Il Salone del Mobile rischia di saltare. L’evento tra i più importanti al Mondo, fissato a settembre dal 5 al 10, potrebbe essere cancellato definitivamente come già accaduto nel 2020.
Da una riunione del Cda di Federlegno Eventi, la Spa che organizza la manifestazione, trapela un certo pessimismo sulla riuscita. L’incognita virus lascia aperte tutte le possibili soluzioni, anche se lo stesso Cda ha subito chiarito di non aver ancora preso nessuna decisione definitiva in merito all’edizione 2021. L’evento del 2020 era stata spostato in un primo momento in estate, con la speranza che la situazione potesse migliorare. Poi la decisione da parte degli organizzatori di cancellare questo appuntamento, visto il forte rischio di vedere dimezzati sia il numero di espositori che di pubblico.
Le possibili novità della 60° edizione del Salone del Mobile di Milano
In occasione della sessantesima edizione è stato annunciato un ulteriore allargamento dell’evento, che sarà il primo a riunire tutte le categorie merceologiche, assumendo una connotazione differente rispetto agli altri anni.
Un palcoscenico che mette insieme business, storia del design, dell’arredamento e della cultura. Tre saranno le tipologie stilistiche: Classica, Design e xLux. La prima guarderà alla tradizione e all’artigianato, con mobili e oggetti in stile classico, la seconda è rivolta essenzialmente a prodotti innovativi, orientati in maniera forte al senso estetico. La terza tipologia, invece, si rivolge a tutto quello che è lusso, con un settore in forte crescita che guarda al contemporaneo in maniera importante.
Un’offerta varia che consentirà al Salone del Mobile di prevedere per le oltre 370.000 presenze in media registrate ogni anno, in arrivo da 188 Paesi del Mondo, una panoramica completa su tutto quello che è il comparto Legno-Arredo-Illuminazione. Qualità, tecnologia, innovazione e creatività, saranno le chiavi per rilanciare l’intero settore, duramente colpito dalla crisi sanitaria.
I trend del mercato del mobile
In un focus Intesa San Paolo analizza l’intero settore del Mobile, seguendo tutta l’evoluzione della pandemia. Dallo studio realizzato emerge come questo comparto è tra i più penalizzati dalla crisi sanitaria. Solo nei mesi estivi le aziende che fanno parte del settore del mobile sono riuscite a tornare in positivo, sia sul mercato nazionale che internazionale.
Nel 2019, prima della crisi sanitaria, il fatturato delle imprese del mobile ha fatto registrare un andamento positivo, in controtendenza rispetto all’industria manifatturiera. Nello specifico la crescita si è registrata principalmente nel mercato nazionale, con le 3000 imprese del mobile che presentavano un aumento in termini di liquidità e patrimonializzazione.
Con l’inizio della pandemia e l’inserimento delle misure di contenimento da parte dello Stato, già dalla metà di marzo, il settore del mobile ha fatto registrare un impatto negativo come indicato dai dati Istat, con un preoccupante –39%. Le abitudini delle famiglie sono cambiate repentinamente, per quel che concerne i consumi, orientandosi su prodotti alimentari, igienico-sanitari, ed elettronici per poter gestire lo smart working e la didattica a distanza dei più piccoli.
Se nei primi dieci mesi il fatturato ha subito una forte frenata, già dagli inizi di maggio complice la riapertura delle attività, il comparto arredo ha fatto registrare un +1,9%, arrivando a toccare un +8,3% ad ottobre. Per quanto riguarda la vendita al dettaglio, il mese di marzo a causa dell’effetto lockdown ha registrare una forte contrazione, con una lieve ripresa ad ottobre (+4,4%).
Quale futuro per il settore dell’arredamento?
Il 2021, secondo le previsioni, sarà un anno molto incerto. La domanda potenziale estera farà registrare una minima crescita (circa il 3%), mentre il mercato interno non andrà oltre il +2,9%. Contribuirà a spingere questa crescita anche il Bonus Mobili, confermato con le stesse modalità dello scorso anno dalle Legge di Bilancio per il 2021, ma con un innalzamento del tetto massimo di spesa, fissato ora a 16.000 euro, un incremento pari al 60%.
Le stime parlano di una crescita dei consumi relativamente al comparto mobili per il biennio successivo, con un tasso medio annuo del 4,7%. I nuovi scenari disegnati dalla pandemia, porteranno gli utenti ad una maggiore cura per l’arredamento della casa, che si è trasformata anche in un luogo di lavoro e di studio.
È importante sottolineare, però, che nonostante la ripresa del settore del mobile, nel 2021–2022 i ritmi saranno molto lenti e non sufficienti a riuscire a recuperare totalmente la flessione registrata nel 2020. È probabile, secondo le previsioni, che si debba aspettare almeno al 2023 per poter tornare a livelli molto vicini a quelli precedenti la pandemia.
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