Risoluzione di maggiornanza e audizione sulla NaDEF: proroga ed estensione del Superbonus, riforma pensioni in Manovra, riordino del Catasto nel 2026.
Approvata in Parlamento una risoluzione di maggioranza sulla NaDEF che impegna il Governo alla proroga ed estensione del Superbonus (valutando di includervi gli immobili in stato di degrado, collabenti, non accatastati o accatastati senza produrre reddito), oltre che ammortizzatori sociali più rapidi, nuove forme di pensioni anticipate e misure contro i rincari delle bollette nella Legge di Bilancio 2022.
Tutte misure di cui ha parlato poche ore prima anche il Ministro dell’Economia Daniele Franco, nel corso della sua audizione alle Commissioni parlamentari, durante la quale sono emersi nuovi chiarimenti sulle prossime strategie di Governo: il Superbonus al 110% viene prorogato fino al 2023 ma non è sostenibile nel lungo periodo; la riforma del Catasto non arriverà prima del 2026; nella Legge di Bilancio 2022 ci sarà la tanto attesa riforma pensioni, sulla quale però non ci sono ulteriori anticipazioni; la riscossione sarà graduale fino a fine anno ma poi l’attività riprenderà senza ulteriori indugi; le politiche di bilancio saranno espansive per i prossimi due anni e poi si tornerà a strategie più neutre; nel triennio 2022-2024 ci saranno i margini per intervenire sugli ammortizzatori sociali e avviare un processo di alleggerimento del carico fiscale.
Proroga Superbonus ma nel breve periodo
C’è la conferma della proroga del Superbonus in Legge di Bilancio 2022 ma anche un segnale di prudenza per il medio lungo termine: «il Superbonus e gli altri bonus edilizi sono molto importanti per far ripartire il settore delle costruzioni, quindi nella legge di Bilancio stiamo valutando in che modo possano e debbano essere prorogati», ha dichiarato Franco, ma «dobbiamo ricordare che sono uno strumento molto costoso» e «non sostenibile alla lunga».
Riscossione soft fino a dicembre
Per quanto concerne l’ordine del giorno approvato nelle scorse settimane che impegna il Governo a valutare un nuovo stop alla riscossione fiscale, Franco non si sbilancia: «stiamo valutando l’opzione e vedendo se qualche ulteriore spalmatura degli oneri possa essere considerata, però bisogna muovere gradualmente verso una situazione di normalità, famiglie e imprese devono tornare a pagare le cartelle dell’Agenzia delle Entrate; possiamo di nuovo spostare e diluire per questa fase, ma bisogna gradualmente tornare a una situazione di normalità».
Con ogni probabilità, dunque, il massimo che si potrà ottenere nel breve periodo è l’attesa estensione a fine anno. Al momento la riscossione è comunque ripartita, quindi sarebbe necessario bloccare l’invio delle cartelle e dei pagamenti, anch’essi ripresi con regolari scadenze.
Riforma del Catasto dopo il 2026
Per quanto riguarda il Catasto, uno dei capitoli più caldi del dibattito intorno alla Riforma fiscale, Franco ha ribadito quanto già sottolineato dopo l’approvazione della legge delega da parte del Governo: è previsto «un esercizio di mappatura che sarà reso disponibile nel 2026, che non ha alcun effetto immediato. Nel 2026 poi verrà utilizzato da chi vorrà utilizzarlo, ma adesso è per capire lo stato del nostro patrimonio immobiliare». Si tratta dell’operazione di riordino del Catasto, che serve per censire o regolarizzare immobili fantasma, e per riportare le rendite catastali a valori più vicini a quelli di mercato (fra le novità, rileva il metro quadro, e non più il numero di vani). Ma per il momento non ci sarà un aumento dell’IMU.
Politiche espansive fino al 2024
Per il resto, il Ministro ha illustrato i numeri fondamentali della NaDEF, che modifica al rialzo le precedenti previsioni: il PIL crescerà al 6% trainato da un secondo trimestre 2021 particolarmente vivace (+2,7%) grazie a produzione industriale e l’andamento positivo dei servizi. I numeri si inseriscono in un quadro post pandemico (non si prevedono nuove ondate Covid né nuove restrizioni). In pratica, si stima un recupero di due terzi della perdita dell’anno scorso entro dicembre ed un ritorno ai livelli pre-crisi nel secondo trimestre del 2022. La tendenza riflette le dinamiche positive di mercato (export, rafforzamento della domanda interna, fiducia di famiglie e imprese) e si traduce in un andamento espansivo delle politiche monetarie e di bilancio nel 2022 e 2023, mentre dal 2024 potranno tornare neutrali.
Source: pmi.it
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