PNRR e cooperative, le possibili proposte al piano nazionale di ripresa e resilienza e i 7 progetti pilota suggeriti dall’Alleanza delle Cooperative italiane in attesa dei decreti attuativi.
PNRR e cooperative, per l’attuazione del PNRR è necessaria la collaborazione tra pubblico e privato.
Per mettere a frutto i 191,5 miliardi di euro del piano nazionale di ripresa e resilienza è sicuramente indispensabile una pubblica amministrazione in grado di rendicontare e organizzare i numerosi progetti che dovranno essere messi in campo per concretizzare le missioni del PNRR.
Tuttavia, una notevole importanza è ricoperta anche dal protagonismo delle cooperative e degli enti che collaborano con le istituzioni.
A individuare i principali filoni d’intervento era già stata, tra le altre, l’Alleanza delle Cooperative italiane, che aveva suggerito 7 progetti pilota da inserire nel piano nazionale di ripresa e resilienza.
PNRR e cooperative, le missioni del piano nazionale di ripresa e resilienza
Dopo l’approvazione di Bruxelles al recovery plan italiano, il PNRR è ai blocchi di partenza.
Dall’inizio del mese di agosto scorso il governo ha messo a punto un portale per dare conto di come verranno impiegati i 191,5 miliardi di euro che devono essere spesi entro il 2026.
Nella prima metà del mese erano inoltre arrivati i primi 24,9 miliardi di euro della prima tranche di risorse economiche, una porzione di circa il 13 per cento dell’intero piano italiano.
Il PNRR punta su tre priorità trasversali:
- giovani;
- parità di genere;
- riduzione del divario di cittadinanza.
Nello specifico, invece, le missioni che danno l’orizzonte al recovery plan italiano sono sei:
- digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
- rivoluzione verde e transizione ecologica;
- infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- istruzione e ricerca;
- inclusione e coesione;
- salute.
Di queste, quelle che maggiormente interessano le cooperative sono quelle legate agli ultimi due pilastri d’intervento, in particolare i progetti relativi a inclusione e coesione.
Se da un lato, infatti, sarà necessaria una pubblica amministrazione in grado di gestire e rendicontare numerosi progetti, dall’altro sembra imprescindibile un contributo dei privati per la realizzazione degli obiettivi annunciati.
Consapevole di tale compito è l’Alleanza delle Cooperative italiane che già dalle fasi embrionali del piano nazionale di ripresa e resilienza ha sottolineato la necessità di collaborazione tra pubblico e privato e coinvolgimento delle parti sociali.
PNRR e cooperative, i progetti pilota suggeriti dall’Alleanza delle Cooperative italiane
Sono diverse le proposte avanzate per la realizzazione del PNRR, suggerite a più riprese nel corso delle varie fasi di progettazione del recovery plan italiano.
A sintetizzarle è stata l’Alleanza delle Cooperative italiane, il coordinamento nazionale costituito dalle Associazioni più rappresentative della cooperazione italiana (Agci, Confcooperative, Legacoop).
Già lo scorso mese di aprile, il presidente Mauro Lusetti aveva posto l’accento sulla necessità di:
“una governance adeguata, con una gestione non affidata a task force, bensì realizzata con una logica e dispositivi di partecipazione strategica e operativa sia dei vari livelli istituzionali sia delle parti sociali.”
Nel suo intervento, a margine di un incontro con la segreteria del PD, lo stesso presidente Lusetti sottolineava alcuni rischi.
Da un lato la centralità del MEF e della Ragioneria generale dello Stato, in grado di garantire il controllo e monitoraggio delle risorse, potrebbe ridurre la dialettica con gli altri protagonisti.
Sugli interventi relativi alla Pubblica Amministrazione, il presidente Lusetti esprimeva l’opportunità da cogliere nell’impegnare i fondi per investimenti e la ricaduta a livello territoriale.
Nel far prevalere gli investimenti sui sussidi sono però tre gli interventi che richiedono particolare attenzione, secondo l’Alleanza delle Cooperative italiane:
- supporto ai settori maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus;
- interventi per contrasto della povertà;
- interventi a favore del Sud.
All’interno del Piano nazionale della sostenibilità, elaborato a partire da marzo 2020 e presentato al governo e alle istituzioni, l’Alleanza delle Cooperative ha poi individuato 7 progetti pilota, coerenti con quanto indicato tra gli obiettivi del PNRR.
I 7 progetti sono di seguito elencati:
- mutualità digitale, ovvero la costituzione di piattaforme digitali a proprietà cooperativa per offrire ai soci beni proprietà dei dati e servizi a condizioni più vantaggiose di quelle di mercato;
- comunità energetiche e autoconsumo, ossia un contributo al potenziamento infrastrutturale delle aree marginali con la costituzione di comunità energetiche cooperative;
- economia circolare e bioeconomia. Si tratta della valorizzazione dei residui produttivi (tra cui residui agricoli e della pesca e residui di demolizione) e promozione prodotti bio-based e bioenergie;
- digitalizzazione dei Beni Culturali. Si intende creare valore lungo tutta la filiera che porta alla tutela e alla fruizione del bene e oltre, fino alla produzione artistica e creativa innovativa;
- città accessibili: abitare, cura e cultura. L’obiettivo, in questo caso, è quello di promuovere l’incremento di edilizia residenziale sociale con forme digitali di servizi di assistenza e cura alla persona e hub culturali e creativi;
- potenziamento offerta e domanda dei servizi per l’infanzia, ovvero collegare il sostegno garantito dal bonus alle famiglie per l’accesso ai nidi e ai servizi educativi alla spesa in servizi erogati da imprese sociali e cooperative sociali;
- salute di comunità, ossia costruire un percorso unitario che parta dai medici di base e si articoli lungo tutta la filiera dell’assistenza sanitaria e sociale territoriale, basata su tecnologie e forme di finanziamento, pubbliche e individuali.
Per verificare quali di questi progetti pilota saranno inseriti e come verranno spesi i fondi del piano non resta che aspettare le fasi successive di attuazione dei progetti.
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