Da molti mesi, grazie anche agli incentivi statali concessi agli italiani che risiedono nelle grandi città, tanti di noi hanno messo via la tessera dei mezzi pubblici, le chiavi della moto o dell’auto, per affidarsi a bici e monopattini elettrici. Nelle città si è assistito ad una vera e propria invasione di questi mezzi, alcuni di proprietà ed altri a noleggio. Che sia una moda passeggera, o un fenomeno destinato a perdurare lo dirà il tempo. Per il momento, complice il timore di contagio Covid-19, molti usano questo mezzo di trasporto.
Tra i modelli che vanno per la maggiore ci sono quelli prodotti da Xiaomi, Segway, Hudora, Nilox, Nito e Vivobike. Il 39 per cento del mercato è detenuto dai produttori cinesi, ma tra i big c’è anche la Nilox, società creata in Italia dal Gruppo Esprinet. Il gigante si piazza tra i primi cinque distributori europei e risulta essere il primo per fatturato in Italia e Spagna, con 4 miliardi di euro di ricavi e oltre 1.300 dipendenti. Ottimi risultati anche per Vivobike, marchio registrato di Datamatic S.p.A. specializzata nel mercato delle biciclette elettriche dal design tutto italiano.
“Nilox, Nito e Vivobike – spiega Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto – si presentano come marchi Made in Italy ma, ad onor del vero, curano solo progettazione e distribuzione. In Italia non esiste un impianto di produzione dei monopattini. C’è in rischio concreto” che gran parte del bonus monopattini vada “ad agevolare quanto prodotto in Cina. Sarebbe un peccato” sottolinea Bonomo.
Mobilità condivisa, chi gestisce il mercato italiano
I servizi di mobilità condivisa a Roma e Milano sono messi a disposizione prevalentemente da società statunitensi ed europee. Nel dettaglio, a Roma sono quattro le società che hanno approfittato del bando per la micro-mobilità comunale per lanciare i propri servizi di monopattini in sharing. La prima azienda è la statunitense Helbiz con una flotta di mille mezzi. Si paga, tramite app, un euro per lo sblocco iniziale e 0,15 euro al minuto. è possibile sottoscrivere abbonamenti mensili per risparmiare. C’è anche Lime Roma con i suoi monopattini modello Gen 3 che applica una tariffa di un euro al momento dello sblocco e 25 centesimi al minuto. E, oltre all’abbonamento mensile, mette a disposizione anche abbonamenti settimanali.
Lime è detenuta da Neutron Holdings una azienda statunitense attiva nel settore trasporti, gestisce flotte di monopattini e bici elettriche e di auto in modalità car sharing in diverse città nel mondo. Anche la californiana Bird mette a disposizione dei romani 1.000 mezzi e offre la possibilità all’utente di chiedere il rimborso del 60% previsto dal bonus mobilità emettendo fattura. Infine c’è Dott società nata ad Amsterdam nel 2018 e operativa in Belgio, Francia, Germania, Polonia e in 12 città italiane. La sua tariffa prevede un euro per lo sblocco, e 0,19 centesimi al minuto. A Milano, invece, al momento gli operatori autorizzati sono Wind Mobility (ha sede a Berlino e Barcellona, ed opera oltre che in Europa, anche in Israele ed Asia), Bit Mobility (ha sede a Bussolongo, in provincia di Verona, ed è presente anche a Verona, Torino, Cattolica e Misano), Dott, Helbiz e Bird.
Dubbi sulla reale sostenibilità
Nonostante il grande successo c’è tuttavia chi si domanda quanto le bici e i monopattini elettrici siano realmente ecologici. A detta degli esperti questi mezzi di trasporto sono sostenibili soltanto nella misura in cui vengano utilizzati in sostituzione dell’auto, e comunque per un periodo non inferiore ai 2 anni (e anche in questo caso dovranno esser percorsi una moltitudine di chilometri). Solo così, infatti, si potrà ridurre l’attuale impatto che ha la produzione (pari al 50 per cento) sull’impronta di carbonio dell’intero ciclo di vita di un monopattino elettrico. Allo stato attuale i dati evidenziano invece un utilizzo sporadico, per coprire brevissime distanze e comunque in sostituzione di mezzi di trasporto non sempre inquinanti. La realtà racconta che molte volte, sia le bici che i monopattini elettrici, diventano l’alternativa a bicicletta, autobus, metropolitane o banalmente delle passeggiate a piedi. Il risultato finale è che allo stato attuale questi mezzi di trasporto aumentano la Carbon footprint globale. Il loro utilizzo diverrebbe invece ecologicamente rilevante se gli utenti imparassero a servirsene in sostituzione di mezzi di trasporto più inquinanti… come le automobili. Di fatto monopattini e bici elettriche sarebbero amici dell’ambiente se li si usasse assiduamente e per molti anni: non andrebbero acquistati per sostituire i viaggi che già facciamo con i mezzi pubblici, gli spostamenti a piedi o la tradizionale bicicletta.
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