UDINE. «Siamo arrabbiati. Molto arrabbiati». La presidente di Federalberghi regionale Paola Schneider vorrebbe usare un altro termine, più esplicito, per esprimere il disappunto della categoria, ma poi si trattiene.
Però la sostanza del suo discorso non cambia. «Ci hanno fatto promesse su promesse, invece abbiamo avuto l’ennesima delusione – racconta – . Il ministro del Turismo Garavaglia era stato alla nostra assemblea nazionale a Roma, avevamo avuto assicurazioni sull’inserimento, nel Superbonus 110%, delle strutture alberghiere, invece niente. Confidiamo nella discussione in Parlamento, negli emendamenti. Però a questo punto è inutile ripetere che abbiamo il parco alberghi vecchio e poi non stanziare nulla per migliorarlo.
Noi passiamo come una categoria di ricchi, ma questo forse poteva valere 30 anni fa, adesso è tutto cambiato, noi con la nostra attività viviamo, ma certo non ci arricchiamo. Oppure, da parte del Governo, c’è una strategia per favorire le grande catene internazionali che non hanno bisogno del 110% per fare le ristrutturazioni dei loro alberghi. Ma in Italia non è così, gli hotel sono spesso a conduzione familiare o gestiti da piccole società che però hanno un senso, nel dare qualcosa di diverso, di variegato, a seconda del territorio in cui si trovano.
Se vogliamo omologarci, allora perderemo il nostro valore aggiunto. Rinnoviamo il parco alberghi, che è vecchiotto, ce ne sono tanti da mettere a posto, con i fondi dello Stato potrebbe essere un’occasione unica e irripetibile. E poi i grandi brand internazionali non pagano nemmeno le tasse in Italia, che senso ha? Non è meglio aiutare gli operatori locali che poi comunque pagano le imposte sul territorio. Il nostro presidente Bocca e il direttore Nucara hanno avuto un’audizione e hanno espresso imbarazzo e disagio, ci faremo sentire».
«Dalla Regione ci sono stati soldi per i ristori, adesso ci aspettiamo che ci siano i bandi per sistemare gli alberghi – aggiunge Schneider – . Con le risorse locali si potrebbe agevolare quello che non rientra nel 110 per cento, fare un lavoro in sinergia tra Stato e Regione. Abbiamo bisogno di tutta la parte dell’efficientamento energetico, di strutture che prevedano spazi per il distanziamento, con le aree comuni che dovranno essere diverse rispetto a oggi, ci sono un sacco di elementi da considerare.
Ottenere i contributi significa sgravarci di un peso e poter ricominciare con alberghi sistemati e imprenditori senza debiti che possono lavorare con serenità. Chi ristruttura per conto suo, per 5 anni deve solo ripagare le banche, fa fatica, almeno qui in Carnia dove opero io è così, ma la situazione non cambia di molto nel resto della regione».
Source: messaggeroveneto.gelocal.it
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