Il regista piacentino, Leone d’oro alla carriera, ha scelto di girare alcune scene de «La conversione», in uscita il prossimo anno, due luoghi-gioiello da lui ben conosciuti
Chiamiamoli i borghi del cinema: piccoli paesi — anche se Sabbioneta, nel Mantovano, si fregia della recente nomina a città per «meriti storici» essendo sito Unesco — dall’indubbio fascino, che proprio per la loro storia, cristallizzata e rispecchiata in architetture rinascimentali, hanno attirato grandi registi e sono diventati set di pellicole in arrivo (o già arrivate) sul grande schermo.
Marco Bellocchio, reduce dal successo di «Esterno Notte», ha deciso di girare tra Roccabianca, al confine tra Lombardia ed Emilia Romagna, tra la provincia di Cremona (che diventa comunque un luogo dove pescare comparse e maestranze) e quella di Parma, diverse scene del suo prossimo film, che uscirà nel 2023 e che ha per ora un titolo provvisorio, «La conversione». E lo stesso regista — che conosce comunque bene questi luoghi, li vive e li ha vissuti, essendo piacentino — ha scelto anche Sabbioneta, gioiello dichiarato Patrimonio dell’Umanità nella 2008 assieme alla città di Mantova, per altri ciak.
A Roccabianca, in piazza Minozzi, le riprese sono partite lunedì e sono tuttora in corso, dopo che il mese di giugno è servito per allestire il set e per selezionare le comparse. A Sabbioneta, invece, il «cantiere» cinematografico aprirà più avanti: è previsto per la fine del mese di luglio. Qui è stata scelta la sinagoga e il perché è spiegato dalla trama: «La conversione», infatti, ambientata nel 1858, narra la storia (vera) di un bambino ebreo, Edgardo Mortara, rapito a 6 anni alla sua famiglia e cresciuto con i dettami cattolici sotto la custodia di Papa Pio IX. Una vicenda che aveva attirato anni fa anche Steven Spielberg e che ora sarà realizzata per il cinema proprio da Bellocchio. «Ma Roccabianca — spiega il sindaco Alessandro Gattara — è stata set cinematografico anche nel 2021, sempre con piazza Minozzi, grazie a Gianni Amelio con “Il signore delle formiche”, che uscirà il prossimo settembre. In genere una produzione di questo genere viene annunciata con un preavviso largo, all’incirca sei mesi. Da parte nostra abbiamo dato la massima disponibilità alla macchina operativa. E devo dire che anche i commercianti e i residenti, pur consci di qualche disagio, accettano col sorriso: tutti sappiamo che per Roccabianca, tremila abitanti, è una grande occasione».
Quattromila sono invece i residenti di Sabbioneta, la città ideale di Vespasiano Gonzaga, dove, oltre alla serie tv «I medici», era stata girata la fiction Rai «La guerra è finita», uscita a gennaio 2020, prima che il Covid travolgesse tutto, cinema incluso. Dal Rinascimento più puro, al Secondo Dopoguerra, tornando ora a metà Ottocento: un viaggio nel tempo con un indotto importante per chi ha un’attività ricettiva e un’opportunità di fama per le comparse prescelte tra migliaia di candidature.
Tornando a Roccabianca, due sono le curiosità. Da un lato lo stop alla ristrutturazione delle facciate di alcuni appartamenti di piazza Minozzi, interessati dal bonus facciate «perché sarebbe stato come rimodernare una scenografia che doveva invece profumare di Ottocento — spiega Gattara —. Ma i lavori riprenderanno appena finite le riprese». Dall’altro la scelta della signora Giuliana Cattani, bottegaia da una vita, che dopo avere visto le «nuove» insegne dal sapore retrò, montate per i vari shooting, ha chiesto alla produzione di poterle tenere al termine dei ciak, «perché — ha detto — sono troppo belle».
2 luglio 2022 (modifica il 2 luglio 2022 | 11:32)
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