I numeri parlano chiaro: in Sardegna è in atto un vero e proprio boom di richieste per accedere al Superbonus 110 per cento per le ristrutturazioni edilizie: da fine maggio sono aumentate del 31,9 per cento con un investimento complessivo che ha superato gli 1,3 miliardi di euro, in crescita del 25,8 per cento in due mesi. I nuovi cantieri aperti negli ultimi due mesi sono stati infatti quasi duemila, con un incremento abbondantemente oltre la soglia del 30 per cento. I dati forniti dall’Enea (l’Agenzia nazionale per lo sviluppo economico sostenibile) testimoniano il fatto che ciò che alletta è, naturalmente, è l’opportunità di riqualificazione energetica degli edifici cedendo il 110 per cento dell’importo dei lavori tramite crediti fiscali all’impresa costruttrice o a un intermediario.
I problemi però non mancano, in particolare per le imprese edili che si dibattono fra gli aumenti dei prezzi delle materie prime e delle attrezzature e la mancanza di liquidità. Il tutto con la prospettiva di vedere sparire le agevolazioni per le villette dopo il 31 dicembre 2022 e per la fine del 2023 per le altre tipologie immobiliari. Da qui la richiesta di una proroga e di una regolamentazione più flessibile per la cessione del credito fiscale. Una richiesta fatta propria dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili di Confindustria che sottolinea la lunghezza (anche oltre un anno) dell’iter per accedere al Superbonus, tra consulenze preliminari, sopralluoghi e burocrazia.
L’altro aspetto è che molte aziende sono costrette ad accettare incarichi anche se i margini di guadagno sono pochi e, cosa di non poco conto, facendo i conti con l’incertezza per prezzi in aumento e per l’impossibilità di trasformare in tempi brevi i crediti fiscali in denaro contante. La Confederazione Italiana Piccola e Media Industria Privata, a tal proposito, sottolinea come le imprese debbano fare i conti con le condizioni sempre più sfavorevoli con cui banche e intermediatori finanziari acquistano le detrazioni, con la conseguenza che per acquistare materiali e attrezzature le imprese debbano dar fondo al proprio patrimonio in attesa del pagamento, non certo dietro l’angolo, dei crediti fiscali. Da Ance-Confidustria arriva l’appello per una proroga oltre il 2023 degli incentivi e l’eliminazione della scadenza dei cinque anni per smaltire i crediti fiscali accumulati.
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Source: agenzianova.com
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