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Patuanelli: «Per il M5S volti nuovi. E puntiamo sulla riforma fiscale con il superbonus imprese» – Corriere della Sera

di Emanuele Buzzi

Il ministro alle Politiche agricole: «L’asse con il Pd? Non funziona se il M5S è visto come subalterno». Il Nord? «Il problema c’è, e sono contento che Conte inizi da lì il suo tour»

Ministro Patuanelli, Conte ha detto che vuole «volti nuovi». È un avviso alla vecchia guardia?
«Il Movimento ha iniziato un nuovo percorso, è doveroso che vi siano volti nuovi ad assumersi la responsabilità di questa rifondazione. Peraltro, ci sono colleghi preparatissimi, di grande valore, sia alla Camera sia al Senato, finora poco valorizzati».

Si parla di lei come un possibile vicepresidente.
«Sono nel M5S fin dalle sue origini, ho aperto il meetup a Trieste nel luglio del 2005 e in oltre sedici anni mai mi sono interessato di cariche, nomine, ruoli. Ho sempre e solo lavorato per il bene del Movimento, dando tutto ciò che potevo dare, ricevendo molto. Farò ciò che Giuseppe mi chiederà di fare».

Conte ha detto anche che è finita l’era dei personalismi.
«Mi auguro davvero che sia così, che non si continui con le veline, gli off, le smentite e le controsmentite, perché sono cose che hanno sempre fatto male al Movimento. Oggi abbiamo una leadership pienamente legittimata e le differenze di vedute, se in buona fede, dovranno diventare un’occasione di arricchimento reciproco e non un modo per delegittimare l’altro».

Intanto, ci sono già le prime grane. Al Nord il M5S è a pezzi.
«Il problema del Nord c’è, inutile negarlo. Sono contento che il presidente Conte abbia deciso di iniziare il suo tour proprio dal Nord. Alla sua presenza fisica il Movimento affiancherà molti contenuti: per prima cosa vogliamo portare dentro la riforma fiscale il superbonus per le imprese, ovvero la cessione del credito d’imposta 4.0 sul modello del Superbonus 110%. La cessione del credito significa un abbassamento netto e immediato delle tasse a cui si affianca lo stimolo agli investimenti privati. Inoltre, dobbiamo proseguire sull’abbattimento del cuneo fiscale per dare più soldi in busta paga ai lavoratori, come fatto nel governo Conte 2. Questi sono i due pilastri della riforma fiscale secondo il Movimento».

C’è poco dialogo con le imprese?
«Nel mio mandato al Mise e ora come ministro delle Politiche agricole non ho mai avvertito una difficoltà nel dialogo. Senz’altro c’è stata qualche occasione di scontro dovuta a qualche intervista sopra le righe, ma lo ritengo inevitabile. Ma se oggi parliamo di una crescita del Pil di oltre il 5%, lo si deve alle politiche messe in campo nel Conte 2, oltre 100 miliardi immessi nell’economia e riforme come Transizione 4.0, il superbonus, il Fondo centrale di garanzia, il fondo perduto e ovviamente la protezione sociale garantita dalla cassa Covid e dal reddito di cittadinanza. Ricordo infine che sono stato il primo a parlare di statuto degli imprenditori, proponendolo come collegato alla legge di bilancio.

Per le Comunali il vostro alleato sarebbe il Pd, ma in molti capoluoghi sarete avversari. E per le Politiche?
Sono anni che auspico un dialogo con il Pd ma è un percorso da costruire per tappe, non può esserci una amalgama completa su tutto e subito. E attenzione, non può funzionare se il Movimento viene visto come un satellite, in modo subalterno. È stato un errore proporci di supportare sempre i loro sindaci uscenti ma non garantire mai il supporto ai nostri».

Reddito di cittadinanza: Renzi e Salvini vogliono cancellarlo. Draghi ne condivide «il concetto alla base» e Conte vuole migliorarlo. Come?
«Garantendo un beneficio più diretto alle imprese che assumono i percettori del reddito. Sentir parlare di lavoro, fatica, sudore, da bordo di uno yacht o dal Papeete è un po’ surreale. In ogni caso, non mi preoccupano i proclami di Renzi e Salvini, resteranno tali. Mi preoccupa però il ragionamento di fondo secondo cui una misura sociale fondamentale come il reddito venga messa in discussione solo a fini politici, senza preoccuparsi delle conseguenze. Il reddito è una misura nobile che vuole aiutare chi nella vita ha un momento di difficoltà. L’era del turbo-liberismo in Italia e in Europa è finita per sempre, finalmente siamo in una fase keynesiana con un’attenzione al sociale».

Nel semestre bianco ci saranno scossoni?
«Credo che il quarto governo in quattro anni di legislatura sia l’ultima cosa di cui l’Italia ha bisogno. Anche su questo dovremo fare un ragionamento in termini di legge elettorale, questa costante instabilità dovuta ai colpi di testa di singoli individui è una cosa che ha sempre penalizzato il nostro Paese in Europa e nel mondo».

Molti dei vostri interventi dei governi Conte però sono stati spazzati via.
«Questa è una lettura totalmente distorta dei fatti. Anzi, la maggior parte dei provvedimenti del M5S sono stati perfino potenziati, come il superbonus. Tutto viene ricondotto alla riforma della giustizia su cui si è ampiamente commentato. Ma voglio ribadire che sfilandoci non avremmo avuto la possibilità di fare alcuna modifica, gli altri partiti sarebbero andati avanti senza di noi. Non è la nostra riforma, ma siamo in un governo di unità nazionale con altre forze politiche che la pensano all’opposto di noi su alcuni temi. È il momento di rendersene conto e di crescere».

Di Battista ha detto che ora voi fate parte dell’establishment.
«Come ho già detto ad Alessandro, le battaglie si possono vincere e perdere, l’importante è combatterle. Poi magari un giorno vorrà provare anche lui a sporcarsi un po’ le mani».

8 agosto 2021 (modifica il 8 agosto 2021 | 22:48)

Source: corriere.it

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