Una data da fissare sul calendario: dal 30 giugno i commercianti che rifiuteranno i pagamenti elettronici saranno sanzionati con una “doppia” multa. Ai 30 euro fissi, infatti, andrà aggiunta una quota variabile, pari al 4% della transazione respinta. La “svolta”, secondo le anticipazioni di questi giorni, verrà messa nero su bianco dal governo Draghi oggi, in una riunione del consiglio dei ministri in cui all’ordine del giorno c’è proprio la stretta anti-evasione. Si traduce in realtà (e con un anticipo di sei mesi, visto che inzialmente si era parlato di inizio 2023 per l’adozione di questa misura) l’emendamento al decreto che convertiva in legge il Pnrr approvato alla fine dell’anno scorso.
Non è questa l’unica misura che riguarda il settore del commercio al dettaglio: gestori delle transazioni e intermediari dovranno inviare all’Agenzia delle Entrate tutti i dati sulle transazioni effettuate con carte di credito, debito o altri sistemi di pagamento con moneta digitale. Un’altra regola che dovrebbe aggiungere forza alla lotta contro l’evasione fiscale più complicate da individuare, quella realizzata “dimenticando” – spesso con il tacito consenso degli acquirenti – di emettere scontrini, fatture e ricevute. E che, però, potrebbe accendere ancora di più il dibattito (il parlamentare di Fratelli d’Italia ha parlato di “controllo totale sulle vite”), per un suo possibile conflitto con le norme della privacy.
Ancora, cambia la lotteria degli scontrini che diventa “istantanea“: addio al codice a barre che identifica i partecipanti e che bisogna presentare alla cassa ogni volta che si vuole “tentare la fortuna”. Al suo posto ci sarà un Qr-Code sullo scontrino, da inquadrare con una applicazione sullo smartphone (forse Io, quella che si utilizzava per il cashback): in questo modo si scoprirà subito se si ha vinto o meno.
Altre norme che dovrebbero venire presentate oggi, invece, riguardano settori diversi dal commercio al dettaglio: sul superbonus 110% si vuole rendere obbligatorio l’invio della pratica sull’intervento di restyling all’Enea, come già succede per l’ecobonus 65%, in modo da ridurre il numero di operazioni “ideate” solo per incassare i crediti. Fatturazione obbligatoria, infine, anche per le partite Iva che rientrano nel regime forfettario.
Obiettivo finale del governo Draghi è ridurre la quota di evasione fiscale italiana del 40% nel 2026, anno di conclusione del Pnrr. C’è, però, un traguardo intermedio, più vicino: un taglio sempre agli inganni al fisco del 5% nel 2023 e del 15% nel 2024.
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