Ammontano a 9,74miliardi di euro, dati al 31 ottobre, le detrazioni ammesse grazie al Superbonus 110%. L’85% della domanda arriva da edifici unifamiliari e immobili indipendenti. Strutture che, stando alle limitazioni studiate per la prossima legge di bilancio, in futuro potrebbero avere maggiori difficoltà nell’accedere allo sgravio. A riportare i dati sulle detrazioni è dato dall’Istituto Enea, che monitora l’andamento della misura a cadenza mensile, registrando che gli edifici unifamiliari, che hanno coperto il 50,9% degli interventi, richiedono in media un investimento di 104.112 euro. I cantieri conclusi, per questa tipologia di immobili, sono invece il 76,1% del totale.
Seguono i condomini, con 573.573 euro di investimento medio e il 62,3% dei lavori terminati. Più contenuto l’investimento sulle abitazioni indipendenti, con 94.786 euro medi. La classifica tra le regioni più virtuose in termini di asseverazioni e investimenti vede la Lombardia al primo posto, con 8.029 asseverazioni per oltre 1 miliardo di euro. A seguire c’è il Lazio, 5.654 per 941 milioni di euro, la Toscana, 4.617 asseverazioni per 635 milioni, e l’Emilia-Romagna, 4.392 asseverazioni per oltre 792 milioni.
Investimenti con forti ricadute sull’efficienza energetica e lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili. Sono agevolate, infatti, le spese per l’installazione dei pannelli. Una delibera dell’Agenzia delle Entrate permette la detrazione anche quando i pannelli vengono installati sul tetto di un fabbricato adiacente. Questi lavori rientrano tra gli interventi definiti trainanti, cioè fondamentali per accedere e avviare le procedure del beneficio dove è necessario ricavare in modo semplificato il risparmio di energia che si stima di ottenere.
Il Superbonus, secondo l’analisi di Movimprese condotta da Unioncamere e InfoCamere, ha avuto effetti diretti sul settore delle costruzioni. Le imprese edili sono aumentate di quasi 30.000 unità in due anni, solo 6.000 nel trimestre luglio-settembre 2021. La dinamica, a livello territoriale, appare più forte nel centro sud, con la Campania dove la crescita è stata del 7%, corrispondente a 4.907 neo-imprese. A livello assoluto, invece, svetta il Lazio che, con un saldo nei due anni di 5.103 unità, ha messo a segno una crescita del 5,8%.
La ripresa del settore e le conseguenze positive sulle prestazioni energetiche degli edifici possono rallentare a causa della carenza di materiali e all’aumento dei prezzi per le materie prime. Coinvolti nei rincari sono stati rame, ferro e acciaio, per cui si è registrato quasi un 110% in più, mentre i polietileni hanno segnato incrementi superiori al 110% tra novembre 2020 e aprile 2021. Una condizione che, secondo l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), è iniziata a fine 2020 per proseguire durante tutto il 2021, rallentando la conclusione e l’apertura dei cantieri.
Source: repubblica.it
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