Recovery Plan blindato in CdM, nel PNRR poco spazio al Superbonus 110%: le richieste per far decollare lo strumento e la transizione green nel Paese.
Il Recovery Plan approda in Consiglio dei Ministri giovedì 29 aprile 2021 per l’approvazione definitiva. L’Italia si prepara così ad inviare a Bruxelles, nella nuova versione del PNRR Draghi articolato in 6 Missioni volte a perseguire obiettivi importanti per il Paese, anche in termini di transizione green. L’unico punto su cui è rimasta qualche ombra è il Superbonus 110%, per il quale sono stati rimandati ad altri provvedimenti sia l’ampliamento della platea sia il rifinanziamento per la proroga al 2023. La misura viene trattata nella seconda Missione del Recovery Plan, denominata “Rivoluzione verde e transizione ecologica” con una dotazione complessiva di 68,6 miliardi, di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo, in cui però non è ricompresa né proroga né il potenziamento del Superbonus 110%. Vediamo perché.
Superbonus 110% semplicato e fino al 2023
In base agli impegni di Governo, la maxi-detrazione per la riqualificazione edilizia sarà comunque prorogata fino al 2023. Questa estensione temporale del Superbonus 110%deve però ancora trovare le risorse, che saranno inserite nella Legge di Bilancio 2022. Per fruire della detrazione IRPEF al 110%, introdotta nel 2020 dal Decreto Rilancio, ci sarà quindi tempo fino al 2023 ma nel PNRR il Governo si limita ad annunciarne la prossima valutazione, dunque per la proroga vera e propria bisognerà aspettare cosa si deciderà in autunno quando sarà messa a punto la Manovra economica per il prossimo anno.
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Nel frattempo si inerviene subito con la riduzione degli adempimenti e altre semplificazioni per velocizzarne e facilitarne la fruizione, nonché per dare una spinta decisiva all’efficienza energetica dell’intero Paese per quanto concerne gli edifici pubblici che di quelli privati e stimolare le economie locali attraverso la creazione di posti di lavoro nella filiera dell’edilizia e della produzione di beni e servizi per le abitazioni, con potenziale impatto sulle categorie deboli colpite dalla pandemia. L’obiettivo “green” è di raggiungere un risparmio pari almeno a 0,32 Mtep e 0,98 MtCO2 entro il 2026. Le novità riguardanti il Superbonus 110% troveranno posto nel Decreto Semplificazioni che verrà emanato entro maggio 2021. Ad essere semplificati saranno in particolare alcuni passaggi burocratici, visto che l’attuazione del Superbonus finora ha incontrato molti ostacoli connessi alla necessità di attestare la doppia conformità edilizia, procedura che in alcuni casi richiede fino a 6 mesi di tempo.
Come potenziare il Superbonus 110%
Non dovrebbero invece esserci sostanziali novità in termini di requisiti, caratteristiche tecniche dello strumento, tipologie di intervento, categorie abitative, eventuale cessione del credito e sconto in fattura, anche se Legambiente e Fillea CGIL chiedono:
- una proroga ancora più estesa, fino a 31 dicembre 2025;
- una ridefinizione della platea degli interventi, consentendo l’accesso alla detrazione anche ai lavori che riducono le prestazioni di almeno il 50% o raggiungono la Classe A di prestazione energetica, per lavori coordinati di riqualificazione energetica ed adeguamento antisismico, per l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’eliminazione dell’amianto.
Secondo l’associazione ambientalista e il sindacato delle costruzioni, per dare maggiore slancio al Superbonus 110% e al suo impatto positivo per il Paese bisogna anche:
- prevedere la semplificazione intelligente delle norme edilizie;
- istituire un fondo di garanzia ministeriale per il credito agevolato a famiglie e imprese che realizzano gli interventi;
- prevedere un piano straordinario di formazione professionale per il green building.
Source: pmi.it
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