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Nuova Disciplina delle Costruzioni: fare presto e bene – Lavori Pubblici

Benché gli articoli 49 e 50 del DPR n. 380/2001 (Testo Unico
Edilizia) esistano ormai da oltre un ventennio, nell’ultimo anno il
legislatore, i contribuenti e molti tecnici e imprese, si sono resi
conto che lo stato di salute urbanistico-edilizio degli immobili
italiani non consentirebbe l’accesso ad alcuna detrazione
fiscale.

Detrazioni fiscali e stato legittimo

Che si chiami ecobonus, sismabonus, bonus casa, bonus facciate o
superbonus, poco conta. L’articolo 49, comma 1 del Testo Unico
Edilizia è chiaro “Fatte salve le sanzioni di cui al presente
titolo, gli interventi abusivi realizzati in assenza di titolo o in
contrasto con lo stesso, ovvero sulla base di un titolo
successivamente annullato, non beneficiano delle agevolazioni
fiscali previste dalle norme vigenti, né di contributi o altre
provvidenze dello Stato o di enti pubblici. Il contrasto deve
riguardare violazioni di altezza, distacchi, cubatura o superficie
coperta che eccedano per singola unità immobiliare il due per cento
delle misure prescritte, ovvero il mancato rispetto delle
destinazioni e degli allineamenti indicati nel programma di
fabbricazione, nel piano regolatore generale e nei piani
particolareggiati di esecuzione
“. Come lo è il successivo art.
50, comma 4 “Il rilascio del permesso in sanatoria, per le
opere o le parti di opere abusivamente realizzate, produce
automaticamente, qualora ricorrano tutti i requisiti previsti dalle
vigenti disposizioni agevolative, la cessazione degli effetti dei
provvedimenti di revoca o di decadenza previsti dall’articolo
49
“.

Considerato che, come ampiamente chiarito dalla Corte di
Cassazione, un intervento di manutenzione (anche ordinaria),
realizzato su un immobile che presenta degli abusi, viene
considerato una ripresa dell’attività illegittima, risulta chiaro
che lo stato legittimo risulta essere fondamentale per la fruizione
di qualsiasi detrazione fiscale.

La soluzione per il Superbonus 110%

Per far fronte a quanto prevede la legge e non perdere le
possibilità offerte dal Decreto Rilancio con il Superbonus 110%, il
Governo e il Parlamento hanno scelto di operare con una strategia
epocale. La legge di conversione del Decreto Semplificazioni-bis
ha, infatti, previsto un regime edilizio e fiscale completamente
diverso per gli interventi di superbonus senza demolizione e
ricostruzione dell’edificio. Per questi, considerati adesso
interventi di manutenzione straordinaria, non solo è sufficiente
una particolare CILA (la CILAS) in cui non si attesta lo stato
legittimo ma solo il titolo edificatorio, ma è stata anche prevista
una deroga ai principi di cui al suddetto articolo 49. Adesso la
decadenza avviene solo in alcuni particolari casi. Ho spiegato
meglio questi concetti nell’articolo “CILA-Superbonus:
da oggi in vigore la nuova modulistica
“.

Abusi e normativa edilizia

È chiaro che la pezza messa da legislatore nazionale non risolva
in alcun modo il problema italiano legato agli abusi edilizi. Come
è altrettanto chiaro che l’attuale normativa, nata oltre vent’anni
fa con esigenze costruttive completamente diverse dalle attuali,
non guardi in alcun modo lo stato reale del costruito italiano e
delle sue possibili evoluzioni.

La riforma del Testo Unico Edilizia

Per questo motivo diventa di assoluta importanza la riforma del
Testo Unico Edilizia. Una riforma nata ormai qualche anno fa con un
tavolo tecnico istituito presso il Consiglio Superiore del Lavori
Pubblici (CSLP) e composto dai Ministeri competenti
(Infrastrutture, Beni Culturali, Ambiente, Funzione Pubblica e
Giustizia) insieme alla Conferenza Unificata delle Regioni e
province Autonome di Bolzano e Trento, all’Associazione Nazionale
Comuni Italiani (ANCI), all’Associazione Nazionale Costruttori
Edili (ANCE), che ha assunto la Segreteria Tecnica, e alla Rete
delle Professioni Tecniche.

Un tavolo tecnico che ha “partorito” una bozza
di nuova Disciplina delle Costruzioni
sulle ceneri dell’attuale
DPR n. 380/2001 (scelta che sposo al 100%).

Subito prima dell’approvazione della bozza da parte del CSLP
(siamo arrivati al 23 gennaio 2020) veniva presentato al Senato il
disegno di legge n. 1679 recante “Delega al Governo per il riordino
delle disposizioni legislative in materia di costruzioni”. Ddl
delega assegnato ad aprile 2020 alla 8ª Commissione permanente
(Lavori pubblici, comunicazioni) in sede referente. Il 16 giugno
2021 il ddl passa all’esame della Commissione e il 20 luglio 2021
vengono avviate le prime audizioni informali di rappresentanti di
ANCE, Rete delle Professioni Tecniche, Green Building Council
Italia e CNA Costruzioni.

In buona sostanza viene scelto di costruire una legge per
delegare al Governo il compito di riformare il DPR n. 380.

Cosa ha detto Fondazione Inarcassa

Sull’argomento è intervenuta Fondazione Inarcassa in un
confronto con il Senatore Salvatore Margiotta che ha detto “Con
l’avvio dell’esame del disegno di legge si sono aperti due percorsi
paralleli per disciplinare in maniera uniforme la materia delle
costruzioni. Da una parte quello parlamentare, appunto, e
dall’altra quello del governo. Ricordo, infatti, che già sotto il
governo Conte II il MIT aveva svolto un lavoro approfondito di
rivisitazione della normativa in materia di edilizia. Alla ripresa
dalla pausa estiva, auspico che il disegno di legge delega possa
effettivamente rappresentare il veicolo normativo per ridare forza
a tutto quel lavoro già predisposto dai tecnici del
ministero
”.

Ringraziamo il senatore Margiotta della disponibilità e
attenzione che continua a riservare alla Fondazione Inarcassa

– ha commentato il presidente di Fondazione Inarcassa,
Franco FiettaLa Fondazione sta proseguendo
una intensa attività di interlocuzione con i principali
rappresentanti dei gruppi parlamentari su questo tema. Il riordino
delle disposizioni normative in materia di costruzioni è necessario
dopo circa venti anni dal DPR n. 380 del 2001. In questi anni,
infatti, la normativa di riferimento è stata oggetto di continui
interventi da parte del legislatore che hanno spesso generato
criticità e dubbi interpretativi. Il risultato è stato, come
abbiamo facilmente osservato in riferimento al superbonus, una
crescente confusione sia da parte dei cittadini che da parte dei
professionisti. Per questo, il riordino della normativa deve
partire dalla valorizzazione del ruolo del progettista e delle sue
competenze. Condividiamo, quindi, l’auspicio del senatore Margiotta
che alla ripresa dalla pausa estiva governo e parlamento possano
coordinare i lavori già avviati e unire gli sforzi per chiudere il
provvedimento in tempi brevi
”.

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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