Non solo il rifinanziamento degli incentivi, non solo il mantenimento dell’ecobonus, non solo una riforma fiscale: tra le richieste che le associazioni del settore automobilistico hanno avanzato al governo c’è anche quella di istituire una task force che si occupi della mobilità green a tempo pieno. Secondo Anfia, Unrae e Federauto non ci sono alternative: è necessario dare vita ad un gruppo di persone pubblico-privato per arrivare a un piano che favorisca la transizione e permetta al settore di uscire dalla pandemia più forte.
I numeri che arrivano dal mercato testimoniano come il processo di elettrificazione della mobilità in Italia stia per entrare nel vivo: nel mese di febbraio, per la prima volta nella storia, le vendite di auto ibride hanno infatti superato quelle di auto diesel. Per questo, a detta delle associazioni di categoria, l’istituzione di una task force non farebbe altro che facilitare il completamento di questa transizione. “La mobility revolution implica, per la filiera auto, una transizione produttiva che richiede notevoli investimenti in nuove tecnologie – ha sottolineato Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia – Non solo elettrico, ma anche idrogeno, che rappresenterà un’alternativa concreta all’elettrico, connettività, guida autonoma e digitalizzazione dei processi. Il futuro è ambizioso, impegnativo. Abbiamo bisogno di un dialogo costante con il governo”.
Certamente, non bisogna aspettarsi che l’istituzione di suddetta task force ponga fine a tutti i problemi del settore automotive. Per accelerare la transizione green, secondo le associazioni sopra citate servono anche nuovi investimenti in infrastrutture di ricarica per auto elettriche, visto e considerato che, come ricordato da Repubblica, ad oggi l’Italia è al sedicesimo posto in Europa. Vedremo come il governo reagirà a queste richieste: quello che si aspettano Anfia, Unrae e Federauto quanto meno è un principio di interlocuzione, visto che, a detta del presidente di Unrae Michele Crisci, “il comparto auto pesa il 20% del PIL nazionale”.
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