Proroga del Superbonus al 2023 e riforma del catasto nel DDl Fiscale, la legge delega di riforma fiscale approvata dal Consiglio dei ministri guidato dal premier Mario Draghi.
Superbonus 110% prorogato fino al 2023: e gli altri bonus?
Partendo dal Superbonus, la maxi detrazione fiscale al 110% prevista per una serie di lavori di efficientamento energetico sugli immobili, il ministro dell’economia Daniele Franco ha annunciato una proroga al 2023. Cittadini e imprese avranno così più tempo per programmare gli interventi edilizi. L’agevolazione introdotta lo scorso anno dal decreto Rilancio sarebbe scaduta il prossimo 30 giugno 2022 per le persone fisiche e il 31 dicembre 2022 per i condomini. Se sul Superbonus si va verso un prolungamento dei tempi per la fruizione, resta da stabilire il destino degli altri bonus fiscali previsti in ambito edilizio, dalla detrazione per le ristrutturazioni al bonus mobili, entrambi al 50%, all’ecobonus del 50 o del 65% e, infine, il più recente bonus facciate che prevede un credito di imposta sul 90% dell’importo lavori, tutti in scadenza nella misura più alta a fine anno. In passato è stata prevista la proroga con la legge di Bilancio; a questo proposito si attendono indicazioni per il prossimo anno.
Riforma Catasto: che cosa prevede
Oltre al Superbonus al 110%, nel provvedimento si prevede una parziale riforma del Catasto. Il Governo intende rivedere le rendite catastali, avvicinandole ai valori di mercato, ma senza aumentare la tassazione – come confermato dal premier Draghi. Sulla base delle rendite catastali in effetti si calcolano l’Imu e altre tasse. Il premier ha parlato di revisione degli estimi catastali che avrà come obiettivo quello di far emergere gli immobili cosiddetti fantasma, quelli cioè non accatastati ma effettivamente esistenti. “Questo governo vuole fare una operazione di trasparenza: si arriva a determinare quelle che sono le rendite catastali attuali e si impegna a non cambiare assolutamente il carico fiscale del Catasto, nessuno pagherà di più, nessuno pagherà di meno” ha assicurato il premier. Certamente però i nuovi valori e la revisione degli estimi potrebbero portare a una revisione sostanziale della platea dei contribuenti esentati dall’applicazione delle tasse.
Ad oggi è bene ricordarlo non pagano l‘lmu tutte le abitazioni che non appartengano alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, ossia le residenze di lusso. Il cambio di classificazione porterà quindi a modificare la definizione di immobile di lusso e a ricomprendervi molte più case di quelle attuali. Nel dettaglio si ipotizza che si potrebbe passare dai vani catastali ai metri quadrati. Ancora la riforma è allo studio e l’intero pacchetto di misure non dovrebbe entrare in vigore prima del 2023.
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