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Riscaldamenti domestici, Legambiente e Kyoto Club: escludere dal Superbonus gli impianti non rinnovabili – Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

Puntare ad impianti senza emissioni entro il 2030. Le buone pratiche e le proposte

[14 Febbraio 2022]

Secondo i dati Ispra, «Il riscaldamento degli edifici residenziali, commerciali e pubblici pesa sulle emissioni di CO2 per oltre il 17,7%» e lo studio “Una strategia per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici in Italia” pubblicato il 15 aprile 2021 da Elemens per Legambiente e Kyoto Club, sottolineava che «In Italia, il principale vettore energetico impiegato per il riscaldamento residenziale in Italia è il gas naturale (50% dell’energia fornita). Seguono poi le biomasse solide (il 28% del totale), soprattutto legname e cippato, e i prodotti petroliferi (8%), come nel caso delle caldaie a gasolio, ancora presenti in alcune grandi città e nelle aree montane non metanizzate. La cogenerazione pesa sul totale per il 5%, mentre sono marginali le pompe di calore, il riscaldamento elettrico (boiler) e il solare termico (1% del totale)».

Il report metteva in evidenza come ormai siano in commercio tecnologie come le pompe di calore, integrate con impianti da fonti rinnovabili, a emissioni zero competitive e come sia nell’interesse delle famiglie, delle imprese e dell’ambiente abbandonare i sistemi di riscaldamento che utilizzano fonti fossili.

Ora, a 10 mesi di distanza e in piena bagarre e fake news sulle truffe sul superbonus 110%, Legambiente e Kyoto Club ricordano che «Nonostante sia oramai chiaro che dobbiamo smetterla di scaldarci con le fonti fossili, come ha recentemente sostenuto anche la Iea (International energy agency, ndr) nel suo report “Net Zero by 2050”, il nostro Paese continua a incentivare l’acquisto e l’installazione di sistemi inquinanti e climalteranti, come le caldaie a gas. La strada che dobbiamo seguire se vogliamo centrare gli obiettivi Ue di riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050 è già tracciata: bisogna rimuovere al più presto i sussidi ambientalmente dannosi, diretti ed indiretti, di cui beneficia il settore energetico».

In un position paper le due associazioni elencano una serie di Buone pratiche per la decarbonizzazione: «Tra i Paesi europei, l’Olanda ha annunciato l’uscita completa dal gas entro il 2050, introducendo già da metà 2018 il divieto di allacciamento alla rete gas per gli edifici di nuova costruzione che saranno quindi riscaldati con sistemi elettrici e/o impianti a fonti rinnovabili. Nel Regno Unito, invece, l’installazione di sistemi di riscaldamento a gas nei nuovi edifici sarà vietata dal 2025, a favore di soluzioni tecnologiche a minore impatto ambientale. Negli Stati Uniti, San Francisco introdurrà da giugno 2021 l’obbligo di realizzare nuovi edifici residenziali e commerciali senza sistemi di riscaldamento basati sul gas naturale: un’ordinanza che arriva sulla scorta di misure simili adottate in altre città della California per abbandonare i combustibili fossili e favorire il riscaldamento elettrico. Ma anche in Italia non mancano esempi virtuosi che vanno nella medesima direzione: la Giunta di Milano ha approvato un nuovo regolamento che prevede la messa al bando delle caldaie a gasolio da ottobre 2022: per favorirne la sostituzione, il Comune ha stanziato risorse a fondo perduto per l’acquisto d’impianti di nuova generazione, come pompe di calore e solare termico».

Legambiente e Kyoto Club avanzano alcune proposte: «Eliminazione dei sussidi diretti alle fonti fossili: riduzione dell’incentivo del Superbonus per la sostituzione di caldaie a gas passando da una detrazione del 110% a una del al 50% fino alla cancellazione di ogni incentivo alla sostituzione di caldaie con sistemi a gas dal 2025. Eliminazione progressiva dell’Iva agevolata sul gas, che svantaggia soluzioni a minor impatto ambientale, e il ritorno all’aliquota ordinaria; un cambio di destinazione del sussidio che prevede uno sconto per l’acquisto di gasolio e GPL nelle aree montane, in favore di pompe di calore, solare termico o sistemi ibridi. Varare da parte del MISE un piano di sostegno alle aziende del settore per la conversione verso impianti di riscaldamento a emissioni zero, ed introdurre l’obbligo, entro il 2030, di sostituire a impianti fossili solo  impianti fossil-free, come solare fotovoltaico, solare termico, pompe di calore connesse anche a sistemi geotermici. Rivedere la legislazione sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energetica sulle caldaie per il riscaldamento, per garantire incentivi ai sistemi più efficienti a partire dal riscaldamento da fonti rinnovabili.  Vietare l’installazione di impianti di riscaldamento a combustibili fossili nei nuovi edifici dal 2025 come seguito logico e ambizioso dei requisiti NZEB nella direttiva EPBD, anche sfruttando il lavoro svolto dal BPIE, Building Performance Institute Europe. Nella ristrutturazione degli edifici sostituire gradualmente le caldaie per il riscaldamento a combustibili fossili attraverso il regolamento sulla progettazione ecocompatibile e una revisione dell’etichetta energetica per le caldaie per il riscaldamento. Migliorare il ruolo che possono svolgere le misure di digitalizzazione e la fiscalità sui consumi di combustibili per il riscaldamento.  L’approvazione di una nuova Strategia Energetica Nazionale basata al 100% sulle fonti energetiche rinnovabili e sull’efficienza energetica, che, in linea con gli obiettivi UE, programmi la neutralità climatica al 2050.

Il direttore di Kyoto Club, Sergio Andreis, e il vicepresidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini, concludono: «La nuova proposta di revisione della Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia EPBD, presentata a fine dicembre dalla Commissione Ue, propone lo stop a incentivi per le caldaie a gas dal 2027 e l’eliminazione dei combustibili fossili nel riscaldamento entro il 2040. Per tagliare le emissioni del 55% in 8 anni, serve accelerare la dismissione dei sistemi fossili, anticipando al 2025 la  scadenza per vietare l’installazione dei sistemi inquinanti, e garantire l’operatività, entro il 2030, di soli impianti senza emissioni climalteranti su tutto il territorio nazionale. Il Piano nazionale energia e clima approvato dal Governo Conte nel 2020 è oramai obsoleto visti i nuovi obiettivi Ue. Kyoto Club e Legambiente chiedono alle istituzioni di avviare la revisione quanto prima e di fissare una chiara strategia per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento attraverso una forte spinta sulle fonti energetiche rinnovabili e sull’efficienza energetica, per rendere possibile la neutralità climatica al 2050».

Source: greenreport.it

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