Aumenta il numero dei crediti d’imposta cedibili da cittadini e imprese agli istituti di credito: così si crea liquidità immediata per il sistema monetario.
Con l’arrivo dei crediti d’imposta cedibili alle banche nasce una nuova moneta fiscale. Ora, il Governo consente ai cittadini e alle imprese di cedere le proprie detrazioni – dal Superbonus 110% per le ristrutturazioni edilizie alle spese per investimenti tecnologici – agli istituti di credito.
La platea dei beneficiari si è ampliata in questi giorni con la conversione in legge del Decreto Sostegni, che fa rientrare in questo meccanismo anche le aziende che hanno investito nelle nuove tecnologie, acquistato beni strumentali o realizzato garage e posti auto.
Come si crea la nuova moneta fiscale?
Il metodo di creazione della nuova moneta fiscale è molto semplice e funziona così: la detrazione spettante si trasforma in credito d’imposta ed esso può essere ceduto alle banche, trasformandolo in liquidità immediata da spendere. L’interessato trasferisce il proprio credito ad un altro soggetto, in questo caso uno degli intermediari finanziari autorizzati, ricevendo subito la somma corrispondente (viene detratta solo la commissione dovuta alla banca per svolgere l’operazione).
È molto più del classico rimborso, che arriva tardi, dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi e quindi nell’anno successivo a quello in cui la spesa è stata sostenuta. Ed è anche qualcosa di molto diverso dalla compensazione fiscale del credito spettante con i debiti tributari: anche qui per poterne fruire bisogna attendere la fine del periodo d’imposta.
Come funziona la cessione dei crediti alle banche?
Facciamo un semplice esempio per farti capire come funziona la cessione dei crediti alle banche, prendendo come riferimento una qualsiasi piccola azienda che ha recentemente investito in nuove tecnologie. Lo Stato la “premia” riconoscendole un credito d’imposta pari alla metà della spesa sostenuta. E stavolta la ditta non deve aspettare mesi o anni per vedere quei soldi: arrivano subito. Con ulteriori effetti per chi a sua volta deve ricevere somme da quell’impresa.
L’impresa Beta ha acquistato un robot per automatizzare la produzione industriale e lo ha già pagato. Le spetta un credito d’imposta di 100mila euro. Lo cede alla sua banca, che trattiene una commissione del 3% e gli accredita sul conto 97mila euro. Con quei soldi disponibili l’azienda paga gli stipendi mensili dei dipendenti e salda alcuni fornitori. Tutti costoro riceveranno l’accredito immediato e potranno a loro volta utilizzare quel denaro. Si è creata liquidità ed è stata subito messa in circolazione.
Quali sono i crediti cedibili alle banche?
Con le ultime modifiche legislative le tipologie di detrazioni fiscali sono state ampliate. Si era iniziato già lo scorso anno, quando nel 2020 con il Decreto Rilancio il Governo aveva inventato questo nuovo sistema di pagamento consentendo di cedere il credito d’imposta riconosciuto per i lavori edilizi agevolati, a partire dal Superbonus 110%, all’impresa mediante lo sconto in fattura oppure agli istituti di credito. Ciò significa fare gli interventi senza spendere nulla: le aziende fornitrici o gli istituti di credito presenteranno il conto allo Stato incassando la somma che hanno già riconosciuto al cliente.
Ora, nell’agevolazione sono compresi anche il bonus mobili e per i grandi elettrodomestici, che spetta se l’immobile ha avuto interventi di ristrutturazione, i crediti d’imposta per le imprese che hanno investito nelle tecnologie digitali con il piano Transazione 4.0 oppure hanno eliminato barriere architettoniche o realizzato autorimesse, le detrazioni sui canoni di leasing e quelle riconosciute dalla legge di Bilancio 2021 alle imprese che hanno acquistato beni strumentali nuovi, come macchinari ed impianti ammortizzabili.
Quali effetti avrà la nuova moneta fiscale?
Così i nuovi bonus, ma anche anche i vecchi super-ammortamenti ed iper-ammortamenti, diventano moneta sonante per le aziende, mentre i privati potranno ottenere subito la liquidazione dei crediti d’imposta spettanti senza dover aspettare mesi o anni.
A voler essere rigorosi, quella che abbiamo definito moneta non è una valuta parallela o diversa dall’Euro, ma più semplicemente uno sconto fiscale che si trasforma in liquidità immediata, grazie alla possibilità di trasferire i propri crediti ad altri. Se la circolazione è ammessa dalla legge ed è garantita dall’emittente di questa nuova moneta virtuale – non c’è dubbio che lo Stato riconoscerà il credito alla banca o all’impresa che lo presenterà in fruizione – il sistema, in definitiva, funziona.
L’effetto pratico è quello di ampliare la massa monetaria nazionale. Lo Stato, i cittadini e le imprese non spendono né ricevono nulla di più di quanto dovuto, quindi il debito pubblico non aumenta e quello privato non viene alterato. Ma la circolazione di queste somme di denaro diventa molto più rapida rispetto al passato e questo può stimolare la ripresa dell’economia.
Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.