondo uno studio Ispra.

(© 9Colonne – citare la fonte) Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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