Quando si realizzano interventi edilizi, il progetto concordato
regna sovrano. Questo perché il progetto, con tutti i relativi
allegati, esprime la volontà del committente e l’impegno
dell’esecutore, scandendo le tempistiche ma anche dettando i
requisiti tecnici delle opere commissionate, dalle misure ai
materiali.
Con la firma del contratto d’appalto, il costruttore si obbliga
così a rispettare le condizioni stabilite, anche quelle tecniche,
cosicché discostarsi dal progetto non è, di regola, lecito. Eppure,
nella realtà tutto può succedere. Potrebbero ad esempio servire
delle modifiche in corso d’opera, con aggiunte al progetto
originario necessarie per completare i lavori.
O ancora, può presentarsi il caso in cui opportune varianti
possono “salvare” i bonus edilizi. La maggior parte delle
agevolazioni fiscali, infatti, ha una sua data di scadenza, entro
la quale l’opera va completata per potervi accedere, o per poterne
fruire con un’aliquota più vantaggiosa. È il caso del Superbonus
che, come noto, è già sceso al 90% nel 2023 e con il finire
dell’anno scenderà ulteriormente al 70%, mentre
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