Mancano meno di 4 mesi alla scadenza del bonus mobili 2021, un generosissimo contributo che regala agli italiani un finanziamento di 8.000 euro per arredare casa.
Si tratta di un bonus senza ISEE, cioè non vincolato a requisiti di reddito e che non contribuisce ad accrescere lo stesso.
Per ottenere il bonus mobili deve sussistere una sola ed unica condizione, cioè che l’immobile per cui sono acquistati gli oggetti sia stato da poco oggetto di un intervento di ristrutturazione. Motivo per cui il contributo che viene gestito dall’Agenzia delle Entrate fa parte appunto delle agevolazioni ristrutturazione.
In ogni caso l’Agenzia specifica che sarà possibile acquistare mobili ed elettrodomestici per tutte le aree della casa, a prescindere dalla zona che è stata oggetto di intervento.
Inoltre, sempre l’Agenzia ci tiene a sottolineare che il bonus mobili è cumulabile con le altre agevolazioni, cioè anche se si eseguono interventi di ristrutturazione coperti da incentivi come il bonus casa si avrà diritto ad acquistare elettrodomestici e elementi di arredo gratis.
Tuttavia, questo generoso contributo è in scadenza a fine anno, perciò affrettiamoci e cerchiamo di capire come funziona il bonus mobili prima che giunga la sua fine.
Anche il video YouTube di Subry Channel offre una valida panoramica del bonus mobili 2021:
Quali sono i requisiti e gli importi del bonus mobili 2021?
Come si è detto con il bonus mobili 2021 si possono comprare oggetti d’arredamento e grandi elettrodomestici gratis.
Nello specifico il bonus mobili consiste in una detrazione del 50% delle spese sostenute per acquistare mobili ed elettrodomestici. La spesa detraibile massima ammessa e di 16.000 euro, perciò l’importo massimo del bonus mobili è di 8.000 euro.
Questi importi si applicano al bonus mobili 2021, cioè a tutte le spese effettuate quest’anno, mentre per quelle del 2020 il bonus ha una spesa massima ammessa di 10.000 euro, che rende quindi l’importo del contributo pari a 5.000 euro e non oltre.
Per ottenere il bonus mobili 2021 c’è un solo requisito cioè che gli oggetti siano stati acquistati quest’anno e da destinarsi ad un’abitazione ristrutturata prima del 1 gennaio 2020. Se invece si tratta di acquisti effettuati nel 2020 allora la ristrutturazione deve essere stata iniziata prima del 1 gennaio 2019.
L’Agenzia inoltre specifica che per avere il bonus mobili fa fede la data di inizio dei lavori, che deve essere obbligatoriamente anteriore alla data di acquisto degli oggetti, ma non importa quando gli interventi edilizi vengono pagati.
In parole semplici l’importante è che la ristrutturazione abbia inizio prima che si acquistino i mobili e gli elettrodomestici, ma non importa se i lavori sono pagati in un secondo momento, anche successivo.
È però fondamentale che sia la stessa persona a pagare materialmente sia le spese da detrarre con il bonus mobili che i lavori edilizi. Anzi l’agenzia avvisa esplicitamente che nel caso di coniugi, deve essere solo uno a pagare entrambe le spese, altrimenti non si otterrà il bonus mobili. Mentre non creano problemi al bonus mobili le spese effettuate all’estero se si è in possesso della dovuta ricevuta.
Come funziona il bonus mobili con detrazione Irpef
Al momento il bonus mobili può essere usato solo ed esclusivamente attraverso una detrazione Irpef in dieci anni, ma non sono ammessi sconto in fattura e cessione del credito.
Cioè per avere il bonus mobili il beneficiario dovrà anticipare tutte le spese di tasca propria e poi chiedere che il 50% gli sia restituito attraverso uno sconto sulle tasse spalmato in dieci anni.
Le spese che si vogliono scaricare con il bonus mobili dovranno essere inserite nella dichiarazione dei redditi, cioè nel modello 730 per i lavoratori dipendenti e nel modello Redditi PF per i lavoratori autonomi.
È importante però che si conservi la fattura o lo scontrino delle spese effettuate e che sul documento siano indicati codice fiscale o Partita Iva non solo del venditore, ma anche dell’acquirente.
Inoltre nel caso il bonus mobili sia richiesto in seguito ad un intervento di ristrutturazione avvenuto sulle parti comuni di un edificio condominiale, allora si avrà comunque diritto al bonus mobili ma solo per acquistare oggetti destinati ad arredare le parti comuni.
Ricordiamo ancora una volta, che nel caso invece il bonus mobili sia richiesto per la propria abitazione, allora non importa in quale area della casa si effettuano i lavori perché comunque con il contributo si possono acquistare oggetti da collocarsi ovunque nella casa, anche in zone diverse da quelle oggetto di intervento.
Una panoramica delle spese ammesse dal bonus mobili
In linea generale tra le spese considerate detraibili attraverso il bonus mobili, ci sono tutti i tipi di elementi di arredo e grandi elettrodomestici, questi ultimi però devono essere almeno di classe energetica A+, tranne forni e lavasciuga per cui va bene anche la semplice classe A.
Ad ogni modo al fine di far avere ai contribuenti un’idea più chiara l’Agenzia delle Entrate fornisce, nella guida pdf al bonus mobili, un elenco di esempi delle spese ammesse, tra cui: letti, armadi, poltrone, tavolo, divani, credenze, lampade, comodini, librerie, materassi, sedie cassettiere, etc.
Si tenga però presente che con il bonus mobili non si possono acquistare né pavimenti né tendaggi e nemmeno altri complementi di arredo di questo tipo.
Passando agli elettrodomestici anche in questo caso l’Agenzia fornisce un elenco a scopo informativo: frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici, congelatori, asciugatrici, lavasciuga, stufe elettriche, ventilatori, piastre elettriche, apparecchi per la cottura dei cibi, radiatori etc.
Ricordiamo però che nel caso degli elettrodomestici c’è l’obbligo di rispettare la classe energetica, solo in un caso possono essere acquistati apparecchi senza l’etichetta che specifichi la classe e cioè se per questi prodotti lo ammette la normativa italiana.
Gli interventi di ristrutturazione che aprono la strada al bonus mobili
In linea piuttosto generica si è detto fino adesso che per avere diritto al bonus mobili è importante avere alle spalle un intervento di ristrutturazione nello stesso immobile dove si vogliono destinare gli oggetti.
Adesso cerchiamo di vedere più nel dettaglio quali interventi danno accesso a questo contributo.
A parte le ristrutturazioni in senso stretto, cioè gli interventi massicci, il bonus mobili si può avere anche in presenza di quelle che vengono definite operazioni di manutenzione straordinaria.
Cioè nello specifico ci viene sempre incontro la guida pdf dell’agenzia che elenca gli interventi inclusi:
- l’installazione degli ascensori;
- la costruzione o la ristrutturazione di scale interne ed esterne;
- la sostituzione della caldaia;
- l’installazione di stufe alimentate e biomasse combustibili come il pellet;
- l’installazione di cancelli e recinzioni.
Nel caso il bonus mobili sia richiesto a seguito di operazioni effettuate su parti comuni di edifici condominiali danno diritto al bonus mobili anche gli interventi di rifacimento degli intonaci esterni.
Vedremo nel dettaglio di seguito la cumulabilità del bonus mobili con incentivi quali il bonus casa e il bonus facciate, qui anticipiamo che l’Agenzia dice espressamente che qualora l’immobile sia stato oggetto di lavori di riqualificazione energetica attraverso l’agevolazione al 65%, in questo specifico caso non si ha diritto al bonus mobili.
Bonus casa per ristrutturare e bonus mobili per arredare, il tutto a metà prezzo!
Quello tra bonus casa e bonus mobili è un accoppiata perfetta! Perché sono cumulabili senza troppi problemi e quindi se si effettuano lavori coperti dal bonus casa si ha diritto senza intoppi al bonus mobili, sempre nel rispetto degli interventi ammessi dalla normativa di quest’ultimo.
Il bonus casa è l’agevolazione ristrutturazione più facile che ci sia poiché non richiede la complessa documentazione del bonus facciate o del Superbonus 110% e ammette qualsiasi tipologia di intervento edilizio.
Consiste per il 2021 in uno sconto pari al 50% del totale dei costi, per un massimale di 98.000 euro.
Inoltre, a parte la classica modalità di fruizione mediante detrazione Irpef in dieci anni, questo può essere usato anche direttamente con sconto in fattura.
Cioè facendo in modo che il proprietario dell’immobile paghi solo la metà dei costi e invece la ditta anticipi l’altro 50%, per poi avere indietro la somma con un credito d’imposta.
Infine il bonus casa ammette anche la cessione del credito, che può essere scelta tanto dalla ditta quanto dal proprietario e consiste letteralmente nel cedere questo credito ad una banca.
Una cosa che bonus mobili e bonus casa hanno in comune è la data di scadenza, per entrambi fissata a fine anno.
Nel caso del bonus casa però qualora il governo non intervenisse con un rinnovo della misura essa non sarebbe comunque destinata a scomparire, ma piuttosto a ritornare nella forma primaria.
La detrazione originale del bonus casa è infatti del 36%, con un massimale di 48.000 euro, ma per quest’anno è stata innalzata al 50%.
Gli interventi con il bonus facciate danno diritto al bonus mobili?
Se il rapporto che intercorre tra bonus casa e bonus mobili e dei più rosei, questo non può dirsi per il bonus facciate.
Perché se i lavori di rifacimento degli intonaci esterni nel caso di edifici condominiali danno diritto al bonus mobili è solo per arredare le parti comuni e in linea generale non c’è compatibilità tra i due incentivi.
C’è però un “ma”, ovvero un caso in cui il bonus facciate sblocca per così dire il bonus mobili e cioè se gli interventi sulle pareti esterne a cui si applica la detrazione del 90% sono qualificati come di recupero del patrimonio edilizio.
Solo in questo caso, cioè se così sono indicati gli interventi coperti dal bonus facciate si avrà diritto anche al bonus mobili.
Ad ogni modo chi vuole usare i due interventi in contemporanea deve ricordare che anche le sorti del bonus facciate sono dubbie al momento, con una scadenza fissata al 31 dicembre 2021.
Insomma per usare il pacchetto completo di tutte le agevolazioni descritte mancano meno di quattro mesi!
Collaboratrice di Redazione, classe 1984.
Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull’opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.
Il mio motto è? “Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life”.
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