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Perugia, lettera aperta al sindaco su mobilità ciclabile: «Serve tavolo di confronto. Puntare su bici elettriche» – Umbria 24 News

di Giorgia Olivieri

Chiedono un tavolo di confronto permanente per tentare di «proiettare Perugia su una nuova idea di mobilità, sul modello di quanto sta accadendo in altre città dell’Umbria come Terni e Foligno», ma tenendo conto della morfologia del territorio e, quindi, «puntando sulle bici elettrici». Sono i rappresentanti di Fiab Perugia pedala, Legambiente e Unione degli universitari (Udu) che, con una lettera aperta diretta a sindaco e assessori, tornano alla carica a quattro mesi di distanza dall’ultimo incontro avuto con l’amministrazione e dopo diversi tentativi di contatto andati a vuoto.

Mobilità, lettera aperta al sindaco Le associazioni hanno già inviato alla giunta osservazioni sulla riorganizzazione della zona del Bellocchio a cui non è stata data risposta. Da discutere ci sarebbe anche lo stanziamento da 10 milioni di euro del bando Rigenerazione urbana che prevede la ricucitura del percorso ciclabile del Tevere con i centri urbani di Ponte San Giovanni, Ponte Felcino, Villa Pitignano e Ponte Valleceppi. Le associazioni propongono anche, in una lettera aperta, di attingere al Pnrr per effettuare i lavori di collegamento ciclabile nel tratto da 10 chilometri tra le aree di Sant’Andrea delle Fratte, San Sisto, Pian di Massiano, Fontivegge e Porta Conca. Il collegamento, che comporterebbe una spesa di 2,6 milioni, avrebbe un ruolo centrale anche nella qualità di vita degli studenti universitari. «L’obiettivo di tutti questi progetti – si legge infatti nella lettera – deve essere quello di portare quante più persone a scegliere la bici per i propri spostamenti quotidiani che devono essere principalmente diretti e sicuri, non tortuosi e nascosti». Il motivo cardine della collaborazione tra Udu, Legambiente e Fiab, che va avanti da anni, è la volontà di rendere i collegamenti ciclabili di Perugia agevoli e fruibili, di vederli considerati al pari delle infrastrutture stradali e non percorsi destinati esclusivamente al tempo libero. «Occorre lavorare con convinzione sulle zone 30 e in generale su come calmierare la velocità e il traffico e rendere più sicuro il transito inevitabilmente promiscuo di auto, bici e pedoni» dicono le associazioni.. I lavori sulla sicurezza tutelerebbero anche i rider, categoria di lavoratori già fragile ma che si scontra anche quotidianamente con i disagi della città.

Il sogno della «ciclabile universitaria diffusa» Nonostante le difficoltà di comunicazione, il Comune sta muovendo i primi passi. I lavori per agevolare la mobilità su bicicletta degli studenti sono al via nella zona di Pian di Massiano, quindi della facoltà di Ingegneria, ma l’ambizione dell’Udu è di collegarla a San Sisto, dove c’è il polo di Medicina, attraverso la sistemazione di una strada secondaria che va illuminata e ripavimentata. «Abbiamo presentato un documento dove proponiamo un rafforzamento del bike sharing e delle stazioni, che attualmente sono inesistenti o presentano biciclette di vecchio tipo», spiega Ettore Ranocchia, referente Udu in tema di mobilità studentesca. Vista la conformazione di Perugia, secondo le associazioni, sarebbe necessario promuovere la mobilità a bici elettriche, soprattutto dal momento che c’è la possibilità di ricorrere ai bonus statali. Secondo Udu, un progetto essenziale per la vita studentesca sarebbe una «ciclabile universitaria diffusa», che possa collegare i vari poli e i quartieri prevalentemente residenziali, come Elce e San Sisto,  in maniera agevole. «Durante il Covid abbiamo abusato degli spostamenti in auto – conclude Ranocchia – gli studenti sono disposti a cambiare le loro abitudini, abbiamo riscontrato un’elevata propensione a passare alla mobilità sostenibile, elettrica e ciclabile».

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