Con l’inizio del 2022 sono arrivate nuove regole sempre più stringenti create per contrastare le frodi nel settore delle agevolazioni fiscali, come l’arrivo del D.L. n. 13 del 25 febbraio 2022, il quale pone forti limitazioni alla cessione dei crediti ma anche pesanti sanzioni per i tecnici asseveratori.
In questo articolo scoprirai cos’è, come funziona e su quali bonus si applica lo sconto in fattura.
In seguito entreremo più nel dettaglio esaminando tutti i problemi che possono insorgere nel richiederlo e applicarlo.
Scoprirai perché ultimamente sta diventando sempre più difficile trovare imprese disponibili e disposte a eseguire lo sconto in fattura e avrai modo di vedere 5 pericoli e possibili sanzioni che si nascondono dietro questi servizi all’apparenza così vantaggiosi.
Nel seguente video: “SUPERBONUS 110 come cambia la cessione del credito nel 2022?”, realizzato dal Geometra Danilo Torresi, puoi trovare un’accurata spiegazione riguardante la cessione del credito e l’aggiornamento del D.L. n. 13 del 25 febbraio 2022, con tanto di risposta a numerose domande da parte dei suoi ascoltatori durante la diretta.
Cosa significa sconto in fattura
Immaginati di voler ristrutturare casa e di poter godere di una vasta gamma di differenti bonus in grado di ridurre le spese che dovrai sostenere.
Uno dei primi problemi che ti può saltare in mente è: “Quanto dovrò spendere all’inizio e quanto dovrò aspettare prima di venire parzialmente o totalmente rimborsato?”
Lo sconto in fattura permette di risolvere entrambi questi problemi in un colpo solo, in che modo?
Esso consiste in un vero e proprio sconto eseguito dall’impresa incaricata dal committente, ovvero colui che ordina il lavoro, per eseguire le opere di ristrutturazione soggette alle differenti tipologie di bonus emanati dal governo.
In questo modo, al cittadino verrà quindi scontata la spesa, sulla base del relativo bonus, il rimborso sarà totale o parziale e potrà essere eseguito da parte dell’azienda che eseguirà i lavori, la quale quest’ultima otterrà un credito d’imposta, il quale potrà essere a sua volta ceduto a specifici enti come intermediari finanziari o istituti di credito, come le banche e le poste.
Dove si applica lo sconto in fattura
Prima di tutto occorre distinguere le percentuali di detrazione, ogni bonus presenta differenti percentuali basate sulla relativa natura d’intervento, esse possono essere riassunte in diverse categorie:
- Ecobonus, con detrazioni che variano dal 50% a un massimo del 90% sulla base della tipologia d’intervento;
- Superbonus 110%, il quale nome stesso lascia dedurre detrazioni del 110% che quindi non solo ricoprono le spese ma generano anche un utile addizionale di un 10%;
- Ma anche su interventi più di nicchia come l’installazione di impianti fotovoltaici e le colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
Come funziona lo sconto in fattura
Durante l’introduzione abbiamo visto che sarà l’impresa incaricata a emettere lo sconto in fattura, in che modo tutto questo è possibile e perché è così difficile trovare imprese disponibili a realizzare lo sconto in fattura?
L’emissione dello sconto in fattura da parte dell’impresa è possibile a causa di due principali motivi:
Pagare meno imposte nei successivi anni, fino a quando verrà totalmente risarcita del valore effettivo del bonus, questo processo richiede diversi anni e considerando la forte domanda di sconto in fattura e le poche disponibilità economiche di un’impresa, è praticamente impossibile trovare imprese in grado di fornire questo servizio, soprattutto in questo determinato momento storico in cui i bonus circolano già da diversi anni.
Nel secondo caso, ovvero il più probabile, per i motivi elencati nel primo caso quasi sempre l’impresa sarà costretta a ricorrere alla cessione di crediti a terzi, essa può quindi appoggiarsi a sua volta a fornitori, ovvero le ditte che forniscono manodopera o materie prime, le banche e anche servizi assicurativi, la quale questi ultimi hanno una maggiore disponibilità economica e possono sostenere grossi investimenti di lungo termine, a differenza delle imprese.
Una volta che all’impresa viene impedito di ricorrere a terzi per cedere i loro crediti, è altamente probabile che tutto il processo che alimenta lo sconto in fattura si blocchi e che l’impresa sia impossibilitata a emetterlo, costringendo il committente a pagare di tasca sua e lasciare che venga rimborsato durante l’arco di tempo previsto dalle normative che regolano le detrazioni, in modo che riottenga la percentuale di sconto promessa dal relativo bonus.
Sconto in fattura, chi lo comunica?
Che sia uno sconto in fattura o una cessione di credito, la comunicazione dovrà avvenire da parte di un commercialista / CAF incaricato.
Per effettuare la comunicazione si dovrà procedere per via telematica, attraverso lo sportello virtuale dell’Agenzia delle Entrate, occorrerà compilare l’apposito modulo e dichiarare il trasferimento di credito alla banca o all’impresa.
Escludendo il Superbonus, i bonus ordinari seguono invece un percorso proprio, nel caso il committente optasse per la dichiarazione dei redditi in rate annuali, non vi sarà nessun adempimento.
Nel caso invece si optasse per la cessione del credito e sconto in fattura, per interventi in edilizia libera e di importo complessivo minore o uguale ai 10.000€ non vi saranno adempimenti particolari.
Per quanto riguarda invece gli interventi differenti da quelli prima elencati, di importo complessivo maggiore di 10.000€, sarà necessario verificare la congruità delle spese per mezzo di un tecnico abilitato.
Per il Bonus Facciate invece è sempre necessario verificare la congruità delle spese sostenute attraverso l’asseverazione di un tecnico.
Sarà quindi obbligatorio un visto di conformità, ottenibile attraverso la comunicazione per via telematica da parte di un commercialista / CAF incaricato.
Sconto in fattura, quando scade?
Nella Gazzetta Ufficiale è possibile visionare le scadenze, attraverso la pubblicazione della Legge Bilancio 2022, Legge del 30 dicembre 2021 n.234.
Riassumendo brevemente, lo sconto in fattura e la cessione dei crediti sono valide fino al 31 dicembre 2024, questa estensione è valida per il Bonus Casa, l’ecobonus, il Sismabonus, il Bonus Facciate, l’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
Per quanto riguarda il Superbonus 110% invece, la proroga si estende fino al 31 dicembre 2025.
Sanzioni: attenzione a questi 5 pericoli
In seguito all’uscita dei differenti bonus di ristrutturazione, come l’Ecobonus, il Bonus Facciate e il Superbonus, sono stati registrati numerosi illeciti eseguiti principalmente da aziende e fornitori, i quali sfruttando i vantaggi portati dallo sconto in fattura, si sono serviti dell’indifferenza dei clienti per emettere spese di manodopera e fornitura elevati.
Per impedire questo illecito sono stati previsti tariffari con prezzi massimi ai quali le attività sono costrette ad attenersi, seguiti da controlli dell’Agenzia delle Entrate per passare al “setaccio” tutte le transazioni avvenute e verificare che tali massimali siano stati rispettati.
Il metodo migliore per prevenire questo rischio è che il committente controlli esso stesso il rispetto dei massimali, anticipando l’Agenzia delle Entrate ed evitare che intervenga quando ormai sia troppo tardi.
Le sanzioni non vengono applicate soltanto ai prezzi gonfiati, vengono applicate anche in caso non vengano rispettati i requisiti minimi dei rispettivi bonus, ognuno di questi bonus presenta infatti regole specifiche che devono essere validate e comunicate dai tecnici incaricati alla realizzazione dell’opera.
Un altro grosso pericolo è che l’impresa possa non realizzare alcune tipologie d’intervento, oppure prendere parte a interventi di natura differente rispetto a quelli dichiarati nelle fatture, i quali darebbero accesso alle rispettive detrazioni.
Esiste anche la possibilità che il lavoro venga delegato dall’attività che ha emesso la fattura a imprese secondarie totalmente sconnesse, anche in questo caso, verrebbe commesso un illecito.
Con la proposta del D.L. n° 13 del 25 febbraio 2022, in caso di asseverazioni infedeli o falsa congruità delle spese, per i tecnici asseveratori è possibile scontare una reclusione da due a cinque anni e una multa da 50.000 a 100.000€.
Lo sconto in fattura, attenzione alla durata delle cessioni di credito!
Che cosa succederebbe se le cessioni di credito venissero limitate a un numero massimo?
Gli intermediari delle cessioni di credito sarebbero costretti a fermare tutto l’ecosistema non lasciando più alle imprese la possibilità di cedere i loro crediti ottenuti realizzando lo sconto in fattura al loro cliente.
Come detto in precedenza, le imprese non sono in grado di sostenere grossi investimenti nel lungo termine e l’assenza di terzi enti al quale cedere i crediti blocca tutto il circolo vizioso dello sconto in fattura, lasciando il malcontento generale del cittadino, delle imprese e dei terzi che decidono di accettare i crediti.
Con l’arrivo del D.L. n° 13 del 25 febbraio 2022, la cessione del credito sarà limitata, l’impresa che applica lo sconto in fattura potrà cedere il credito ad altri soggetti, come ad esempio le banche, ma questi ultimi, potranno cederlo solo due volte.
Oppure potranno cederlo solamente a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, in parole povere, solo tramite particolari enti abilitati.
Lo sblocco delle cessioni risulta ancora oggi un fattore molto problematico, le continue modifiche non solo mettono il bastone tra le ruote alle persone che stanno cercando aziende ma anche alle aziende che sono già in opera nei cantieri, rischiando di paralizzare il mercato della riqualificazione edilizia.
“Il vero rimedio al contrasto alle frodi non risiede nella limitazione delle cessioni ma nella individuazione della qualità degli operatori cessionari, fin dalla prima cessione”.
Ha affermato il notaio Claudia Alessandrelli, vicepresidente di Confprofessioni, davanti alla Commissione Bilancio del Senato.
3 consigli sul come sfruttare lo sconto in fattura
Riassumendo tutti i concetti che sono stati precedentemente trattati, è chiaro che lo sconto in fattura sarebbe una delle opzioni più convenienti per molte persone, ma a causa delle numerose problematiche che continuano a saltare fuori, è chiaro che la procedura non sia ben vista.
Il primo passo sarà verificare che il governo permetta una buona fruibilità della cessione dei crediti d’imposta, in modo che le imprese incaricate nell’esecuzione dei lavori possano appoggiarsi a enti in grado di accettare la cessione dei crediti e fornire a esse una sufficiente quantità di denaro per fare in modo che possano finanziare le spese per la manodopera e i materiali.
Nel caso questa opzione non fosse disponibile, rimangono tre alternative:
- Aspettare che il governo stesso modifichi i regolamenti e permetta di sbloccare il meccanismo della cessione dei crediti rendendo il processo più facile, veloce e vantaggioso per ogni partecipante.
- Finanziare l’intervento con i propri soldi e riscuotere il bonus attraverso le detrazioni lungo la durata di tempo stabilita dal regolamento, ovvero la dichiarazione dei redditi in 4 anni.
- Contattare comunque le imprese e provare a prenotare un posto nel caso riuscissero a trovare un modo per cedere i loro crediti, oppure nel caso il governo riuscisse ad agevolare il processo, permettendo così all’impresa di rimettere in moto tutto l’ecosistema e riprendere a emettere sconti in fattura.
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