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Nuove case in Veneto, prezzi al decollo: cresce l’importo dei mutui – Corriere

Gli incentivi per la riqualificazione energetica delle case, in primis il Superbonus 110%, spingono la domanda di interventi, la loro generosa disponibilità non rende necessarie trattative sui prezzi dei materiali edili che perciò sono schizzati in alto. Lo ha detto tre giorni fa il premier Mario Draghi, lo si può constatare ogni giorno nei cantieri in Veneto. E questo ricade anche su chi le case le costruisce da zero: anche gli edifici di nuova fabbricazione costano di più, al punto che molti rinunciano a comperare a causa delle condizioni lievitate rispetto a quelle «sulla carta» proposte dall’impresario appena pochi mesi prima. Chi, invece, ritiene comunque affrontabile l’acquisto, sottoscrive con le banche mutui di importo mediamente più alto del 3% in confronto a un anno fa. È questo, insomma, il fenomeno che emerge intrecciando indicatori provenienti da più fonti a vario titolo coinvolte nel mercato delle abitazioni e che sono alla base della discussione in corso sull’opportunità o meno di protrarre ancora i diversi benefici fiscali in edilizia.


Importi lievitati

I mutui, per cominciare. Ad esclusione delle province di Belluno e Rovigo, l’analisi delle società web Facile.it e Mutui.it rilevano che in Veneto nel primo trimestre del 2022 la somma media chiesta per l’acquisto di un’abitazione è cresciuta ovunque rispetto a dodici mesi fa fino a picchi del 6,3% a Treviso e del 5,5% a Padova, con importi fra i 139 e i 140 mila euro. Il gettone più elevato rimane quello di Verona, con oltre 146 mila euro, provincia in cui, questa volta secondo Tecnocasa, i prezzi dono lievitati del 3,2% grazie soprattutto all’effetto traino delle località sul lago di Garda. L’andamento dei mutui, tuttavia, secondo gli analisti di Facile.it, potrebbe non essere collegabile esclusivamente all’incremento dei prezzi delle case, fenomeno che potrebbe anche non avverarsi se l’incremento dei tassi, soprattutto quelli fissi, inducesse dei rinvii. C’è un altro fattore: contribuisce alla crescita dell’importo medio la possibilità per gli under 36, scattata solo lo scorso anno, di chiedere il 100% della somma necessaria e non più fino all’80%.

«Dovremo iniziare a dire dei no»

A non avere invece dubbi sulla presa diretta tra gli importi richiesti e l’aumento dei prezzi delle abitazioni è Loris Sonego, presidente di Banca della Marca, Bcc del sistema Iccrea di Orsago (Treviso). «Questo inizia a diventare un motivo di preoccupazione – fa però notare – perché, anche alla luce della crescita dei tassi, se normalmente in un anno si versavano rate corrispondenti ad una mensilità di stipendio oggi questa soglia è superata. Se non si interviene sul caro bollette temo che dovremo cominciare a dire di no, per il loro bene, a richieste di nuclei familiari le cui condizioni finanziarie sono oggettivamente troppo tese». Ma esplorando i meccanismi che hanno portato alle anomalie sui prezzi dei materiali da costruzione, a proporre qualche osservazione è il trevigiano Moreno Marangoni, presidente nazionale dell’Associazione agenti immobiliari riuniti (Air) Italia. «Per elencarne alcuni l’acciaio in due anni è aumentato del 250%, ma solo il 100% è riferibile agli ultimi due mesi e dunque agli effetti della guerra in Ucraina. Il legname è salito del 100%, il laterizio del 50%, a causa del prezzo del gas necessario alla sua produzione, il calcestruzzo del 45%, complice anche, in Veneto, dell’esistenza di fatto di un monopolio produttivo».

Bonus sì, bonus no

E gli effetti generati da tutto ciò si vedono, prosegue Marangoni, nella diminuzione del numero di cantieri, congelati dallo stravolgimento dei conti iniziali. Oppure in opere iniziate e che devono essere necessariamente portate a conclusione con la consapevolezza del costruttore di avere margini ridotti quasi a zero. «Abbiamo dei casi in Veneto nei quali il beneficio derivante dal ‘Sismabonus’ (il 50% fino a 96 mila euro, ndr) in pratica riporta il prezzo a quello che lo stesso edificio avrebbe avuto prima dell’introduzione degli incentivi. Così come abbiamo una ricerca di aree edificabili di basso valore per poter recuperare margini, ed una flessione intorno al 10% delle messa in vendita di abitazioni usate nello scambio per l’acquisto di altre case. Per tutto questo – chiude – concordo con le perplessità di Mario Draghi sull’opportunità protrarre il Superbonus 110%». Chi lo vorrebbe invece esteso più in là del prossimo settembre è Paolo Ghiotti, presidente dell’Associazione dei costruttori edili (Ance) del Veneto. «Una proroga non è una caramella per anestetizzare il settore. Se i materiali ci vengono consegnati con ritardi di 90 o 120 giorni, da oggi a settembre il tempo per concludere la maggior parte dei lavori è chiaramente insufficiente».

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6 maggio 2022 (modifica il 6 maggio 2022 | 07:37)

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