L’impatto del caro energia e della crisi climatica che impone nuove auto ecologiche. Fondo sociale della Ue da 72 miliardi per una transizione anche socialmente giusta. L’appello di 12 Ong europee: servono investimenti mirati e politiche redistributive
Le povertà sono tante. Quella economica, ma anche quella educativa o alimentare. Una dimensione della povertà che sta guadagnando attenzione è quella legata a trasporti e mobilità. «Non riuscire a compiere gli spostamenti che una persona vorrebbe fare ha implicazioni enormi», spiega Massimo Moraglio docente alla TUB di Berlino. «Povertà da mobilità significa rischiare di perdere un lavoro, perché non lo si riesce a raggiungere o non poter portare i figli al nido perché mal collegato», aggiunge Moraglio, che si occupa di mobilità sostenibile. Il crescente interesse per la povertà da mobilità ha diverse ragioni. La più contingente è il caro energia che rende più costoso spostarsi.
E poi c’è la transizione ambientale: come spiega il think-tank Ecco, «a livello globale le emissioni di CO2 dei trasporti pesano per circa un quarto del totale» e «il trasporto su strada è tra
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