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Slitta il Cdm sul Recovery Plan, tensioni sul Superbonus 110% – L’HuffPost

Alessandra Benedetti – Corbis via Getty Images

Il Consiglio dei ministri, previsto per le 10, è slittato e attende un nuovo orario di convocazione. A palazzo Chigi e al Tesoro si lavora ancora sulle tabelle del Recovery plan e si susseguono le interlocuzioni con Bruxelles, che vanno avanti in modalità no stop da ieri sera e proseguono anche stamattina. Il nodo politico principale che divide la maggioranza è il superbonus al 110%, ma sono in corso confronti anche su fisco e liberalizzazioni. Il clima dentro il Governo è di grande nervosismo dopo che ieri alcuni ministri hanno lamentato di arrivare al Cdm senza neppure aver visto la bozza del Recovery. E allo stesso tempo di esseri venuti a conoscenza dei contenuti del Piano dalla agenzie di stampa e dai giornali online. 

Il documento – Piano nazionale di resilienza e ripresa – va inviato in Europa entro il 30 aprile. Draghi lo illustrerà alle Camere lunedì e martedì, per poi tornare in Cdm per il via libera definitivo prima della scadenza europea. Il premier è intenzionato a inviare il Piano alla Commissione europea nei tempi stabiliti anche se la scadenza non è perentoria. 

La questione principale che divide la maggioranza è il superbonus al 110 per cento. I 5 stelle, ma anche la Lega e Forza Italia chiedono più risorse per prorogarlo fino al 2023. L’attuale formulazione del Recovery indica la volontà di farlo, ma mancano 10 miliardi perché questo auspicio diventi volontà. Nel testo dell’ultima bozza del Piano si legge: “Per far fronte ai lunghi tempi di ammortamento delle ristrutturazioni degli edifici, per stimolare il settore edilizio, da anni in grave crisi, e per raggiungere gli obiettivi sfidanti di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni al 2030, si intende estendere la misura del Superbonus 110% recentemente introdotta (articolo 119 del Decreto Rilancio) dal 2021 al 2023”. 

I soldi messi in conto per l’agevolazione fiscale sui lavori di efficientamento energetico e antisismici sono in tutto 18 miliardi, tra vecchi e nuovi. Il Recovery rimescola la composizione di questi fondi, divisi tra risorse nazionali ed europee e conferma la proroga del superbonus prevista nell’ultima legge di bilancio, quella che vale per le case popolari. Per estendere l’agevolazione a tutti gli edifici fino al 2023, come detto, servono altri 10 miliardi. Oltre a M5S, Fi e Lega, anche il settore dell’edilizia e Confindustria hanno fatto sentire la loro voce perché venga realmente prorogato di due anni. 

Source: huffingtonpost.it

Link all’articolo Originale tutti i diritti appartengono alla fonte.

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