Con l’approvazione della Legge di bilancio e la proroga del Superbonus al 110% fino al 2023, è stata rinnovata anche la misura relativa al Bonus antisismico, noto come Sismabonus: per il 2022 suddiviso in Sismabonus ordinario – prorogato fino al 31 dicembre 2024 con detrazioni fino all’80% – e Supersismabonus, legato appunto al Superbonus al 110%. Come riporta Confcommercio, il Sismabonus è un’agevolazione fiscale che interessa i lavori riguardanti misure antisismiche, realizzati sia sugli immobili di tipo abitativo (la casa) che per attività produttive.
Le opere possono essere realizzate (e detratte) su edifici che si trovano nelle zone sismiche a più alta pericolosità: la Zona 1, che però non interessa nessun Comune in provincia di Brescia né in Lombardia, la Zona 2 (rischio medio) che interessa ad esempio il capoluogo e altri paesi della provincia, infine la Zona 3 (rischio basso). La più recente classificazione sismica dei Comuni lombardi prevede 57 Comuni in Zona 2, 1.025 Comuni in Zona 3 e 445 Comuni in Zona 4 (bassissima sismicità).
Come funziona il Sismabonus
Possono usufruire delle detrazioni sia le persone fisiche (soggetti Irpef) che le imprese (soggetti Ires), ma anche i condomini, gli istituti autonomi Iacp, associazioni e società sportive, onlus, organizzazioni di volontariato e cooperative di abitazione a proprietà indivisa. In base alla tipologia di intervento si prevedono detrazioni da un minimo del 50% fino al massimo del 110%, per interventi legati al Superbonus, in quest’ultimo caso con scadenza però fissata al 31 dicembre 2023, ed eventualmente aliquota decrescente per gli anni successivi (70% fino al 31 dicembre 2024, 65% fino al 31 dicembre 2025).
Le detrazioni previste
Per quanto riguarda gli interventi sulle singole unità immobiliari, il limite di spesa ammissibile è fissato in 96mila euro: per l’adozione di misure antisismiche la detrazione è del 50%, per interventi che consentano il passaggio a una classe di rischio sismico inferiore la detrazione è del 70%, per interventi che consentano il passaggio a due classi di rischio inferiori la detrazione è dell’80%.
Per gli interventi su parti condominiali, detrazioni dal 75% (misure antisismiche) all’85% (passaggio a due classi inferiori di rischio sismico) fino a un massimo di 96mila euro di spesa, da moltiplicare per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio; detrazioni dall’80% (passaggio a una classe inferiore di rischio sismico) all’85% (due classi inferiori) fino a un massimo di 136mila euro, sempre da moltiplicare per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, se combinati a interventi di efficienza energetica.
Come da prassi, le detrazioni vengono restituite in cinque quote annuali di pari importo. Ma esiste anche la formula, rivolta alla persona fisica, dello sconto in fattura: ovvero un contributo pari alla detrazione sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, che sarà anticipato dalla ditta che effettua i lavori (recuperabile come credito d’imposta). La stessa ditta avrà poi la possibilità di cedere il credito ad altri soggetti, come banche e istituti finanziari.
Gli interventi da realizzare
Gli interventi più importanti sul fronte del miglioramento antisismico riguardano l’inserimento di tiranti, in pratica dei “cavi” metallici ancorati nei muri per aumentare la resistenza delle pareti; la posa di un intonaco strutturale armato, ovvero una parete cementizia armata con rete metallica per rinforzare la struttura muraria; gli isolatori sismici, una specie di “cuscinetti” inseriti all’interno dei pilastri per ammortizzare i movimenti generati dai terremoti; i cordoli di sicurezza sui solai, che li collegano alla muratura per ridurre il rischio di crollo; infine la cucitura con nastri metallici pretesi, un reticolo che “ingabbia” i muri con nastri in acciaio inox.
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