Il provvedimento con cui viene ingiunta la demolizione di opere
accertate come abusive è giustificato dalla
necessità di ripristinare la legalità violata, e
non richiede ulteriori motivazioni in ordine alle ragioni di
interesse pubblico.
Tale principio non ammette deroghe neanche qualora l’ordinanza
dovesse intervenire dopo molti anni dalla realizzazione dell’abuso,
e neanche se il proprietario attuale dovesse risultare
completamente estraneo alla consecuzione degli illeciti.
Ordine di demolizione: atto vincolato che non ammette
deroghe
A ribadirlo è il TAR Lazio con la sentenza del
3 dicembre 2024, n. 21693, con cui ha rigettato
il ricorso per l’annullamento dell’ordine di
demolizione relativo ad un intervento di ampliamento
realizzato senza titoli dal precedente proprietario.
Si spiega in particolare che il fatto che l’attuale proprietario
non sia l’effettivo responsabile degli abusi non assume alcuna
rilevanza in merito all’efficacia dell’ordine demolitorio, in
quanto questo non è finalizzato a punire il responsabile, ma
esclusivamente a ripristinare lo stato dei luoghi che è stato
illecitamente trasformato.
Il provvedimento
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