Sicindustria: validati quasi 3.500 interventi. Misura fondamentale per l’Isola con l’80% degli edifici inefficiente
ROMA – In arrivo la conferma del bonus per la riqualificazione energetica degli edifici, in linea di massina per i prossimi due anni, ma alcune categorie non potranno chiamarlo più “super”. Sarà infatti un incentivo in parte “ridimensionato” quello che, stando alla bozza della manovra diffusa ieri da Palazzo Chigi, entrerà nella Legge di Bilancio per il 2022. In particolare, per quanto riguarda le abitazioni monofamiliari, potranno accedere all’agevolazione solo i proprietari con un tetto Isee fino a 25 mila euro e solo se si tratta di prima casa. In questo caso la proroga è fino al 2022. Un anno di tempo in più, fino al 31 dicembre 2023, è quello concesso ai condomini, prima cioè che parta il progressivo “decalage” al 70% per le spese sostenute nel 2024 e al 65% per quelle sostenute nel 2025.
Il Governo Draghi, dunque, sosterrà per i prossimi due anni, almeno parzialmente, quel circolo virtuoso innescato nel settore dell’edilizia, anche se le principali associazioni di categoria nonché gli esperti in riqualificazione energetica avevano chiesto di rendere strutturale l’iniziativa. “È una misura che sta dimostrando di essere un importante volano per la ripresa del settore edile ma, più in generale, per l’intera economia. Ed in questa ottica, è un delitto non renderla strutturale”, ha dichiarato al QdS Nello Battiato, presidente regionale della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa).
I dati cumulati al 31 agosto di quest’anno da Enea sul Super ecobonus 110% certificano un progressivo aumento dei beneficiari in Sicilia anche se siamo ancora lontani dai primi della classe: la Lombardia registra un totale di investimenti ammessi a detrazione pari a 857,8 milioni di euro contro i 397,3 milioni isolani che valgono il settimo posto tra le regioni italiane. Numeri aggiornati alle ultime settimane, forniti dalla Cna, parlano del raggiungimento di quota 500 milioni per l’Isola. Sul podio il Lazio (560,1 milioni di euro) e il Veneto (558,8). I numeri sul suolo nazionale ci dicono che il totale investimenti ammessi a detrazione è pari a 5,7 miliardi.
Ricordiamo che il Superbonus è un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
Un’agevolazione fondamentale per rendere più efficiente dal punto di vista energetico un patrimonio immobiliare in molti casi vetusto ed energivoro con un impatto negativo sull’ambiente. “L’incentivo – ha spiegato Gabriele Buia, presidente nazionale di Ance – permette di ridurre le emissioni di CO2 di circa il 28% in più rispetto al vecchio Ecobonus sul singolo immobile. E in meno di un anno sono stati effettuati interventi su 6 mila condomini contro mille in sei anni”.
Gli interventi trainanti previsti sono il Sismabonus e l’Ecobonus. Il Sismabonus permette di migliorare la sicurezza dell’immobile a seguito di eventi sismici, ma anche a migliorarla proprio nella sua struttura portante a prescindere dal terremoto mentre l’ecobonus permette, attraverso la realizzazione di un intervento di isolamento termico (meglio conosciuto come cappotto), di migliorare l’efficienza energetica dell’immobile, oltre alla sostituzione degli infissi e realizzazione di impianti termici, fotovoltaici e via discorrendo, avendo un complessivo risparmio.
Tornando ai dati regionali, pubblicati dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), osserviamo che non c’è spazio per i fraintendimenti: al Nord e al Centro si investe di più sull’Ecobonus di quanto non si faccia al Sud. C’è però un trend positivo in Sicilia che aveva iniziato molto a rilento nei primi mesi dell’iniziativa ma che adesso ha guadagnato terreno. Se è vero, infatti, che la Lombardia guida la classifica con 5.116 asseverazioni, la Sicilia si attesta a 2.751 e, stando a quanto dichiaratoci da Sicindustria, al 30 settembre sfiora quota 3.500.
Insomma si tratta di una misura partita in sordina che ora si rivelando decisiva non solo per lo sviluppo dell’Isola, ma anche per l’ambiente. Il patrimonio edilizio siciliano è, infatti, tra quelli più inefficienti energeticamente. Stando all’ultimo censimento effettuato da Enea e Cti (Comitato termotecnico italiano) sulle certificazioni energetiche, tra il 2016 e il 2019, nella nostra regione sono stati acquisiti quasi 423 mila attestati di prestazione energetica (Ape), di cui il 40% è risultato in ultima classe (G). La F e la E valgono rispettivamente il 24,65% e il 16,37%, arrivando complessivamente a circa l’80% del totale. Il resto è distribuito tra la classe D (10,73%), la C (5,71%), mentre un numero davvero esiguo di immobili si trova nelle classi più efficienti, ovvero la B (2,83%) e la A (0,15%).
Intervengono Battiato e Giglione, presidente e segretario regionali Cna
“In Sicilia 8mila nuovi posti di lavoro Un incentivo da rendere strutturale”
“Sono stati avviati già oltre mille cantieri nella regione”
PALERMO – Il presidente regionale della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), Nello Battiato, e il segretario, Piero Giglione, forniscono al Qds una lettura dei dati siciliani sul Super Ecobonus 110%.
“Il Superbonus in Sicilia – affermano i vertici della Cna regionale – vede la Cna protagonista. La nostra Confederazione è parte attiva e strategica del progetto ‘Riqualifichiamo l’Italia – Cappotto Mio’, la cui piattaforma sta riscuotendo grande riscontro da parte delle famiglie, dei professionisti e delle imprese. Nell’Isola sono stati già avviati oltre mille cantieri per oltre 500 milioni di euro di opere e 8 mila nuovi posti di lavoro”.
Battiato e Giglione commentano poi la proroga della misura in discussione a Roma: “È una misura che sta dimostrando dunque di essere un importante volano per la ripresa del settore edile ma, più in generale, per l’intera economia. Ed in questa ottica, sarebbe un delitto non renderla strutturale. Cna condivide l’indicazione del Governo diprorogare a tutto il 2023 il Superbonus 110%. Sarebbe incomprensibile tuttavia limitare la proroga soltanto a condomini e edifici Iacp, escludendo tutte le singole unità immobiliari e gli edifici funzionalmente indipendenti, così come non prolungare il bonus facciate”.
“Ridurre le misure di incentivazione per la riqualificazione energetica e la valorizzazione del patrimonio immobiliare contrasterebbe con l’orientamento di una manovra espansiva per sostenere e consolidare la crescita annunciata dal Governo e che trova conferma nel documento programmatico di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri. Cna ritiene che limitare la platea dei beneficiari del Superbonus penalizzi soprattutto le piccole e medie imprese e la grande maggioranza dei piccoli comuni”.
Limiti per gli edifici unifamiliari? Ecco perché così la misura si sgonfia
Bongiorno (Sicindustria): “Grazie al bonus il settore è ripartito”
PALERMO – Gregory Bongiorno, presidente di Sicindustria, ha espresso al QdS il proprio punto di vista sul Super Ecobonus 110% definendo l’impatto “senz’altro positivo”. “La Sicilia – dichiara – al 30 settembre 2021 è la sesta regione d’Italia per pratiche avviate e asseverazioni già depositate. Già validati 3.454 interventi per un totale di 513 milioni previsti, di cui 350 milioni per lavori già conclusi e ammessi alla detrazione”. Numeri dunque in crescita rispetto a quelli certificati al 31 agosto da Enea e che valgono l’avanzamento di un posto in classifica rispetto al report pubblicato.
“In Sicilia – prosegue Bongiorno – abbiamo assistito ad un fenomeno di ricorso massivo al 110% da parte dei proprietari di edifici unifamiliari: si parla di 2.270 interventi per un totale di investimenti di circa 270 milioni e un investimento medio stimato in 100 mila euro per ogni intervento”.
D’obbligo la distinzione dei dati tra edifici unifamiliari e condomini. “Minore è la quantità di condomini che hanno fatto ricorso al 110. Sono infatti 422, per un importo complessivo di 212 milioni di euro e un investimento medio di circa 500 mila euro per ogni intervento (dati Enea)” puntualizza il presidente.
Ma il settore edile ha avuto vantaggi da tale iniziativa? “Non c’è dubbio che una misura come questa ha dato spinta propulsiva al settore dell’edilizia e degli impianti. E da queste cifre la Sicilia ha saputo cogliere l’opportunità” ha risposto Bongiorno.
“Il settore dell’edilizia insomma è ripartito, e anche bene. E questo è un trend in linea con il dato nazionale, come emerge dall’analisi del nostro Centro Studi di Confindustria. Le costruzioni sono, insieme con l’Ict, i soli settori che hanno trainato la ripresa del 2021. Numeri che – sul fronte del lavoro – si traducono in una crescita dei livelli occupazionali. Auspichiamo che questa misura sia prorogata nel tempo sia per i benefici economici/occupazionali ma anche per quelli ambientali”.
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