Una cabina di regia politica per ritoccare le misure più discusse. In modo da arrivare al Consiglio dei ministri di oggi con la legge di bilancio pronta da approvare e inviarla subito alle Camere (con una settimana di ritardo sulla tabella di marcia, che prevede l’invio al Parlamento entro il 20 ottobre).
Questa la tabella di marcia del presidente del Consiglio Mario Draghi per arrivare all’ok sulla sua manovra espansiva da 23 miliardi. Ieri il premier ha raccolto i partiti della maggioranza e rivisto insieme alcuni dei nodi ancora da sciogliere.
In cima a tutto ci sono le pensioni. Dopo aver esaminato diversi schemi, per l’addio a Quota 100 arriva una soluzione per un solo anno, il 2022, in cui si potrà andare in pensione in anticipo raggiungendo Quota 102 con 64 anni di età e 38 di contributi e un fondo da 3-400 milioni, per traghettare i più penalizzati dall’innalzamento dei requisiti. Un passaggio le proteste della Lega e l’ira dei sindacati, che ora si aspettano un tavolo di riforma complessiva di tutto il sistema. Mentre Opzione donna e Ape sociale per i lavori più gravosi dovrebbero diventare strutturali.
Sul taglio delle tasse, manca l’intesa e così in manovra per ora nero su bianco ci sarà solo il fondo da 8 miliardi. A chi destinarli (Irpef, cuneo o contributi) sarà una scelta che si compierà in Parlamento durante l’esame nelle Aule di Camera e Senato. Il governo presenterà un emendamento che terrà conto del confronto con le parti sociali.
Confermata poi la stretta sul Reddito di cittadinanza – che sarà rifinanziato con 800 milioni – con controlli preventivi e più serrati. Dopo il secondo no a un’offerta di lavoro arriva lo stop all’assegno e la riduzione del sussidio per chi il lavoro lo accetta. Si prevede comunque una riduzione progressiva degli importi, a partire dal sesto mese, fino a una cifra minima di 300 euro al mese, anche in assenza di rifiuto di un nuovo impiego (un sistema simile a quello della Naspi).
Per quanto riguarda i bonus edilizi, il Superbonus viene esteso anche alle unità unifamiliari per tutto il 2022, come chiedevano i Cinque Stelle, ma solo se sarà prima casa e sarà legato alla soglia Isee di 25mila euro. Per i condomini la proroga sarà al 2023, con successivo decalage. Confermati anche gli altri incentivi per la casa, dall’ecobonus al bonus verde a quello per il rinnovo dei mobili. Il bonus facciate sarà prorogato ma la percentuale scenderà dal 90 al 60% il prossimo anno.
Diventano strutturali i dieci giorni di congedo obbligatorio per i papà, viene prorogato lo sconto per gli under 36 che acquistano la prima casa e arrivano fondi aggiuntivi per asili nido e scuole dell’infanzia.
Alla sanità arriveranno altri 4 miliardi tra Fondo sanitario e fondi per i vaccini e farmaci anti-virus. Altri 400 milioni andranno alla ricerca, che sarà potenziata anche attraverso il Pnrr con il passaggio da 9mila a 20mila dottorati. Sarà rifinanziato anche il trasporto pubblico locale, ci saranno 2 miliardi per le infrastrutture e il Fondo di sviluppo e coesione, mentre altri 4 miliardi sosterranno gli investimenti privati.
Per le altre misure, la Plastic tax slitta al 2023, così come il taglio dell’Iva al 10% per gli assorbenti femminili. Confermato il fondo da un miliardo contro il rincaro delle bollette, mentre c’è lo stop definitivo al cashback, che farà recuperare 1,5 miliardi di euro da destinare alla riforma degli ammortizzatori sociali.
La cabina di regia ha affrontato anche il ddl Concorrenza, che doveva arrivare in Consiglio dei ministri oggi ma invece potrebbe slittare. Dal testo sarebbero state tolte le misure legate alla contestata direttiva Bolkestein che disciplina le concessioni balneari e quelle sulle concessioni idroelettriche.
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