Il bonus facciate fa parte delle agevolazioni ristrutturazione più popolari, insieme al Superbonus 110%, poiché offre un finanziamento statale che copre ben il 90% delle spese degli interventi edilizi.
A quanto dichiarato dalle fonti governative però questa agevolazione non avrà vita lunga. MEF e Senato stanno infatti studiando una riforma delle agevolazioni edilizie che prevede l’accorpamento di tutti gli incentivi in un solo bonus ristrutturazione con un’aliquota del 75%.
In poche parole il bonus facciate, una volta accorpato agli altri incentivi, offrirà uno sconto sui lavori di ristrutturazione solo pari al 75% dei costi, con una riduzione del 15% degli importi.
Ma questa non sarà la sola agevolazione ad essere investita da questa modifica, poiché la creazione di un unico bonus ristrutturazione al 75% riguarderà anche gli altri incentivi come Superbonus 110%, bonus casa e bonus mobili.
Sparisce il bonus facciate 90% e lo sconto diventa al 75%
Di questo bonus ristrutturazione al 75% si è molto parlato in relazione al Superbonus 110%, che è la misura che coprendo il totale dei costi subirà la riduzione di importo maggiore.
Tuttavia, di recente a proposito di proroghe e scadenze dell’agevolazione il Premier Draghi ha fatto sapere che il Superbonus 110% non si tocca almeno fino al 2023 e che per ora l’agevolazione rimarrà intatta.
La creazione del bonus ristrutturazione 75% sarà infatti graduale e prima verranno accorpate le agevolazioni quali bonus casa e bonus facciate e solo in un secondo momento il Superbonus 110%.
Questa nuova agevolazione che ridurrà gli importi del bonus facciate dovrebbe avere in attivazione a breve termine, così come è già successo per i bonus famiglia INPS che dal 2022 saranno tutti eliminati e inglobati nell’Assegno Unico.
Come funziona il bonus facciate e quali lavori sono ammessi
Il bonus facciate prevede un finanziamento statale che copre il 90% delle spese per gli interventi edilizi effettuati sulle facciate esterne di un edificio.
Nel dettaglio i lavori ammessi dall’agevolazione sono quelli realizzati nel biennio 2020-2021 e che riguardano il completo rifacimento o la pulitura delle facciate esterne, compresi gli interventi su balconi, grondaie, fregi ornamentali e cornici.
Sono invece esclusi dal beneficio gli interventi di qualunque tipo sulle pareti interne, così come gli interventi sulle cosiddette parti trasparenti, cioè la sostituzione di infissi e finestre. Non ammessi sono anche gli interventi di manutenzione ordinaria.
Inoltre, l’Agenzia delle Entrate avverte che qualora gli interventi edilizi coinvolgano più del 10% della superficie dell’edificio allora bisognerà attenersi ai requisiti minimi, che sono stabiliti dal Ministero per lo Sviluppo Economico.
Il bonus facciate può essere richiesto per la ristrutturazione di edifici in qualsiasi categoria catastale, purché situati in zona A o zona B, per la definizione delle zone si rimanda al Decreto n. 1444/1968.
Per quanto riguarda la modulistica da presentare per richiedere il bonus facciate, la normativa che regola l’agevolazione nel complesso è contenuta nel Decreto n. 41/1998, emanato dal Ministero delle Finanze.
Il bonus facciate con abusi edilizi di lieve entità
Una delle domande più frequenti che i contribuenti si fanno è se il bonus facciate sia utilizzabile in presenza di abusi edilizi.
Per le agevolazioni ristrutturazione in genere il governo si muove nella direzione della semplificazione dei requisiti e dell’allargamento della platea dei beneficiari, motivo per cui ad esempio per il Superbonus 110% non sarà più richiesta l’attestazione legittima dell’immobile, ma solo la CILA.
Per quanto riguarda il bonus facciate l’Agenzia ha stabilito che le agevolazioni siano fruibili anche su immobili che presentano abusi edilizi, ma solo di lieve entità. Con abusi di lieve entità si intendono quelli che non riguardano più del 2% della struttura. Mentre nel caso di abusi edilizi che superino questa percentuale, se si vogliono richiedere le agevolazioni è necessario, qualora sia possibile, effettuare una sanatoria.
Il bonus facciate 2021 con sconto in fattura e cessione del credito
Per quanto riguarda l’utilizzo del bonus facciate, questo può essere applicato come una detrazione IRPEF in dieci anni e in rate di pari importo, cioè uno sconto sulle tasse da pagare.
Dal 2021 il bonus è però fruibile anche mediante sconto in fattura e cessione del credito, così come stabilito dal Decreto Rilancio del 2020.
Se si consulta l’ultima guida pdf dell’Agenzia delle Entrate, quella di febbraio 2020, si potrebbe incorrere in confusione, perché vi è riportata l’informazione che il bonus facciate non sia utilizzabile come sconto in fattura o con la cessione del credito.
In realtà, il Decreto Rilancio, che stabilisce proprio l’opposto, è stato emanato a maggio 2020, l’ultima guida pdf al bonus facciate è di febbraio 2020, quindi antecedente la modifica. A parte questo dettaglio la guida resta valida nelle altre sue parti.
Ad ogni modo, l’Agenzia ha provveduto ad aggiornare la normativa sullo sconto in fattura e la cessione del credito per il bonus facciate nella scheda informativa dell’agevolazione.
Con lo sconto in fattura chi usufruisce del bonus facciate pagherà solo il 10% dei lavori, quelli non coperti dall’incentivo, la restante parte cioè il 90% sarà anticipato dalla ditta che ha in carico i lavori e che potrà richiedere il rimborso mediante credito di imposta.
Il Geometra Danilo Torrisi spiega il funzionamento del bonus facciate 2021 nel suo video YouTube:
Quando usare il bonus casa per le ristrutturazioni edilizie
Ricordiamo che in caso si vogliano effettuare lavori edilizi che non sono ammessi dal Superbonus 110% o dal bonus facciate, sarà comunque possibile utilizzare il cosiddetto bonus casa.
Cioè un’agevolazione ristrutturazione applicabile alla gran parte degli interventi edilizi, che prevede il 50% di finanziamento statale fino ad un massimo di 96.000 euro.
L’incentivo oltre ad avere importo minore rispetto al bonus facciate e al Superbonus 110%, al momento è fruibile come detrazione IRPEF in dieci anni.
Ad ogni modo, se il bonus ristrutturazione 75% dovesse andare in porto questa sarebbe l’unica agevolazione a beneficiarne, poiché il finanziamento statale salirebbe del 25%.
Collaboratrice di Redazione, classe 1984.
Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull’opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.
Il mio motto è? “Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life”.
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