Gli aumenti in bolletta iniziati già nei primi mesi di questo inverno, l’escalation di guerra e la drammatica crisi internazionale che si è aperta ci sta mostrando quali sono e quali potrebbero essere ancora le conseguenze della nostra dipendenza energetica da altri Paesi. Le soluzioni vere e strutturali le abbiamo a disposizione e le conosciamo da tempo: energie rinnovabili, accumuli, pompaggi, reti, risparmio ed efficienza energetica.
Come viene ricordato di nuovo da Legambiente con l’appello al governo “No al ricatto del gas”, se in questi anni l’Italia avesse investito con coraggio sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, oggi non sarebbe così sotto scacco del gas russo e in più in generale non sarebbe così dipendente dalle fonti fossili.
Sono i dati elaborati dell’Ing. Alex Sorokin che, incrociando le statistiche di Terna relative allo sviluppo delle FER nel triennio 2010-2013, ha fatto una proiezione al 2022: se lo sviluppo del (solare + eolico) fosse andato avanti con lo stesso incremento annuale medio registrato nel triennio 2010‐2013 (pari a 5.900 MW l’anno), oggi l’Italia avrebbe potuto ridurre i consumi di gas metano di 20 miliardi di metri cubi l’anno, riducendo le importazioni di gas dalla Russia del 70%».
C’è chi dice che dobbiamo semplicemente rivolgerci ad altri Paesi per la fornitura di gas, il governo con Cingolani e Draghi a giorni alterni sostiene che si debbano riattivare le centrali di carbone chiuse o potenziare quelle ancora attive, dimenticando forse che la maggior parte del carbone l’Italia lo importa proprio dalla Russia; la Lega di Salvini rispolvera la ricetta nucleare ma contestualmente si oppone, per meri interessi localistici, a ogni ipotesi che ci permetta di gestire la nostra “eredità atomica”: dove stoccare le scorie radioattive rimaste sul territorio.
Gli operatori energetici si dichiarano in grado di installare 60 GW di rinnovabili in 3 anni. Avremmo dovuto cominciare decenni fa e riproporre oggi l’eterno ritorno dell’uguale è addirittura più grottesco che colpevole. L’obiettivo è quello che altri Paesi si sono già posti: approvvigionarci interamente da fonti rinnovabili entro il 2035. È l’unica indipendenza energetica possibile.
E come? Per esempio con un “nuovo e rivisto 110” del fotovoltaico su tutti i tetti italiani. Se non lo fanno i privati, se non lo fanno i comuni, lo fa lo Stato. Lo fa l’Enel. A partire da scuole e edifici pubblici. Pannelli che dovremmo porci il problema di studiare e produrre. Energia popolare, alla luce del sole.
Source: huffingtonpost.it
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