Se state pensando di acquistare il pellet in vista dell’inverno, meglio essere preparati per evitare di essere truffati. Purtroppo il rischio contraffazione e frode è dietro l’angolo (specialmente in questo periodo). Ecco a cosa fare attenzione
Potrebbe sembrare strano, visto che siamo in piena estate, ma è iniziata la corsa alle scorte di pellet. Nelle ultime settimane il costo di questo combustibile ricavato dal legno vergine è schizzato alle stelle, in seguito alla crisi energetica. E la risorsa sta iniziando a scarseggiare, così in tanti stanno già correndo ai ripari aquistando la biomassa da usare per il riscaldamento domestico in vista dall’inverno.
In molti lo scelgono il pellet non solo per risparmiare un po’, ma anche perché la combustione è decisamente più rispettosa dell’ambiente rispetto a quella di altri combustibili fossili.
Ma in questa situazione, c’è chi ne sta approfittando per mettere in atto delle vere e proprie truffe ai danni dei consumatori. Proprio in questi giorni, infatti, su tutto il territorio nazionale la Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 5mila le tonnellate di pellet da riscaldamento contraffatto. A seguito della maxi operazione, sono scattate le denunce per 52 titolari di azienda, rivenditori, produttori, importatori e grossisti del settore, accusati di contraffazione e frode in commercio.
In totale sono stati 47 i macchinari e gli impianti industriali sequiestrati, dove veniva prodotto il pellet illegalmente, destinato ad essere venduto sul mercato con falsi marchi di certificazione, relativamente a qualità e conformità ambientale. La vicenda ci ricorda quanto sia importante fare attenzione alla qualità e alla sicurezza di questo combustibile naturale.
La qualità del pellet e, in generale, dei biocombustibili è un requisito molto importante, anche perché le certificazioni di qualità dei biocombustibili sono oggi richieste a norma di legge per accedere a tutti gli incentivi e le detrazioni sul territorio nazionale: Conto Termico, Superbonus 110%, Ecobonus, Bonus casa (come da disposizioni del D.lgs. 199/2021). – sottolinea a tal proposito AIEL (Associazione Italiana energie Agroforestali) – Anche per queste ragioni, il pellet da riscaldamento è soggetto a specifiche regole finalizzate a garantirne la qualità lungo tutta la filiera produttiva.
A cosa fare attenzione quando si acquista il pellet
Come chiarito dall’associazione AIEL, al momento dell’acquisto è fondamentale accertarsi che il pellet in questione abbia certificazioni di qualità come ENplus®, lo schema di certificazione del pellet numero uno al mondo.
Il materiale combustibile, infatti deve possedere una serie di caratteristiche (fra cui il potere calorifico e la percentuale di particelle fini) per garantire che apparecchi come stufe e caldaie alimentate a pellet funzionino in maniera ottimale, producendo la minor quantità possibile di polveri sottili e preservando anche l’ambiente.
Dalle prime fasi di produzione fino alla vendita finale, ENplus® garantisce in modo trasparente e indipendente la qualità del prodotto contrastando le frodi lungo tutta la filiera, grazie ad un vero e proprio database liberamente consultabile online che presenta tutte le informazioni utili a verificare la “genuinità” della certificazione.
L’analisi del codice identificativo e delle informazioni aziendali permette infatti di accertare l’effettiva conformità del prodotto certificato. Ma come si può avere conferma dell’effettiva qualità del pellet che si acquista? I clienti possono verificare in autonomia la presenza sul registro della certificazione di produttori e distributori di pellet ENplus® cercando l’azienda certificata sul sito ENplus® e possono eventualmente segnalare una frode o un caso sospetto utilizzando l’apposito sistema di notifica.
Per quanto riguarda la qualità del pellet, è la norma UNI EN ISO 17225 a regolamentare specifiche e classificazione per uso industriale e non. Per evitare fregature, è bene arrivare preparati al momento dell’acquisto. A questo proposito vi consigliamo di leggere: Come scegliere il migliore pellet per fare scorta per l’inverno, secondo gli esperti di AIEL
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Fonti: AIEL/Guardia di Finanza
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