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Rinnovati ecobonus auto e bonus ristrutturazioni al 110%: dal recovery plan pioggia di fondi – Today.it

Il Recovery plan dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri domani ma già oggi il premier Mario Draghi ha riunito i ministri coinvolti nel progetto e i capi delegazione dei partiti per illustrare le novità del piano proposto dal governo per traghettare l’Italia fuori dalla crisi innescata dalla pandemia. Seguendo le indicazioni che arrivano dalle direttive europee per l’uso dei fondi molti dei finanziamenti Ue saranno utilizzati nell’ottica di una rivoluzione green. Ma vediamo le prime indiscrezioni che arrivano da palazzo Chigi.

La proroga del Superbonus 110%

Uno degli impegni della maggioranza prevede di prorogare il superbonus del 110% per le ristrutturazioni edilizie “fino alla fine del 2023, valutando di includere tutte le tipologie di edifici”. A tal fine si prevede di utilizzare i circa 18,5 miliardi di euro degli stanziamenti del Pnrr e del fondo complementare Next Generation Ue per “ecobonus e sismabonus fino al 110% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici”. Lo si evince dalle tabelle allegate alle slide che saranno presentate domani in Consiglio dei ministri.

Rinnovati gli ecobonus per le auto meno inquinanti

Tra le misure che sicuramente sono più attese c’è anche quella relativa all’ecobonus per il rinnovo del parco automobilistico degli italiani. E non si dovrà aspettare neppure i fondi del recovery. Come fa sapere il ministero dello sviluppo economico a partire da domani 23 aprile saranno incrementate di oltre 76 milioni di euro le risorse, disponibili sulla piattaforma ecobonus.mise.gov.it per prenotare l’incentivo per l’acquisto di veicoli a basse emissioni relativo alle categorie dei motocicli L e delle auto M1. Si tratta di una riprogrammazione di risorse residue già stanziate per l’anno 2020 nei decreti Rilancio e Agosto, nonché nel fondo Ecobonus.

In particolare le risorse per gli incentivi saranno così suddivise:

  • 56 milioni di euro per le autovetture con emissioni fino 0-60 g/km;
  • 13 milioni di euro per la fascia di emissione 61-135 g/km;
  • 5 milioni di euro per la fascia di emissione 0-135 g/km 

Il recovery plan italiano: come verranno usati i fondi Ue

Se come abbiamo visto per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici vengono destinati circa 18,5 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la restante parte del programma di investimenti è raggruppato in 16 componenti a loro volta oroganizzate in 6 missioni.

La prima è digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura cui andranno 42,5 miliardi di euro (il 22% del totale) per investimenti per sostenere la digitalizzazione della PA, lo sviluppo della banda ultralarga, ma anche per l’internazionalizzazione e gli aiuti a turismo e cultura.

Alla rivoluzione verde e transizione ecologica è destinato il pacchetto più consistente di risorse: 57 miliardi di euro, pari al 30% circa del totale: si prevedono investimenti in economia circolare, fonti rinnovabili, smart grid e sviluppo della tecnologia del trasporto a motori a idrogeno. Come abbiamo detto inoltre verranno finanziati gli interventi di efficientamento energetico degli edifici, così come quelli destinati a compensare il dissesto idrogeologico.

A infrastrutture e mobilità sostenibile vengono assegnati 25,3 miliardi di euro (13% del totale): i finanziamenti aiuteranno a sostenere i progetti di sviluppo dell’alta velocità ferroviaria, la modernizzazione delle linee regionali e digitalizzazione della logistica.

Quarta missione l’istruzione e la ricerca cui vengono dedicati 31,9 miliardi di euro (circa il 17% del totale): punti principali vedono finanziamenti per asili nido, la creazione di laboratori digitali nelle scuole, il finanzimento degli strumenti di didattica digitale e la formazione degli insegnanti. Capitolo importante anche l’edilizia scolastica.

All’inclusione e coesione vengono assegnati 19,1 miliardi di euro (circa il 10% del totale) per politiche attive del lavoro, sviluppo dei centri per l’impiego, imprenditorialità femminile, servizi sociali, rigenerazione urbana, investimenti per le Zes.

Ridimensionati invece gli investimenti per la missione Salute cui arriveranno 15,6 miliardi di euro (circa l’8% del totale) per una serie di interventi tra i quali assistenza di prossimità e cure primarie intermedie, assistenza domiciliare, telemedicina, aggiornamenti tecnologici, fascicolo sanitario elettronico, formazione e ricerca.

Complessivamente il documento del governo stima che il piano di interventi pubblici possa portare a far crescere di 3 punti il Pil entro il 2026.

Le riforme in arrivo: Pa, giustizia

Definito anche un pacchetto di riforme i cui capitoli principali riguardano la Pubblica amministrazione e la Giustizia. Per la PA vengono individuate tre direttrici: concorsi e assunzioni, semplificazioni e carriere e formazione. Tutte accomunate da investimenti in digitalizzazione.

Per la riforma della giustizia vengono individuate due leve: la digitalizzazione e riorganizzazione con, tra l’altro, “assunzioni mirate e temporanee” per eliminare il carico di arretrati; revisione del quadro normativo e procedurale con l’aumento del ricorso alle procedure di emdiazione e intwerventi di semplificazione del processo.

Tra le altre riforme previste quelle definite “orizzontali” ed “abilitanti” come su semplificazioni, rilascio di permessi e autorizzazioni e interventi sul codice degli appalti, e quelle “settoriali specifiche” come su regole per la produzione di rinnovabili e interventi sul contratto di programma delle ferrovie.

Infine il nodo governance che sarà divisa per quanto riguarda l’attuazione con “responsabilità diretta delle strutture operative coinvolte” e cioè ministeri ed enti locali e territoriali per la realizzazione dfegli investimenti e delle riforme nei tempi previsti e per la gestione corretta delle risorse. Per quanto riguarda invece il monitoraggio e la rendicontazione le responsabilità saranno incentrate nel Ministero dell’Economia che fungerà anche da “punto di contatto unico per le comunicazioni con la Commissione europea”.

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