

Avere contezza dello stato legittimo di un
immobile è essenziale per evitare spiacevoli sorprese,
come ordini di demolizione pendenti o domande di condono ancora non
perfezionate. Chi acquista o eredita un bene deve infatti sapere se
l’edificio sia abusivo o meno, anche perché la mancata
tempestiva conoscenza di un ordine di demolizione
non giustifica eventualmente l’inerzia nell’agire.
Si tratta di un principio ribadito dalla Corte di
Cassazione con la sentenza
del 29 gennaio 2025, n. 3752, che ha ritenuto
inammissibile il ricorso contro il rigetto dell’istanza di
sospensione di un ordine di demolizione di un manufatto
abusivo, disposta con sentenza irrevocabile già nel
1994.
Ordine di demolizione: la domanda di condono non giustifica la
sospensione
Il ricorrente ha presentato una richiesta di sospensione
dell’ordine di demolizione di un immobile abusivo, specificando
che:
- si trattava dell’unica dimora a sua disposizione, ereditata da
un familiare; - erano state presentate due istanze di condono edilizio ex
Legge n. 724/1994, con le opere ultimate al
rustico
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