Cessione del credito bloccata, cantiere fermo, general contractor che spariscono da un giorno all’altro. In attesa delle possibili modifiche al decreto Sostegni-ter, sono molte le segnalazioni che ci inoltrano cittadini e condomini (esperto.superbonus@repubblica.it, qui la pagina dedicata) preoccupati per il destino dei loro interventi edilizi. Da chi ha comprato casa convinto di poterla ristrutturare a zero spese e ora non trova ditte disposte allo sconto in fattura, a chi è alle prese con lavori condominiali caldeggiati dall’amministratore ma mai partiti, a chi ha anticipato i soldi e ora non ha la possibilità di cedere il credito: questa fase di stallo del mercato può essere l’occasione per rivedere la propria strategia e trovare soluzioni alternative che, a conti fatti, potrebbero garantire lo stesso vantaggio economico perché, al di là dei proclami, il Superbonus non è mai davvero a costo zero.
Casa singola, bonus alternativi e revisione dei prezzi
Chi ha comprato una casa da riqualificare contando sul Superbonus, per evitare di rimanere bloccato può chiedere un mutuo per ristrutturazione. Per la prima casa il mutuo è detraibile, e se si pagano le ditte senza chiedere lo sconto, le fatture si abbassano di almeno il 30/35 per cento. La riqualificazione completa di un immobile dal punto di vista energetico (intonaco, impianti, infissi), assicura una detrazione del 65 per cento e rivolgendosi ai fornitori è possibile ottenere indicazioni su imprese e operai qualificati, dato che necessariamente chi fornisce questi beni ha una propria rete di installatori e di altre professionalità da utilizzare quando necessario. Spesso si tratta anche di professionisti e piccole ditte che utilizzano il regime forfettario, il che comporta l’abbattimento delle fatture del 10 per cento grazie al fatto di non applicare l’Iva.
Bifamiliare, detrazione fino all’85 per cento
Per i mini condomini la stessa tipologia di lavori appena vista consente di avere una detrazione del 75 per cento, che arriva fino all’85 per cento quando ci si trova in zona sismica 1,2,3 e si fanno anche interventi di consolidamento. Anche in questo caso se la ditta contattata per il Superbonus ha dato forfait, si può rifare il computo metrico dei lavori necessari in questa prospettiva e valutare la soluzione alternativa. Poiché è necessario un ingegnere abilitato per la pratica di consolidamento, è probabile che chi ha questa professionalità abbia a sua volta una rete di imprese da segnalare.
La ESCo per i pannelli solari
Se poi il progetto iniziale prevede anche l’installazione dei pannelli solari la soluzione più efficiente è quella di rivolgersi ad una ESCo, ossia ad una Energy Service Company. Si tratta di un tipo di società regolamentate nel Decreto Legislativo 115/2008, specializzate nella fornitura di servizi energetici anche tramite contratti, EPC (Energy Performance Contract), in cui la ESCo si fa carico dell’investimento, senza oneri a carico del committente, in cambio della gestione del servizio energetico dell’immobile. È possibile trovare on line l’elenco delle ESCo accreditate e dotate delle relative certificazioni, oppure rivolgendosi al proprio gestore.
Cambiare l’amministratore che vuol imporre la sostituzione degli infissi
Quando la riqualificazione riguarda un condominio la ESCo è l’unica scelta. Assolutamente da evitare, invece il “general contracor della porta accanto”, ossia l’amico degli amici che non ha aziende alle spalle, il più delle volte segnalato dall’amministratore. Da bloccare subito anche qualunque progetto che richieda la sostituzione degli infissi nei singoli appartamenti come condizione indispensabile per ottenere il salto di due classi. Questa proposta, infatti, è contro la legge in quanto gli infissi non rientrano tra i beni comuni, e perciò l’assemblea non può imporre ai privati di fare lavori in casa propria. “Paventare” di non poter accedere al Superbonus se non si cambiano gli infissi significa non conoscere la legge o non essere in buona fede. Se l’amministratore sostiene il general contractor e questa linea puntando sulla possibilità di lavori gratis va immediatamente sostituito.
Se è sparito il general contractor
Se ci si affida ad un general contractor bisogna infatti sapere che il costo per occuparsi della pratica “vale” mediamente il 30 per cento dei lavori, somma che va aggiunta al ricarico richiesto dalle imprese per fare i lavori a costo zero. Se ora – che è tutto bloccato – il general contractor è improvvisamente sparito, c’è solo da tirare un sospiro di sollievo. E se si vuol sapere se il condominio può realmente approfittare dei vantaggi del Superbonus ci si può rivolgere alla ditta che gestisce gli impianti di riscaldamento condominiale. Conoscendo la situazione dell’immobile sicuramente saranno in grado di segnalare un tecnico competente che possa fare una seria diagnosi energetica.
Tutto in famiglia
Fin qui le soluzioni per il futuro. Ma se il problema è quello di aver anticipato i soldi trovandosi poi oggi con tutte le porte chiuse, la soluzione si può trovare in famiglia. Poiché non ci sono preclusioni di legge, è infatti possibile cedere il credito ai propri familiari, quando c’è chi ha sufficiente capienza nelle imposte per poterlo sfruttare in compensazione. E quando ci sono diversi fornitori è possibile cedere solo le fatture di alcuni (ad esempio solo quelle degli infissi) e portare quelle di altri in detrazione (ad esempio quelle edili), oppure cederle le diverse spese a soggetti diversi. Assolutamente da evitare, invece di rivolgersi a sconosciuti, magari a chi sui social si offre per acquistare crediti. Il rischio di trovarsi coinvolti in operazioni dubbie in questo caso è dietro l’angolo.
Source: repubblica.it
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