Gli effetti della pandemia del 2020 avranno un impatto a lungo
termine, come mostra la flessione del PIL dell’8,9% rispetto
all’anno precedente, ma nonostante questo i dati delle
dichiarazioni dei redditi 2020 degli ingegneri
pubblicati dal MEF mostrano comunque risvolti positivi.
Economia e Covid-19: aumento fatturati degli studi di
ingegneria e architettura
A confermarlo è il Centro Studio del
Consiglio Nazionale degli Ingegneri,che
evidenzia dati altalenanti: da una parte le partite IVA
(4.155.357 in Italia) che registrano una flessione pari al 10%,
corrispondente a quella globale. Sui 22 settori produttivi in cui
si distribuiscono i contribuenti con partita Iva, solo 3 hanno
registrato un incremento del volume d’affari. In particolare, le
“Attività professionali, scientifiche e
tecniche” hanno registrato un incremento del 2,9%,
seguite dal comparto dei Servizi di informazione e
comunicazione.
Dall’altro lato, il comparto con il
maggiore incremento di volume d’affari, nell’anno
della grande recessione, è proprio quello delle
“Attività degli studi di architettura e ingegneria
-collaudi e analisi tecniche”. La crescita è pari al
45,7%, primo in assoluto, seguito dal +40,7% delle
attività del comparto dei Servizi postali e attività di
corriere.
Fonte: Statistiche sulle
Dichiarazioni Fiscali anno d’imposta 2020 Mef Sistan
Il ruolo del Superbonus 110%
I motivi di tale incremento? Come ammettono gli stessi analisti
del Mef, la crescita del volume d’affari degli studi di ingegneria
e architettura potrebbe essere connessa all’avvio di misure
straordinarie per il recupero e l’efficientamento del
patrimonio edilizio, in particolare il Superbonus 110%. Il
ruolo delle agevolazioni potrebbe rivestire la sua importanza,
fermo restando che le misure sono state varate a luglio e hanno
attivato in modo marginale nuovi investimenti, per manifestare i
primi veri effetti espansivi a partire dal secondo trimestre del
2021.
Piuttosto, è probabile che la crescita sia frutto di due fattori
concomitanti:
- la diffusa propensione degli studi professionali a riprendere
piccoli e grandi lavori in sospeso subito dopo il primo
lockdown e a cercare nuove commesse anche
in ambito pubblico grazie alla forte ripresa dei bandi di
gara; - l’effetto annuncio e poi l’avvio delle prime
progettazioni con Superbonus 110% a novembre e dicembre
2020, sufficienti a contribuire in un breve arco temporale
all’eccezionale spinta in avanti, con la crescita di oltre il
40%.
Un settore resiliente e trainante
Pur nelle difficoltà il comparto dei servizi di
ingegneria e architettura (SIA) ha dunque mostrato
un’interessante capacità di reazione, utilizzando fino in fondo
tutti gli strumenti a disposizione per tamponare una situazione che
nella prima parte dell’anno 2020 era apparsa improvvisamente
drammatica.
Al diffuso senso di disorientamento tra gli studi di ingegneria
dovuto al contesto emergenziale, si è affiancato un altrettanto
diffuso atteggiamento proattivo tra i
professionisti, tesi ad approfittare del lockdown per
proporre nuove commesse e prepararsi a gare indette dalle pubbliche
amministrazioni.
Non solo: la crisi e le norme di contrasto alla recessione,
elaborate nel 2020, hanno rimesso al centro del dibattito e
dell’attenzione dell’opinione pubblica i temi dell’efficientamento
energetico degli edifici, della loro messa in sicurezza in chiave
antisismica, del recupero e del risanamento del patrimonio edilizio
e della rigenerazione urbana. Di conseguenza, già a settembre del
2020 per molti studi professionali, la domanda di
consulenze e progettazione ha subito una certa
accelerazione: il settore dell’ingegneria e architettura ha
rappresentato per molti versi una sorta di “puntello”, seppure di
dimensioni limitate, evitando che la crisi fosse ancora più
profonda.
Superbonus 110% e fatturato: detrazione e liquidità
Benché i numeri parlino chiaramente e ammesso che il 2021 segua
lo stesso trend, quello che fa preoccupare sono i dati 2022.
Il biennio 2020-2021 è stato, infatti, influenzato dal crescente
utilizzo del sistema “sconto in fattura” mediante il quale i
professionisti hanno scontato integramente il loro corrispettivo al
cliente finale, procedendo poi con la cessione del credito. In
questo biennio alla detrazione indiretta maturata dai
professionisti ne è seguita nella magior parte casi quella
liquidità necessaria alla sopravvivenza degli operatori del settore
professionale (non di vive di sole detrazioni!).
Il 2022 si è aperto con una novità che è entrata a gamba tesa
sulle progettazioni già avviate in viurtù di contratti che
prevedevano già lo sconto in fattura. Con i recenti interventi di
modifica al meccanismo delle opzioni alternative, le possibilità di
cessione di detrazioni indirette, maturate cioè a seguito di
sconto, si sono considerevolmente ridotte sia per la decisione di
molti operatori di non acquistarle più (Poste Italiane) che per la
saturazione dei platfond disponibili di altri (CDP ha chiuso e
molte banche si avviano alla fine). L’effetto è già percepibile
dalle imprese (le più sofferenti) e a breve lo diventerà anche per
i professionisti che si troveranno ricchi di bonus fiscali e poveri
di denaro liquido, aprendo quindi ad una delle peggiori e più
strane crisi del mondo delle costruzioni.
Il commento del Consiglio Nazionale Ingegneri e del Centro
Studi CNI
Conferma l’interpretazione dei dati anche l’ing. Armando
Zambrano, Presidente CNI: “La
crescita delle attività degli studi di ingegneria e architettura in
un anno drammatico come il 2020, così come emerge dai dati del
Ministero delle Finanze restituisce l’immagine di un comparto nel
quale molti professionisti hanno potuto fare affidamento solo sulle
proprie competenze cercando in tutti i modi di ricavarsi nuove
nicchie di mercato. Non perdere tempo subito dopo la fase più acuta
della crisi è stato, a nostro avviso, ciò che ha contributo in
massima parte ai risultati certificati attraverso le dichiarazioni
fiscali. I Superbonus hanno inoltre sospinto l’effetto crescita e
questo conferma l’importanza di politiche di questo tipo, che hanno
attivato un processo espansivo necessario al Paese in una fase
drammatica, nonostante il Governo oggi esprima un’opinione diversa
che noi rispettiamo, ma su cui chiediamo un confronto”.
Conclude Zambrano: “Tutto dimostra che senza i provvedimenti
sul recupero del patrimonio edilizio, la fase recessiva sarebbe
stata peggiore di quello che si è rivelata. Questo dovrebbe almeno
far pensare quanto meno a rimodulare l’operatività dei Superbonus
dopo il 2025.”
Dello stesso avviso l’ing. Giuseppe Margiotta,
Presidente del Centro Studi CNI: “I dati
sull’andamento del volume d’affari degli studi di Ingegneria e
Architettura nel 2020, certificati dal Mef – ci permettono di
leggere con più chiarezza quello che il nostro Centro Studi aveva
rilevato tra gli iscritti nell’anno della crisi: un’accentuata
capacità di adattamento, ma soprattutto un diffuso atteggiamento
proattivo nonostante il clima di grande disorientamento. Certo, in
quella crescita del 45% vi è certamente un elevato livello di
sperequazione: le strutture con più esperienza si sono mosse prima
e hanno cercato di riposizionarsi, mentre i più piccoli e
soprattutto i più giovani nel 2020 probabilmente non avranno
registrato in modo così diffuso performance positive. Quello che è
importate però per il momento è guardare il fenomeno nel suo
insieme. Con un certo orgoglio – conclude – possiamo
dire che il nostro comparto, quello dei SIA, fatto di una
molteplicità di competenze diffuse sul territorio non si è arreso
alle difficoltà e ha contribuito a mitigare una fase recessiva che
ricorderemo a lungo”.
Source: lavoripubblici.it
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