Usare l’ecobonus 110 per cento per ristrutturare le case popolari. E’ questa la richiesta che si è sollevata ieri pomeriggio dai tetti delle palazzine di proprietà di Ater al Quarticciolo, dove il Comitato di quartiere ha denunciato lo stato di abbandono di molte palazzine e ha disegnato un ‘110%’ visibile dall’alto aprendo gli ombrelli. Un flash mob, con il quale i residenti hanno voluto denunciare ancora una volta “lo stato di abbandono di molte palazzine del quartiere”.
Denuncia il comitato: “Alcune di queste non sono mai state ristrutturate da quando sono state costruite. Non bastano più, infatti, gli interventi da parte di Ater sui problemi più critici. Piove letteralmente in casa. Gli inquilini del quartiere rattoppano le loro case come possono e da sempre pagano dei servizi che non hanno”. Se per le palazzine di via Ugento, dopo una lunga vertenza, son partiti i lavori di ristrutturazione, il comitato denuncia quindi le condizioni di degrado di molti altri immobili chiedendo di poter usufruire dei finanziamenti per l’efficientamento energetico. A riguardo, alla fine di marzo, la Regione Lazio e l’Ater hanno annunciato un piano da 300 milioni di euro finalizzato all’efficentamento energetico degli immobili popolari.
Per il Comitato di quartiere Quarticciolo: “O la transizione ecologica migliora la vita di chi vive nei quartieri popolari o è un regalo alla rendita (e quindi non è né ecologica, né una transizione)”. Il bonus, “può essere l’occasione per intervenire su problemi cronici di fatiscenza degli immobili legando la transizione ecologica alla giustizia sociale o può essere il modo in cui valorizzare il patrimonio immobiliare privato, sostenendo un mercato drogato da un regime fiscale che consente di tenere interi quartieri finiti e mai abitati. Questa ambiguità nei quartieri popolari è lampante: lungo il raccordo le cattedrali nel deserto tenute vuote dai palazzinari vedranno aumentato il loro valore di mercato mentre nei quartieri dell’Ater ci sono famiglie che sperano nel capotto termico e in nuovi infissi per smettere di vivere con le infilatrazioni di acqua in camera da letto”.
Da qui la richiesta: “Chiediamo che il bonus 110 per cento sia applicato immediatamente in tutti gli alloggi Ater della città a partire dalle palazzine più fatiscenti e che non hanno mai subito un intervento, perché il patrimonio pubblico continui a rimanere pubblico e per la dignità di tutti e tutte coloro che vivono nelle case popolari. Qua piove letteralmente in casa. Noi non siamo abitanti di serie b, le nostre vite contano”.
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